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Cronaca Borgo Venezia / Via Montorio

Aggressione alle guardie in nome di Allah, o no? Interrogazione al Ministro della Giustizia

"Su carta sono stati verbalizzati i fatti ed in particolare l’aggressione al grido di 'Allah akbar'. - incalza l'On. D'Arienzo - Possibile che questo non abbia significato, come dice la direttrice?"

"Il grave episodio del detenuto che ha tentato di uccidere alcuni agenti penitenziari con una lama costruita in carcere in maniera rudimentale, inneggiando Allah, è avvenuto o no?". Domanda che si pone l'Onorevole Vincenzo D'Arienzo, ma che ovviamente si fanno anche tutti coloro che all'interno del penitenziario non c'erano quando i fatti si sono svolti. Le due versioni contrastanti, l'una fornita dai sindacati e l'altra dalla direttrice del carcere Maria Grazia Bregoli, non possono infatti che lasciare il dubbio su come siano effettivamente andate le cose.

"È singolare che gli agenti dicano che il fatto è avvenuto e la direttrice sminuisca tutto. - incalza D'Arienzo - Intanto, parrebbe che il soggetto sia stato già trasferito in un altro carcere, quindi, esprimo soddisfazione perché era quello che avevo chiesto. Montorio non è attrezzato per affrontare questo tipo di detenuti. In ogni caso, non nascondo il mio stupore, le affermazioni della direttrice rischiano di delegittimare agli occhi dei detenuti tutti la credibilità e la professionalità degli agenti interessati e di tutta la categoria".

Una critica che l'On. del Partito democratico non lascia fine a se stessa, specificando in seguito come a suo avviso sia di stringente necessità comprendere cosa sia davvero avvenuto quel giorno durante l'aggressione, anzitutto per tutelare opportunamente le guardie carcerarie. In merito quindi D'Arienzo fa sapere di aver in programma la presentazione di un'interrogazione parlamentare al collega di partito Ministro della Giustizia Orlando: "Ritengo doveroso fare chiarezza, non fosse altro perché certe situazioni mettono in pericolo, anche di vita, gli agenti della polizia penitenziaria che espletano il loro dovere. Per questo, presenterò un’interrogazione al Ministro della Giustizia per chiarire l’accadimento".

Ad ogni modo l'esponente del Pd non nasconde di avere sulla vicenda un'idea differente dal racconto dei fatti fornito dalla direttrice Maria Grazia Bregoli: "Risulterebbe che il detenuto in questione sia stato oggetto nel tempo di alcune verbalizzazioni per le sue espressioni verbali tipiche del radicalismo di stampo islamico. Su carta sono stati verbalizzati anche i fatti dell’altro giorno ed in particolare l’aggressione al grido di 'Allah akbar'. Possibile che questo non abbia significato, come dice la direttrice? Va verificato se è vero che il medesimo era monitorato costantemente proprio per i suoi comportamenti radicali. Anzi, pare che la radicalizzazione sia avvenuta proprio in carcere, fenomeno tipico osservato anche in altre carceri italiane e sulle quali il Ministero della Giustizia è intervenuto più volte. Sapere la verità dei fatti - conclude infine D'Arienzo - è un obbligo che mi pongo affinché episodi simili non si verifichino più, ed intendo anche le divisioni tra personale e dirigenza".

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