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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Peschiera del Garda / Strada Bergamini

Si spinge troppo in là in acqua: bambino di 10 anni salvato dall'annegamento

Stava giocando in acqua quando si è accorto di essere giunto in un punto del lago in cui non toccava: in suo aiuto è arrivato un 60enne che da solo però non poteva salvarlo ma l'assistente bagnante e il suo cane erano in arrivo

Salvato da sicuro annegamento, un bambino di 10 anni deve la propria vita all'intervento di un 60enne, che gli ha permesso di restare a galla qualche prezioso secondo in più, e all'intervento di un'assistente bagnante e della sua Golden Retriever di nome Coffee. 
Il piccolo stava giocando nelle acque del lago, quando inavvertitamente si è spinto dove non toccava. Non sapendo nuotare, ha iniziato ad annaspare, attirando così l'attenzione di un signore che nuotava nelle vicinanze: l'uomo è intervenuto in suo soccorso, rischiando di affogare a sua volta. Il piccolo infatti si aggrappava a lui, che però non era pratico di salvataggi in acqua. A riva intanto Irene Marchi, 36 anni e volontaria del Nucleo cinofili salvamento in acqua dell'Associazione alpini, stava svolgendo il suo servizio di vigilianza. "Ero in servizio in spiaggia Bergamini - ha raccontato al giornalista de L'Arena - C'erano tanti bambini e un andirivieni di pedalò che non lasciava libera la visuale. Per questo mi sono spostata verso l'acqua e ho subito notato un bambino che andava su e giù e, dietro, un signore che lo sollevava. Ma quando lo tirava su andava giù lui e quando lo lasciava spariva il bambino. Ho fatto appena in tempo a chiedermi cosa stessero facendo quando ho sentito l'uomo urlare 'Aiuto'. L'ha detto una sola volta ed era un grido proveniente da una gola piena d'acqua che non dimenticherò per il resto della vita. Ho iniziato subito a nuotare verso loro, seguita da Coffee". 
Sempre secondo quanto riporta il quotidiano L'Arena, i due si trovavano a circa 30 metri dalla riva quando la volontaria e la sua fida compagna si sono lanciate nel lago: "Quando li ho raggiunti, il piccolo aveva la testa sott'acqua. L'ho afferrato dai capelli e messo con la pancia in su, tenendogli il viso fuori dall'acqua. Ho faticato anche se il bimbo non pesava più di 35 chili. Aveva bevuto tanto ma era cosciente ed era agitatissimo. Si è aggrappato a me, voleva che lo prendessi in braccio. La situazione era pericolosa, ma alla fine sono riuscita a metterlo in posizione di sicurezza con un braccio e con l'altro mi sono attaccata all'imbragatura di Coffee e siamo tornati a riva. Non prima, però, di essermi accertata delle condizioni dell'uomo che aveva cercato di aiutare il bambino. Ha detto che stava bene e ha ripreso pian piano a nuotare raggiungendo gli scogli, dove si è seduto". 
E i genitori del piccolo? Non appena si sono accorti di ciò che stava accandendo, il padre si è lanciato in acqua ancora con i jeans addosso ma è potuto arrivare solo fino a dove toccava: neanche loro infatti sapevano nuotare. La madre nel mentre è stata colta da un malore a causa del forte shock ed è stata poi soccorsa dall'idroambulanza. La stessa volontaria, sempre sulle pagine de L'Arena, racconta che spesso i volentieri le famiglie straniere, specialmente quelle con origini nordafricane, che si recano sul Garda non sanno nuotare e questo può spesso diventare sinonimo di situazioni per loro pericolose. 
In questo caso la famiglia marocchina residente nel mantovano è stata fortunata: tutti i componenti infatti sono rientrati a casa sani e salvi. 

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