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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

In Comune a Verona il sindaco Tommasi incontra tre attiviste per la pace provenienti da Russia, Bielorussia e Ucraina

Il Movimento Nonviolento ha portato in città tre attiviste per la pace originarie dell'Ucraina, Russia e Bielorussia, accolte in municipio dove hanno raccontato le loro testimonianze

«Tre testimonianze importanti con racconti di prima mano su ciò che accade nei paesi coinvolti nel conflitto. Tre storie con un unico obiettivo: sollecitare l’impegno nel cercare soluzioni alternative alle armi, fermare la guerra e chiedere che venga rispettato il diritto di scegliere la vita». Così viene presentato in una nota del Comune di Verona l'incontro che si è tenuto ieri, venerdì 24 febbraio, a Palazzo Barbieri tra il sindaco Tommasi, l'ass. Buffolo e tre attiviste per la pace. Si tratta, nello specifico, di Kateryna, Darya e Olga. Tre donne che provengono dall'Ucraina, dalla Russia e dalla Bielorussia, giunte a Verona su invito del Movimento Nonviolento.

Sono "tre donne per la pace", ovvero delle attiviste impegnate nella campagna di "Obiezione alla guerra" a sostegno dei pacifisti, obiettori e disertori dei loro paesi. Venerdì sono state a Verona per far sentire la voce di chi, da un anno ormai, sceglie ogni giorno la pace e la non violenza come soluzione al conflitto in Ucraina e lo fa attraverso il progetto comune nell’ambito della mobilitazione "Europe for Peace". Si tratta di un tour che dal 20 al 26 febbraio le sta portando in tutta Italia per far conoscere l’impegno per una risoluzione non violenta del conflitto russo-ucraino. Lunedì saranno a Fiumicino, Roma, Modena e Ferrara, mentre ieri il tour è arrivato a Verona per proseguire nella giornata di oggi a Milano e poi domenica a Brescia.

«Non è un caso che Verona sia una delle sette città scelte per il tour italiano», sottolinea la nota di Palazzo Barbieri che poi ricorda: «Qui a settembre è partito il più grande movimento pacifista contro la guerra in Ucraina, sempre qui il 7 gennaio si è tenuto l’incontro nazionale che ha riunito le figure più significative del pacifismo, del mondo sindacale e religioso a cui hanno partecipato tra gli altri il sindaco Damiano Tommasi e il vescovo Domenico Pompili, con l’obiettivo di arrivare alla convocazione della Conferenza internazionale di pace per la sicurezza condivisa, per il quale tutti sono chiamati a fare la propria parte. Obiettivo raggiunto, - evidenzia ancora la nota del Comune - visto che l’incontro è stato programmato per giugno a Vienna. Ora si lavora perché non si arrivi ad un secondo anniversario della guerra. Le testimonianze delle tre attiviste hanno lo scopo di smuovere l’opinione pubblica descrivendo ciò che accade nei rispettivi paesi».

Attiviste ucraine in Comune a Verona - Mao Valpiana - Jacopo Buffolo - febbraio 2023

Ass. Buffolo: «Urgente riflessione per promuovere l’impegno a porre fine al conflitto senza le armi»

Ad accoglierle in municipio c’era l’assessore alle politiche giovanili e partecipazione Jacopo Buffolo, insieme a Massimo Valpiana di Europe for Peace e Movimento Non violento, al direttore del Centro Missionario Diocesano don Giuseppe Mirandola e a Nicola Canestrini, avvocato che difende i diritti degli obiettori di coscienza al servizio militare e collabora con il Movimento Nonviolento. Presenti in sala Arazzi le tre attiviste nonviolente Kateryna Lanko (Ucraina), Darya Berg (Russia) e Olga karach (Bielorussia).

«Un anno fa l’aggressione russa all’Ucraina che ha provocato centinai di migliaia di morti, milioni di sfollati ed è stata causa di lutti e dolori - ha detto l’assessore Jacopo Buffolo -. Serve urgente una riflessione e ringrazio il Movimento Nonviolento per questa occasione di dialogo e confronto e soprattutto per promuovere l’impegno a porre fine al conflitto senza le armi».

Mao Valpiana del Movimento Nonviolento ha poi aggiunto: «Nell’anniversario della guerra ospitiamo a Verona le voci dei movimenti pacifisti non violenti degli obiettori di coscienza dei disertori dei tre paesi coinvolti nel conflitto, Ucraina Russia e Bielorussia. Sentiremo le loro testimonianze e le loro richieste, non siamo chiamati solo ad ascoltare ma a partecipare direttamente per creare unità e rete internazionale. L’iniziativa - ha spiegato Valpiana - è stata resa possibile grazie alla rete internazionale War resisters international (internazionale dei resistenti alla guerra) e all’ufficio europeo dell’obiezione di coscienza, in prima linea per chiedere il cessate il fuoco e l’avvio delle trattative internazionali per la pace. Tutti i movimenti pacifisti internazionali si incontreranno a giugno a Vienna».

Presente anche il direttore del Centro Missionario Diocesano, don Giuseppe Mirandola, il quale ha detto: «Con questa iniziativa il Centro missionario diocesano e le altre realtà ecclesiali di Verona vuole dare forza all’urgenza di cessare il fuoco e di avviare i negoziati. Ricordo l’appello di Papa Francesco e le parole del nostro vescovo Pompili, che aveva sottolineato che la pace è condividere e creare armonia e che è urgente una cultura della fraternità. La giornata di oggi assume anche un altro valore, quello educativo di cui c’è molto bisogno». L’avvocato Nicola Canestrini ha aggiunto: «Nei momenti di emergenza i diritti non si derogano ma si affermano. Ciò vale anche per il diritto all’obiezione di coscienza. Grazie all’Ordine nazionale avvocati dell’Ucraina, sono osservatore di quanto sta accadendo nei loro processi, una missione che mi rende testimone del fatto che i diritti non sono garantiti a tutti ma anche che, grazie agli obiettori di coscienza può esserci un’alternativa non armata alla fine del conflitto».

Le testimonianze delle tre attiviste per la pace

Nella serata di venerdì le attiviste sono state nuovamente ricevute in municipio, questa volta direttamente dal sindaco Damiano Tommasi che si è intrattenuto con loro in un lungo incontro privato. Presente anche l’assessore Jacopo Buffolo. Kateryna Lanko, attivista del Movimento Pacifista Ucraino, ha raccontato:

«Sono qui per oppormi alla schiavitù militare e alla guerra. Nel mio Paese nel 2014 abbiamo scelto l’Europa, i valori europei che sono anche i valori della pace. Ora nel mio paese non sono più garantiti i diritti umani, per chi decide di non prendere le armi non ci sono opzioni se non la prigione e il nascondimento, un vero paradosso. Come movimento pacifista ucraino crediamo sia importante mostrare che esistono possibili alternative pacifiche alla soluzione del conflitto. Sono davvero importanti non solo iniziative come queste, ma anche l’appello alla difesa dei diritti umani e per questo chiediamo il supporto internazionale. I diritti umani sono fondamentali anche in tempo di guerra per promuovere vie pacifiche per la pace. Quando parlo di diritti umani parlo anche di non avere discriminazioni sul diritto fondamentale di poter avere salva la propria vita. Adesso in Ucraina non è permesso agli uomini dai 18 ai 60 anni di lasciare il proprio paese, ciò significa che coloro che non vogliono prendere le armi per salvarsi non possono farlo. Penso che un primo passo in questa direzione sia proprio difendere coloro che hanno posizioni pacifiste nel mio paese. Questo dimostrerebbe che è possibile avviare metodi alternativi alla soluzione del conflitto e magari che possano essere d’ispirazione alle istituzioni per un cessate il fuoco, la pace nel mio paese e la fine di questa guerra che produce per noi tantissime sofferenze».

L'attivista russa Darya Berg, a sua volta, ha portato un'altra significativa testimonianza:

«Vi assicuro che in Russia ci sono tante persone che non vogliono in farsi in nessun modo farsi coinvolgere da questa folle e sanguinosa guerra. Abbiamo lanciato perciò questo progetto "Go By the Forest" il cui scopo è supportare quindi la resistenza civile non violenta in Russia e al tempo stesso permettere al maggior numero possibile di persone di evitare la mobilitazione. Da settembre 2022 abbiamo aiutato più di 4.000 persone a trovare un rifugio, ad attraversare il confine e garantendo supporto legale e psicologico. Ho bisogno del vostro aiuto per creare corridoi umanitari per gli obiettori di coscienza e disertori, un compito fondamentale che affidiamo a voi come istituzione di un paese europeo che può attivarsi per questo riconoscimento giuridico. Penso che davvero questo possa essere un grande contributo nel fermare la guerra e nel sostenere tutte le persone che in Russia non sono con Putin».

Olga Karach è un'attivista, ma anche giornalista e politica bielorussa e anche lei ha testimoniato così la propria esperienza personale e raccontato le iniziative sin qui intraprese: 

«Ho una missione speciale che oggi condivido con voi, "rubare" dalle mani di Lukashenko il suo esercito. Aiutateci a prevenire che Lukashenko e il suo regime possano invadere l’Ucraina. Con la nostra organizzazione Our House l'1 marzo 2022 abbiamo lanciato una campagna dal nome femminista "No significa no", perché pensiamo che gli uomini abbiano il diritto di non prendere le armi e di non partecipare alla guerra. La verità è che Lukashenko ha paura di noi e per ciò inasprisce la sua repressione. Io per il regime sono considerata una terrorista, se torno rischio la pena di morte, in Bielorussia vige un regime di terrore ma non dobbiamo fermarci, il regime ha paura di noi e sa che possiamo "rubargli" dalle mani l’esercito. È per questo che sono qui e chiedo il vostro supporto per questa missione speciale di non violenza. L’auspicio è che da oggi in poi lotteremo insieme per la pace».

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