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Cronaca Borgo Trento / Piazzale Aristide Stefani

Cobello: «A Borgo Trento non si muore nei corridoi». Ai cittadini: «Rispettate le regole»

Il direttore di Anestesia e Rianimazione a Verona, prof. Enrico Polati, si appella ai cittadini affinché assumano comportamenti corretti: «Abbiamo tutti visto le folle in centro a Verona o sui monti in Lessinia, le persone qui vivono come se non fossimo in tempo di pandemia»

Nella mattinata di oggi, martedì 15 dicembre, il Direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Universitara Integrata di Verona, il Dott. Francesco Cobello, ha tenuto una conferenza stampa durante la quale ha fatto il punto sulla situazione legata alla pandemia da Covid-19 negli ospedali dell'Aoui di Verona. Al suo fianco anche il professor Enrico Polati, direttore del U.O.C. Anestesia e Rianimazione degli ospedali cittadini. Nelle scorse ore ha fatto molto parlare un'intervista anonima rilasciata alla TgR Veneto nella quale un dipendente dell'azienda ospedaliera sostiene che «a Borgo Trento si muore nei corridoi». Un'affermazione che ha molto infastidito il Direttore generale Francesco Cobello, il quale ha dichiarato persino di star valutando «un esposto alla Procura», poiché a suo avviso tali dichiarazioni avrebbero indotto nei cittadini un allarme non giustificabile da quella che sarebbe invece l'attuale situazione nel polo Confortini.

Il dg Francesco Cobello ha dichiarato: «Stiamo valutando di fare un esposto contro un vergognoso filmato uscito in questi giorni, dove un anonimo denuncia che si muore nei corridoi. Questo procura un allarme ingiustificato nei cittadini ed è poco rispettoso nei confronti del personale che sta facendo un enorme lavoro». Affrontando più nel merito la questione, il professor Enrico Polati ha tenuto a precisare che di fatto vi sarebbe una non corrispondenza tra l'espressione «corridoi» e quelli che invece sono gli ambienti ricavati all'interno dell'ospedale per gestire i pazienti Covid. Il direttore dell'U.O.C. Anestesia e Rianimazione Enrico Polati, infatti, sostiene che tali spazi siano adeguatamente attrezzati e che il personale che si dedica ai pazienti non sia mai venuto meno ai suoi compiti, per quanto la pressione ospedaliera sia alta e proprio tali spazi siano appunto stati appositamente ricavati da altri ambienti: «L'area Covid del pronto soccorso di Borgo Trento, - ha detto il professor Polati questa mattina in conferenza stampa - è stata ricavata da strutture che avevano destinazioni differenti. I pazienti sono però accolti non in corridoi, ma in "open space" con tanto di monitor e assistenza, ma anche con la cosiddetta "pressione negativa" che consente di abbattere la carica virale. Questi non sono corridoi, è cioè come se vi fossero dei reparti di terapia semi-intensiva. Certo non nascondiamo ci sia pressione sugli ospedali, - ha aggiunto il professor Polati - ma stiamo facendo ogni sforzo per prestare la migliore assistenza possibile a tutti i pazienti».

Resta il fatto che la situazione sia ugualmente tutt'altro che semplice nelle strutture ospedaliere cittadine, ed in tal senso, dopo le affermazioni del dg Ulss 9 Scaligera di ieri, a ricordare l'importanza dei comportamenti individuali corretti da parte dei cittadini sono stati sia il dg Cobello che il professor Polati. Il direttore dell'Aoui Francesco Cobello ha infatti lanciato un appello esplicito ai veronesi: «La lotta sarà impari se non vi saranno comportamenti adeguati. Le persone devono portare la mascherina ed evitare gli assembramenti, anche in questo periodo». Ancor più severo in merito è stato il commento del professor Polati: «Abbiamo tutti visto le folle in centro a Verona o sui monti in Lessinia, le persone qui vivono come se non fossimo in tempo di pandemia. Verona è forse la città più "viva" del Veneto, ma anche per questo si spiegano i numeri così elevati». Lo stesso professor Polati ha poi però evidenziato come l'operato degli ospedali cittadini sia di alto livello, sottolineando come il tasso di mortalità durante la prima ondata si sia assestato attorno al 16,6%, rispetto ad una media in Veneto del 30%. E in questa seconda ondata? Il professor Polati spiega: «I dati ancora non ci sono e arriveranno alla fine, per ora possiamo osservare che la mortalità è leggermente più alta ma ugualmente sotto la media, all'incirca siamo al 20%, abbiamo cioè comunque una mortalità tra le più basse».

Il dg dell'Aoui Francesco Cobello ha infine ricordato quelli che sono i numeri relativi ai posti letto, ad oggi, nelle strutture ospedaliere della città di Verona: «Arriveremo ad aver ulteriori 90 posti circa in più rispetto a quelli disponibili durante il picco di fine maggio scorso. Oggi sono 157 posti letto ordinari, 31 semi-intensivi e 46 intensivi per un totale di 234 posti, ma stiamo facendo grandi sforzi per aumentarli. Abbiamo avuto molti ricoveri estremamente impegnativi, - ha quindi precisato il dg Cobello - con circa 110 pazienti Covid. L'azienda sta contraendo i servizi, ma garantiamo le urgenze, gli interventi oncologici e quelli salva vita. Abbiamo anche fatto molte assunzioni, circa 252 in pochi mesi tra infermieri, medici e in particolare una ventina di anestesisti. Il problema, - ha aggiunto il dg Cobello - deve essere chiaro che non sono gli spazi, bensì il reperire personale idoneo e noi ci stiamo muovendo da tempo anche in questa direzione». Parlando di «contrazione dei servizi» ospedalieri, a causa proprio della necessità di dover curare pazienti Covid in arrivo nelle strutture cittadine, il dg Cobello ha spiegato che «le percentuali sono differenziate a seconda delle attività, ma si arriva anche ad un 40% in meno in alcuni casi». 

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