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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Maltrattata a 2 anni da «quel signore poco buono del pulmino». Il 48enne respinge le accuse

La vicenda ha il suo inizio nel gennaio 2017, quando un padre di Bevilacqua notò ecchimosi ed escoriazioni sulle guance della piccola, refertate poi al Pronto Soccorso di Legnago come «Sospetta violenza su minorenne»

Un 48enne deve rispondere delle accuse di maltrattamenti e lesioni ai danni di una bambina di 2 anni, che avrebbe commesso quando svolgeva il ruolo di "assistente-scuolabus". Compito che comprendeva le mansioni di aiuto ai piccoli per salire e scendere dal mezzo, oltre alla loro sorveglianza e tutela. 

Come riporta Laura Tedesco sulle pagine del Corriere di Verona, secondo l'accusa l'uomo avrebbe usato violenza sulla piccola, provocandole nel peggiore dei casi lesioni giudicate guaribili in 7 giorni. La vicenda ha avuto inizio il 19 gennaio del 2017 a Bevilacqua, quando il padre avrebbe notato che a figlia di ritorno dall'asilo presentava «alcune ecchimosi sulla guancia destra della piccola e delle escoriazioni su quella sinistra». Sicuro che quella mattina il viso della piccola non presentasse alcun segno, l'ha condotta al Pronto Soccorso di Legnago dove i medici hanno rilasciato il preoccupante referto di «Sospetta violenza su minorenne». Il padre si è così rivolto inizialmente alle maestre, le quali però hanno riferito che al momento di abbandonare la struttura la piccola stava bene, ed ha presentato denuncia ai carabinieri. Partite le indagini, sarebbero stati proprio la bambina e il fratellino a puntare il dito contro «quel signore poco buono del pulmino». 
Proprio il fratellino infatti avrebbe raccontato che il 48enne avrebbe preso di mira la piccola di 2 anni facendola piangere, stringendole la sciarpa e dandole anche dei «pungni in testa», mentre le maestre sarebbero poi venute a conoscenza da un altro bimbo che lo stesso uomo avrebbe anche «schiacciato la faccia» della vittima contro il finestri durante il viaggio di ritorno. 

Secondo l'accusa dunque, il 48enne avrebbe «con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, sottoposto la bambina di due anni, a lui affidata per ragioni di vigilanza e custodia sul bus, a maltrattamenti percuotendola più volte». 
Dal canto suo l'operatore in aula ha respinto le accuse, affermando di aver svolto il proprio compito e negato ogni reponsabilità, mentre al processo in corso a Verona il genitore della bambina si è costituito parte civile. 

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