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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Appalto dei bus romani: manager scaligero ammette la tangente

Ben 600 mila euro per ottenere la commessa di 45 mezzi destinati al Comune di Roma. Secondo l'imprenditore di origini veronesi indagato erano soldi destinati alla segreteria di Alemanno

Lo scandalo che ha colpito il servizio pubblico romano si allarga, e lo fa attraverso le dichiarazioni di Stefano d'Aprile Edoardo D'Incà Levis, imprenditore italiano residente a Praga e originario di Verona, arrestato circa un mese fa: i soldi della tangente, secondo il manager scaligero, "erano destinati alla segreteria di Alemanno". Per l'accusa fu lui il mediatore per la tangente da 600 mila euro per una commessa di 45 bus per il Comune di Roma. L'imprenditore nel corso dell'interrogatorio, avvenuto l'8 gennaio, spiega al Gip che Roberto Ceraudo, ad della Breda Menarinibus arrestato martedì scorso, "fece riferimento alla segreteria di Alemanno come destinataria delle risorse finanziarie". Nell'inchiesta sulla presunta maxitangente per la fornitura di bus destinati al Corridoio Laurentina a Roma risulta indagato anche l'ad di Eur Spa, Riccardo Mancini, da ieri dimissionario.

LE DICHIARAZIONI – Il sindaco Alemanno, intanto, leva gli scudi e commenta in maniera lapidaria le recenti evoluzioni della vicenda: "Escludo nella maniera più categorica – ha detto il primo cittadino capitolino - che membri della mia segreteria possano essere tra i destinatari di somme in denaro per questo o per qualsiasi altro affare". Eppure, parlando al gip Stefano Aprile di una "lobby Rome", D'Incà Levis, secondo quanto emerge dal verbale di interrogatorio, afferma: "Ceraudo mi disse che la politica voleva ancora soldi e che erano destinati alla segreteria di Alemanno. Non precisò né io chiesi se la segreteria di Alemanno fosse destinataria di tutto o di parte delle risorse". Il denaro destinato a Ceraudo per la formazione della tangente - spiega Incà Levis, nel frattempo tornato in libertà, è "stato consegnato allo stesso da una persona che mi è stata indicata da un amico: io materialmente ho dato ordine alla banca di consegnare a quest' uomo la somma di 233.360,00 euro in data 16 marzo 2009 e la somma di 312 mila euro in data 24 settembre 2009, somme che Ceraudo mi ha confermato di avere ricevuto. La terza tranche pari ad euro 204.100,00 è stata da me bonificata in data 17 luglio 2009 su un conto presso Bsi Sa Lugano indicatomi da Ceraudo. In seguito nonostante già la stampa si fosse occupata della questione sotto le pressioni di Ceraudo emisi tramite la società inglese Rail & traction le altre fatture".

GLI ARRESTI - L'inchiesta giudiziaria, del pm Paolo Ielo, è quella sfociata nei giorni scorsi nell'arresto di Roberto Ceraudo, ex amministratore delegato di Breda Menarini, una delle società, del gruppo Finmeccanica, fornitrici dei 45 bus del comune di Roma. Per la commessa da 20 milioni di euro di bus, mai utilizzati e destinati ad essere utilizzati nel cosiddetto "corridoio della mobilità Laurentina", nel 2009 sarebbe stata pagata una tangente frutto del meccanismo delle sovrafatturazioni. Tra gli indagati anche l'ormai ex ad dell'Ente Eur Spa, Riccardo Mancini, ritenuto dall'accusa destinatario di una parte della tangente.

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