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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Porto San Pancrazio / Lungadige Antonio Galtarossa

La squadra mobile della polizia ha arrestato a Verona cinque giovani ritenuti membri di una baby gang

Tra le attività criminali contestate figurano furti, rapine, violenza privata, lesioni, ma anche spaccio di droga 

La questura di Verona ha comunicato in una nota che stamane, venerdì 17 marzo, la squadra mobile ha dato esecuzione a un’ordinanza cautelare che «dispone la custodia in carcere nei confronti di 5 giovani indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, rapina, furto aggravato, ricettazione, violenza privata, lesioni aggravate e spaccio di sostanze stupefacenti».

In base a quanto si apprende, le indagini sono state coordinate dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Verona e sono state condotte dalla squadra mobile scaligera a partire dal dicembre del 2021 fino ad agosto 2022. Le indagini, viene poi spiegato, erano iniziate a seguito di «numerosi allarmanti episodi delittuosi concernenti reati contro il patrimonio e contro la persona, dalle rapine ai furti aggravati, alle ricettazioni» che sarebbero stati appunto commessi dai ragazzi, i quali, sottolinea sempre la polizia, agirebbero «in forma associativa come una vera e propria baby gang».

Stando a ciò che riporta la nota della questura di Verona, l’attività investigativa avrebbe accertato che il gruppo agirebbe secondo «un programma criminoso indeterminato», come emergerebbe dalla «varietà delle tipologie di reati, dalla loro estemporaneità nonché dalla frequenza dei crimini commessi». In particolare, il gruppo sceglierebbe di agire «improvvisamente individuando le vittime e le modalità della singola azione criminale sfruttando le occasioni, adattando il modus operandi in base ai rischi e alle risorse disponibili».

L'ipotesi sostenuta dagli investigatori è che il gruppo di giovani coinvolti presenterebbe al proprio interno «una struttura organizzativa con ruoli e compiti predefiniti, radicata sul territorio, in particolare nel quartiere di appartenenza». Altro elemento caratterizzante che sarebbe emerso nel corso dell'attività investigativa, è che «la baby gang pubblicizza le proprie azioni attraverso la diffusione di video e foto sui social network, senza temere le conseguenze delle proprie condotte, sentendosi al di sopra della legge e delle forze dell’ordine, traendo forza dall’appartenenza al gruppo nel quale si identificano». In conclusione, la stessa nota della questura scaligera precisa che «la responsabilità penale di ciascuno sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile».

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