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Cronaca Centro storico / Piazza Brà

Nei giorni del Vinitaly l'allarme dei medici: "Sempre più giovani fanno uso di alcool"

Dal "binge drinking" agli eccessi di minorenni e giovanissime, ecco la drammatica situazione del territorio scaligero, che mai come in questi anni risulta lo specchio dei problemi dell'Italia

Proprio mentre a Verona va in scena l'edizione annuale del Vinitaly, tra i corridoi degli ospedali e del pronto soccorso scaligero esplode nuovamente l'allarme dipendenze. Numerosissimi infatti sono i casi di ricovero ospedaliero per problemi legati all'assunzione di alcool. Come sempre in questi casi a destare maggiore preoccupazione è la situazione dei giovani, soggetti a rischio per tutta questa serie di problematiche e che risultano essere anche quelli che, a conti fatti, finiscono per pagare il prezzo più alto dal punto di vista medico.

COME RICONOSCERE SE UNA PERSONA HA PROBLEMI DI ALCOOL

LA PUNTA DELL'ICEBERG - Nel veronese, stando a quanto ci racconta il dottor Maurizio Gomma, del centro dipedenze dell'Ulss 20, sarebbero all'incirca un migliaio i casi segnalati di alcolismo grave. "Ma questa è solo la punta dell'iceberg - spiega il medico - il vero problema sono tutti i casi che ancora non conosciamo. A finire nelle nostre statisctiche, infatti, sono solo le persone che arrivano al ricovero nelle strutture sanitarie, individui ormai distrutti dalla dipendenza e che non hanno altra via d'uscita se non chiedere aiuto. La verità - continua il dottor Gomma - è che quei mille che conosciamo sono lo stadio finale di un percorso che comincia molto prima. Il fenomeno del bere giovanile, per esempio, non viene considerato in queste statistiche perché non è valutato come preoccupante, ma in realtà è proprio così che si comincia. Calcolando tutti i consumatori problematici la cifra di cosiddetti alcolisti va moltiplicata come minimo per dieci, se non per venti. Arriviamo così a 10 o 20mila soggetti in difficoltà. Se poi - conclude Gomma - si considerano i vari casi di ferimenti e decessi legati al consumo di alcool il numero aumenta ancora. Basti pensare che il 30% degli incidenti stradali è causato da guidatori ubriachi, e non è detto che queste siano persone con una dipendenza grave, anzi, il più delle volte si tratta di individui sani che hanno esagerato per una sera. Il conto delle vittime dell'alcool è insomma molto più elevato di quanto non si creda".

I RISCHI DELL'ABUSO - Molto spesso non si conoscono neppure quali possono essere i reali problemi legati al consumo eccessivo di bevande alcoliche o, se si è informati, si tende a "dimenticarsene" quando ci si siede a tavola o si entra in discoteca. Per capire bene a cosa possono portare comportamenti irresponsabili abbiamo sentito il dottor Gianpaolo Brunetto, responsabile della struttura di Marzana. "Il trend veronese - spiega il medico - è in linea con quello nazionale, e la cosa non è certamente positiva. Sono sempre più diffusi compartamenti irresponsabili con l'unico obiettivo di arrivare allo "sballo" il più velocemente possibile, come il cosiddetto binge drinking, ovvero l'assunzione di cinque o più sostanze alcoliche in rapida sucessione a stomaco vuoto, particolarmente praticato dai giovani tra i 18 e i 24 anni. Si tratta di una pratica derivata direttamente dall'happy hour, dalla tradizione dell'aperitivo. Il problema è che, per motivi culturali ed economici, non siamo abituati a pensare all'alcool come ad una droga, ma in realtà non c'è alcuna distinzione reale tra le due cose. Soprattutto nei giovani, poi, il rischio per la salute è elevatissimo: il cervello non ha alcuna difesa contro l'alcool e, specie prima dei 25 anni, quando cioé non è ancora completamente formato, i danni possono essere gravissimi. Tra i più comuni problemi - elenca il dottor Brunetto - ci sono danni al cervelletto (che si occupa di coordinamento e movimento), danni al sistema limbico (che gestisce la memoria) e alla corteccia frontale (che gestisce la progettualità e il comportamento). Ci possono poi essere problemi al fegato e al sistema enzimatico, arrivando perfino a casi di epatite alcolica acuta, un caso gravissimo curabile solo con un trapianto fulmineo. I danni possono essere funzionali o permanenti e possono derivare anche da una sola notte di abusi. Il vero problema dell'alcool, comunque - conclude il medico - è che è una droga democratica: può colpire indistintamente chiunque, senza distinzione di ceto sociale o età, ed è impossibile stabilire quali soggetti siano maggiormente a rischio fino a che non è troppo tardi".

VERONA SPECCHIO D'ITALIA - Come già detto la situazione a Verona rispecchia quella del resto d'Italia, e la conferma arriva anche dagli Alcolisti Anonimi di Verona. Si calcola che in Italia vi siano un milione di alcolisti e sino a nove milioni e quattrocentomila bevitori a rischio di passare dal consumo sociale alla dipendenza. Di questi, un milione e mezzo sono i giovani tra gli undici e i ventiquattro anni. Nel nostro paese, come nel resto d’Europa, l’alcol al volante è la prima causa di morte fra i ragazzi. Sono sempre più diffuse, tra gli adolescenti, le mode a rischio incentrate sul bicchiere e il fenomeno più in crescita riguarda le giovanissime: nelle ragazze fra i dodici e i diciotto anni, negli ultimi cinque anni, si è verificata un’impennata del 110% dell’uso di bevande alcoliche fuori pasto, cosa tanto più preoccupante se si considera che l’organismo femminile ha meno difese nei confronti dell’alcol. Una quota considerevole di alcolisti anonimi ha iniziato a bere in età adolescenziale o giovanile (67%). I segnali esterni dell’esistenza del problema (“qualcuno che glielo ha detto”) sono arrivati qualche tempo dopo, in molti casi non prima dei 30 anni (39,3%) , ma per più della metà in età adulta od oltre (51,4%). La personale consapevolezza di avere un problema con l’alcol è arrivata in età ancor maggiore, nei 3/4 dei casi dopo i 30 anni (69,6%).

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