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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Riapriamo gli stadi ma non teatri né live? Ripristino zona gialla e calendario riaperture

Coprifuoco spostato, cene nei ristoranti, l'11 giugno allo stadio per Italia-Turchia e la zona gialla che spunta all'orizzonte con cinema e teatri aperti: le prossime decisioni del governo

Sono giorni decisivi per le scelte che il governo dovrà a breve annunciare in tema di riaperture. Oggi, giovedì 15 aprile, si tiene nel pomeriggio il confronto tra le Regioni, guidate dal nuovo presidente appena eletto Massimiliano Federiga, con il governo ed in particolare la ministra Mariastella Gelmini. Sul tavolo verranno illustrate le proposte dei governatori per pianificare la ripartenza delle attività, in particolare dal mese di maggio.

Scarica bozza linee guida Regioni riapertura attività

La stessa ministra per gli Affarti Regionali Gelmini ha nelle scorse ore definito maggio «il mese delle riaperture», ma ha altresì dichiarato che qualcosa «stiamo valutando di allentare nelle misure già dal 20 aprile». Il premier Mario Draghi ieri ha avuto un confronto con i vertici del Cts e domani, quando si terrà peraltro il solito monitoraggio settimanale per l'assegnazione dei colori alle Regioni, potrebbe svolgersi un nuovo incontro della Cabina di regia nazionale finalizzato a mettere a punto un calendario delle riaperture.

Aperture connesse ai vaccini? Il Veneto è primo in Italia

Nulla, al momento, appare evidentemente scontato, poiché come tutti gli esponenti di governo si affrettano sempre a sottolineare, ogni decisione dipenderà essenzialmente da due fattori: l'andamento dell'epidemia da un lato e, dall'altro, l'evoluzione della campagna di vaccinazione contro Covid. Ad oggi i dati ufficiali del governo sulle vaccinazioni ci dicono che circa 17 milioni di dosi sono state distribuite e di queste circa 14 milioni sono state somministrate alla popolazione, ma chi ha già ricevuto la prima e la seconda dose sono poco più di 4 milioni di persone. Il dato sconcertante è che in Italia, oltre ai vaccini legittimamente somministrati a forze armate, personale scolastico ed ospiti Rsa, vi è un'enorme fetta di vaccinazioni che è stata eseguita nei confronti della non meglio definita categoria "Altro", vale a dire quasi 3,5 milioni di dosi a fronte di 4,8 milioni di dosi circa andate agli anziani over 80. Addirittura la categoria "Altro" in Italia sopravanza quella del personale sanitario e sociosanitario vaccinato che si è fermato a poco più di 3 milioni. Se le riaperture sono connesse all'andamento della campagna vaccinale e, come scritto nel decreto-legge 1 aprile 2021, n.44, con particolare riferimento alla vaccinazione di persone fragili ed anziani, è evidente che tutti i ritardi che ci saranno nelle riaperture di attività economiche sono anzitutto imputabili anche e per l'appunto all'esagerato successo che la categoria "Altro" ha riscosso nel ricevere il vaccino. 

Dopo una lenta partenza, la Regione Veneto, stando ai dati ufficiali del governo, è ad oggi la migliore d'Italia nel rapporto tra dosi di vaccino ricevute e dosi somministrate, avendo effettuato l'87,9% delle somministrazioni rispetto alle forniture ricevute. La media nazionale è più bassa, ferma all'81,3% e ci sono Regioni come Basilicata e Calabria ferme tra il 71% ed il 72%. È evidente allora che se le riaperture dovranno avvenire anche tenendo conto dell'andamento delle vaccinazioni, il primo passaggio che il governo dovrebbe compiere è ripristinare l'applicazione delle regole della zona gialla anzitutto in quelle Regioni che hanno dei dati epidemiologici da zona gialla ed eventualmente che siano pure "virtuose" sotto il profilo della somministrazione dei vaccini. Il Veneto, ad oggi, sotto entrambi questi profili rientra, dati alla mano, sia nell'una che nell'altra fattispecie, motivo per il quale è lecito attendersi degli sviluppi verso la zona gialla, se non già dal monitoraggio del 23 aprile, per lo meno da quello del 30 aprile, con l'ingresso in zona gialla della nostra Regione dalla prima settimana del mese di maggio.

La "liberazione" anticipata al 20 aprile?

Tutto sembrerebbe però ruotare anzitutto attorno alla data del 20 aprile che, come ribadito dalla ministra Mariastella Gelmini nelle scorse ore, è stata scelta dal governo quale indicativa per svolgere delle valutazioni circa le restrizioni ed un eventuale loro allentamento. Sulla scorta dei dati analizzati domani dal Cts, il governo la prossima settimana potrebbe infatti revisionare le proprie decisioni pregresse e con una determinazione del Consiglio dei ministri, anzitutto, prevedere il ripristino delle misure "gialle" nelle zone gialle che, altrimenti, fino al 30 aprile sono ex lege destinate a vedersi applicare le norme della zona arancione.

Poi si apre in ogni caso tutta un'altra partita, vale a dire la scrittura del nuovo decreto, potenzialmente un Dpcm oppure un altro decreto-legge che proroghi l'impianto del Dpcm 2 marzo 2021 anche per tutto il prossimo mese di maggio con delle eventuali modifiche in senso meno restrittivo. Il 30 aprile scade anche lo "Stato di emergenza nazionale" per la pandemia ed il suo rinnovo, che appare scontato, sarà però molto indicativo nei termini effettivi della nuova durata che verrà scelta (giugno o agosto, settembre o dicembre 2021?). Chiariti questi punti, vediamo ora i possibili nuovi scenari che nelle prossime settimane ed in particolare da maggio potrebbero venirsi a creare in alcuni specifici settori, essenzialmente però solo nelle Regioni zona gialla. Salvo, tuttavia, venga invece accettata in toto dal governo l'idea avanzata dalle Regioni che, come si legge nella bozza, prevederebbe di mantenere aperto pressoché tutto anche nelle aree ad "alto rischio" epidemiologico, ma a patto di integrare le linee guida ed i protocolli avanzati «con strategie di screening/testing», peraltro «anche in autosomministrazione», cioè, se ben si comprende, vincolare l'ingresso di una persona in un luogo (ristorante, cinema, piscina) all'esito negativo di un tampone (o, eventualmente, al vaccino eseguito).

Bar e ristoranti

La proposta che i presidenti di Regione vorrebbero avanzare al governo è quella di poter lasciare aperti i locali della ristorazione in zona gialla non solo a pranzo, bensì anche a cena. Si tratterebbe comunque in una fase iniziale di clientela solo seduta al tavolo secondo numeri prestabiliti al fine di evitare il crearsi di assembramenti. L'idea sarebbe quindi di sfruttare soprattutto a cena gli spazi all'aperto dei locali, complice la bella stagione, essendo che il virus all'aria aperta incontrerebbe molte più difficoltà nella sua trasmissione. Dentro i locali la proposta è di disporre i tavoli in modo da garantire due metri di distanza tra le persone che si ridurrebbero ad un metro soltanto nei tavoli all'aperto.

Nel documento delle linee guida presentato dalle Regioni al governo si legge che le misure  «possono consentire lo svolgimento sia del servizio del pranzo, che della cena. Inoltre tali misure possono consentire il mantenimento del servizio anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio purché integrate con strategie di screening/testing, anche in autosomministrazione». In sostanza, anche in zona rossa bar e ristoranti aperti a patto però di aver effettuato un tampone con esito negativo (o eventualmente essere stato vaccinato) per chi desidera entrare in un locale.

Coprifuoco spostato

Inutile al momento fare previsioni sull'orario preciso, ma è di tutta evidenza che se il progetto di aprire i ristoranti anche a cena dovesse incontrare il favore del governo e venisse attuato dal mese di maggio nelle Regioni gialle (o in tutte, secondo l'idea sopra esposta contenuta nelle linee guida delle Regioni), anche l'orario di coprifuoco potrebbe essere spostato almeno di un'ora. Si tratta però, è bene ribadirlo, di una mera ipotesi al momento. 

Spostamenti tra Regioni

Un'altra delle proposte che i presidenti di Regioni sarebbero intenzionati a mettere sul tavolo nel confronto con il governo è quella di alleggerire le restrizioni sulla mobilità in quei territori dove l'andamento dell'epidemia rallenta. In questo senso è utile ricordare che sia la zona arancione che quella rossa prevedono di per se stesse un divieto di «ingresso ed uscita» dai rispettivi territori salvo i soliti motivi di lavoro, necessità o salute. Cosa che invece non avviene per la zona gialla, ragione per cui tra due differenti Regioni che siano zona gialla ci si potrebbe spostare esattamente come ci si può spostare all'interno di una stessa Regione gialla, se non fosse che però il governo ha fissato nel Dpcm 2 marzo 2021 un divieto generale di spostamento tra Regioni diverse a prescindere dal loro colore. Dal mese di maggio, qualcuno si aspetta dalla metà in poi, a cadere potrebbe essere proprio questo divieto generale sulla mobilità interregionale e, dunque, tra due Regioni zona gialla tornerebbe possibile spostarsi. Lo scorso anno, quando le Regioni colorate non c'erano, il divieto di spostamento tra Regioni cadde nel mese di giugno consentendo agli italiani di fare le vacanze estive.

Spettacoli, cinema, concerti e teatri

Se il governo la prossima settimana dovesse decidere di ripristinare le norme della zona gialla nelle Regioni con dati epidemiologici da zona gialla, ebbene, tutti i luoghi dello spettacolo potrebbero già riaprire in quelle stesse Regioni. Se invece fino al 30 aprile le cose non cambieranno, è però evidente che con il nuovo decreto per il mese di maggio le misure previste per l'area gialla sul punto specifico dovrebbero rimanere le stesse, il problema resta sempre capire se e quando le norme gialle troveranno o meno effettiva applicazione. Oltre a ciò, il ministro della Cultura Dario Franceschini avrebbe anche inoltrato al Cts un protocollo da valutare per ampliare la capienza massima durante gli spettacoli, portandola fino a mille persone all'aperto e 500 al chiuso, con un tetto del 50% negli spazi chiusi invece del 25% ad oggi previsto.

Nelle linee guida proposte dalle Regioni al governo, come per i ristoranti, anche in questo caso si legge che le misure previste per gli spettacoli «possono consentire il mantenimento dell’attività anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio purché integrate con strategie di screening/testing, anche in autosomministrazione». Traducendo, pure per i luoghi dello spettacolo apertura anche in zona rossa a patto però di integrare tutte le disposizioni delle linee guida con la necessità di avere un tampone negativo per poter accedere (o eventualmente essere stati vaccinati).

In vista vi sono poi gli europei di calcio, con la sfida dell'11 giugno tra Italia e Turchia in programma a Roma che, a quanto pare, dovrebbe disputarsi con la presenza di spettatori, il che lascia presupporre aperture anche in altri settori dell'entertainment. Il governatore del Veneto Luca Zaia, in merito, giusto ieri aveva dichiarato: «Ho visto che l'11 giugno ci saranno gli europei con lo stadio aperto per Italia-Turchia...liberi tutti allora? Ci entreranno 20 mila persone all'Olimpico, immagino che l'11 di giugno sia la parte finale della "liberazione". Chi la volesse leggere in maniera maldestra - aveva poi aggiunto - potrebbe dire che sto parlando male di questa apertura. Invece dico: "bene", prendiamo atto che l'11 giugno siamo aperti, vediamo di capire strada facendo cos'altro si può aprire in questi 60 giorni».

Palestre e piscine

Nella volontà dei presidenti di Regioni vi sarebbe anche l'idea di fissare i termini temporali per la ripresa delle attività anche nelle palestre e piscine. I protocolli in tal senso non mancano, ma la sensazione è che comunque nel cronoprogramma delle riaperture di maggio per questi settori l'attesa potrebbe protrarsi più che per altri. Le Regioni propongono nelle loro linee guida avanzate al governo, tra le altre cose, che per le piscine venga calcolata la «densità di affollamento in vasca» con un indice di 7 metri quadrati di superficie per ciascuna persona in acqua, oltre al distanziamento tra ombrelloni nelle aree verdi o solarium tale da garantire una superficie di «almeno 10 metri quadrati per ogni ombrellone o altri sistemi di ombreggio». Come sopra, nella proposta delle Regioni torna l'idea di aprire anche in zona rossa palestre e piscine a patto di integrare le linee guida «con strategie di screening/testing, anche in autosomministrazione».

Parrucchieri riaperti

Una delle novità che riguarderebbe però le Regioni eventualmente zona rossa, potrebbe essere quella di lasciare comunque aperti anche in tali territori i saloni di parrucchieri e barbieri, evitando così di sospendere tale servizio alla persona. Nella altre zone di rischio, gialla ed arancione, sono già aperti e tali resterebbero.

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