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Cronaca

Bancomat del centro presi d'assalto, 2 arresti

Clonavano le tessere magnetiche filmando i codici dagli sportelli. Otto banche colpite

Sono bastati due giorni, quelli del weekend appena trascorso, per dare modo, ai carabinieri del nucleo investigativo della Scientifica, di arrestare Georgi Georgiev, di 31 anni e Radoslav Angelkov, 30enne entrambi cittadini di origine bulgara. L’accusa è di frode informatica e falsificazione e clonazione di carte di credito e bancomat. Si servivano di apparecchiature elettroniche da poche decine di euro, assemblate senza particolari conoscenze informatiche, e di un semplice cucchiaino di acciaio.

Tutto organizzato nel minimo dettaglio, colpi velocissimi e fuga altrettanto rapida. Nel mirino della coppia otto banche del centro storico, tra piazza Erbe e piazza Bra e la suite di un hotel come sede operativa. Ad incastrarli è stata una segnalazione di una donna che nei giorni scorsi ha cercato di prelevare contanti dallo sportello della banca Popolare di piazza Erbe che, accortasi della manomissione della cassa, ha avvisato i responsabili e le autorità. Un modus operandi semplice ma rapidissimo per i due trentenni: con alcune placche elettroniche contenenti microcamere poste tramite adesivo allo sportello, riuscivano a filmare i codici digitati dagli utenti e registravano i dati della tessera. Poi, il trasferimento in hotel per la clonazione effettiva, la produzione di fac-simili e i successivi prelievi. La loro attività, almeno qua a Verona, è durata ben poco: dalla segnalazione alla Popolare i militari hanno compiuto osservazioni in borghese ai vari sportelli finchè sono riusciti ad assistere in diretta alla frode: mentre Angelkov fungeva da palo, Georgiev si è avvicinato al bancomat, e con l’ausilio di un semplice cucchiaino da caffè ha sollevato e intascato le placche.

Da lì, l’arresto e la successiva perquisizione della camera d’albergo in cui sono stati rinvenuti computer portatili e tecnologie per la produzione e contraffazione delle tessere magnetiche. Ad intervenire per svelare le attività è stata poi la divisione Scientifica dell’Arma che è risalita, tramite il terminale sequestrato, a centinaia di codici segreti trafugati nel giro di due giorni. “Questo episodio- spiega il tenente colonnello Pierpaolo Mason- serve ancora una volta per mettere in allarme i vari utenti dei bancomat: è chiaro, con la proliferazione di casi di clonazione, che il prelievo di contanti deve effettuarsi solamente dopo aver verificato il corretto funzionamento dello sportello, e aver controllato se esistono apparecchiature traballanti e difformi vicino ai monitor. La sensibilizzazione dell'Arma passa poi nel consigliare di nascondere con la mano libera la digitazione del codice”.

Per i due trentenni si sono aperte quindi le porte del carcere di Montorio, in attesa del processo. Resta ancora al vaglio degli inquirenti l’esatto importo delle somme rapinate e le indagini per risalire ad un terzo appartenente della banda.

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