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Cronaca San Zeno / Corso Castelvecchio

Verona. La collezione del Museo di Castelvecchio si arricchisce con i libri di Alessandro Zanella

La famiglia del tipografo e stampatore con il torchio, scomparso nel 2012, ha donato al Gabinetto Disegni e Stampe una raccolta di libri realizzati dal maestro veronese

Sabato 18 aprile, alle ore 11, nella sala Boggian del Museo di Castelvecchio, sarà presentata la raccolta di libri realizzati da Alessandro Zanella, che la famiglia del maestro tipografo e stampatore con il torchio, scomparso nel 2012, ha donato al Gabinetto Disegni e Stampe del Museo di Castelvecchio.
L’eredità di Alessandro Zanella quale interprete originale della stampa tipografica verrà raccontata attraverso le testimonianze di Gianpaolo Marchi, Agostino Contò e Alessandro Corubolo; interverrà Daniela Brunelli, direttrice della Biblioteca “A. Frinzi” dell’Università di Verona. Ai libri provenienti dalla famiglia Zanella (la moglie Carla Bellini Zanella e le figlie Anita e Francesca) si sono aggiunte altre pubblicazioni dello stampatore veronese, donate contestualmente al Museo di Castelvecchio dalla Fondazione Cariverona e da Rizzardo e Loredana Rizzardi, titolari delle Edizioni Rizzardi di Milano, specializzate dagli anni Settanta del XX secolo nel promuovere incisioni e stampe d’artista, in serie limitate. L’esposizione dei libri frutto delle donazioni resterà aperta al pubblico fino al 6 maggio.

Domani, giovedì 16 aprile, giorno nel quale Zanella avrebbe compiuto sessant’anni, la biblioteca universitaria dedicherà l’attuale saletta Incontro con l’autore allo stampatore - artista. La targa commemorativa recita: "Sala Alessandro Zanella, maestro tipografo 1955-2012". Nell’occasione sarà aperta presso la sede universitaria anche una mostra sulla collana libraria sidvs ivliarivm resvrgit, edita dagli studenti del corso di laurea in Lingue e Culture per l’Editoria dell’Università di Verona sotto la guida di Alessandro Zanella.

Alessandro Zanella (1955-2012) è vissuto in simbiosi con i suoi torchi a mano, principalmente uno Stanhope del 1854, allo scopo di dimostrare l’unicità e, al contempo, la creatività della stampa tipografica tradizionale, nelle edizioni della sua casa editrice Ampersand. Zanella ha voluto comunicare il libro come oggetto d’arte irripetibile e multisensoriale, sviluppando una ricerca sulle combinazioni dei suoi elementi costitutivi, a cominciare dai caratteri mobili e dalle carte artigianali o dalla fattura speciale. I caratteri, gli inchiostri, la carta generano valori olfattivi e tattili in sinestesia con gli occhi. Le possibilità della pagina stampata visibile diventano infinite. Il torchio si comporta come un deus ex machina: è il metro, la misura e talvolta la variabile imprevedibile del processo creativo. Scriveva Zanella: "...il magico stupore che la stampa sa suscitare si ripete a ogni foglio. Sollevando la carta dal carattere si mostra l’impressione del segno, netta e incisa, è un lampo la sua forma nera ancora lucente, e il desiderio è quello di sfiorarla in punta di dita per valutarne al tatto la qualità. Soddisfazione e piacere". Nel realizzare libri illustrati Zanella si è confrontato anche con numerosi artisti incisori, di cui le opere donate al museo e esposte in sala Boggian forniscono un dossier esemplificativo. Lo stesso Zanella diventava talora grafico e decoratore delle proprie creature, con il torchio e oltre il torchio.

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