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Venerdì, 19 Aprile 2024
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“Zerosei Fism”, dal nido alla materna per valorizzare i talenti dei bambini

Il 12 settembre suona la prima campanella anche per la la Federazione Italiana delle Scuole Materne di Verona, che coinvolge 15.586 bimbi e 1.202 persone tra insegnanti ed educatrici

Sono pronte al suono della prima campanella le scuole aderenti alla Fism, la Federazione Italiana delle Scuole Materne di Verona. A dar ufficialmente il via alle attività pedagogiche, che coinvolgono 15.586 bambini e 1.202 persone tra insegnanti ed educatrici, è stata la Giornata pedagogica di avvio anno che si è svolta il 10 settembre tra Palazzo della Gran Guardia e il Teatro Stimate. Per l'occasione, nel loggiato della Bra le 180 scuole di cui 72 con servizio di nido integrato aderenti alla Federazione hanno avuto modo di presentare il proprio programma educativo, esponendo una serie di pannelli dedicati ad attività didattiche e strutture.
All'appuntamento – che gode del patrocinio del Comune di Verona e del contributo della Banca Popolare di Verona – hanno partecipano insegnanti, educatrici, membri dei Comitati di gestione, parroci, sindaci, autorità pubbliche.
In questi anni la Fism, ha spiegato il presidente della sede provinciale Ugo Brentegani, "attraverso il Coordinamento pedagogico ha trasformato i due Coordinamenti, Nidi e Scuole dell’Infanzia, in un unico Coordinamento pedagogico 'ZeroSei': processo storicamente iniziato nel 1991, con l’approvazione della Legge Regionale 32/90, che ha reso possibile l’apertura dei Nidi Integrati nelle nostre Scuole dell’Infanzia". La qualità del servizio offerto, ha sottolineato, "è stata riconosciuta dallo Stato: la Legge 62 del 2000 ha dichiarato 'paritarie' le scuole Fism con requisiti di funzionamento specifici, cioè scuole pubbliche appartenenti di diritto al Servizio di istruzione nazionale".

'ZEROSEI', EDUCAZIONE CONDIVISA

Alla base di tale fermento evolutivo è la formazione di una cultura dell’infanzia condivisa, dal nido alla materna, che si declina per il personale docente in una formazione continua che valorizza lo sguardo riflessivo attraverso l’osservazione di ciò che accade nei processi di apprendimento del bambino, sia spontanei che stimolati dagli adulti, nel contesto dei vari momenti della giornata educativa.
Principi che si riassumono nella pedagogia “Zerosei Fism”, secondo la quale educare dev'essere considerato valore in sé e bene comune da tutelare per la costruzione di una società aperta e luogo di elaborazione dei saperi. Educare significa infatti offrire continuità, valorizzando la progressione individuale di ogni bambino nella libertà dei tempi e nel rispetto dei bisogni, scommettendo sul talento personale e superando o compensando i limiti per investire sul futuro delle nuove generazioni.
Giunta al quarto anno d'età, la pedagogia “Zerosei Fism” prosegue il processo di crescita accompagnata e sostenuta dal Coordinamento pedagogico formato da 18 Coordinatrici di GTF (Gruppi Territoriali di Formazione), tutte professioniste nel campo della pedagogia e della psicologia, e guidato da un'equipe centrale, composta dalla psicologa psicoterapeuta Francesca Balli con la pedagogista e mediatore familiare Laura Campagnari, che definisce le linee pedagogiche in collaborazione con presidenza e direttivo. Pensieri ed intenti metodologici vengono portati avanti in maniera continuativa per l'intero l'anno scolastico grazie al supporto offerto dalla “Scuola di formazione Luigi Brentegani”, che la Fism gestisce, attraverso corsi tra città e provincia.

BISOGNI SPECIALI, SFORZI CONGIUNTI

Da quest'anno la Fism di Verona ha siglato un accordo di collaborazione con l'Università degli Studi di Verona. Un primo spunto di dibattito l'ha offerto l'intervento sul tema “Quale lettura dei processi di apprendimento per riuscire a rispondere ai differenti bisogni di sviluppo dei bambini 0/6 anni?”. A rispondere al quesito è stato il professor Angelo Lascioli, associato di Pedagogia speciale dell'Ateneo scaligero, che ha evidenziato: "Sono diverse le scienze che studiano lo sviluppo umano. Ognuna attraverso un proprio specifico punto di vista. Anche lo studio dell'apprendimento rinvia a discipline diverse, dalla pedagogia alla psicologia fino alle neuroscienze. Lo studio delle dimensioni neuropsicologiche dell'apprendimento insieme allo studio delle dimensioni personali e allo studio delle dimensioni ambientali, restituiscono un quadro ampio e variegato delle variabili da cui dipendono i processi apprenditivi, a partire dalle primissime fasi dello sviluppo umano". Dimensioni, ha chiarito, che rimandano alla Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF) dettati dall'OMS.
Assumere tale modello scientifico è una sfida: "Significa innanzitutto guadagnare consapevolezza della complessità del funzionamento umano. Di tale complessità, le difficoltà di apprendimento che spesso s'incontrano nel lavoro educativo con l'infanzia sono certamente una significativa espressione". Analizzare i processi di apprendimento con la lente del paradigma biopsicosociale, ha concluso, "può rivelarsi utile anche da questa prospettiva, sia perché esso stesso espressione dello sforzo congiunto di fare sintesi tra punti di vista differenti, sia perché idoneo a favorire l'assunzione di un linguaggio comune e condiviso tra i diversi attori (famiglia, scuola, servizi socio-sanitari) che ruotano attorno e hanno cura dell'infanzia".

A chiudere la Giornata pedagogica è stata la presentazione delle esperienze formative della Scuola dell'infanzia Nori Princivalle di Borgo Milano di Verona, a raccontare i risultati del progetto “In&Out. Natura e digitale: storia di un incontro” e della Scuola dell'Infanzia Fism di San Benedetto di Lugana (Peschiera del Garda) con il progetto “AbilMente: il pensiero prende forma. Materiali in gioco, forme in movimento, natura in evoluzione”.

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