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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Dall'apertura alla stretta di Natale: giravolta del Governo sugli spostamenti tra Comuni?

Tre le nuove ipotesi allo studio del Governo per l'Italia che cambia colore sotto le feste di Natale: sparisce il giallo, in campo restano solo la zona arancione e quella rossa?

Prima del weekend si è fatto un gran baccano attorno all'ipotesi addirittura di un passaggio parlamentare per modificare il decreto-legge n. 158 e il relativo Dpcm sul tema degli spostamenti vietati tra Comuni diversi il 25, 26 dicembre e primo dell'anno. A richiederlo tante voci autorevoli delle più svariate fazioni politiche, dal governatore Attilio Fontana e Matteo Salvini per la Lega ad Andrea Marcucci, capogruppo al Senato per il Partito democratico. Contrarissimo il ministro della Salute Roberto Speranza e, a quanto pare, anche lo stesso ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia che, a questo punto è ufficiale, in alcune sue precedenti dichiarazioni relative al Natale ed agli anziani soli si era lasciato andare a un misto di confusione e vagheggiamento politichese.

Proprio il ministro Francesco Boccia ha, infatti, scritto sulla sua pagina ufficiale Facebook meno di 48 ore fa: «Dirò una cosa impopolare, sono contrario agli allentamenti per le prossime festività, sarebbe da irresponsabili. Se servono chiarimenti sui piccoli Comuni e precisazioni, anche con norme, per consentire i passaggi tra piccoli Comuni limitrofi o confinanti si faranno. Ma aprire un dibattito politico per aprire i confini dei Comuni come se fossero tutti uguali, e le stesse province, è da irresponsabili». E sia, ma allora ci spieghi il ministro Boccia cosa intendeva dire quando qualche giorno prima scriveva sulla stessa bacheca pubblica internettiana queste suadenti parole: «Lo ribadisco ancora una volta: nessun anziano passerà perché obbligato dalla legge il Natale da solo».

Poi c'è stato anche l'ultimo weekend appena trascorso, dove dalla Lessinia a via Mazzini a Verona, da corso Monte Napoleone a piazza di Spagna, le folle si sono accalcate per riassaporare l'agognata libertà che, nel 2020, a Natale fa rima non con bontà, ma con "cashback". Eh sì, perché cari i nostri governanti, se da un lato dite al popolo, vai spendi e spandi perché oggi «spendere è un guadagno», dall'altro poi non vi potete stupire se, con negozi e ristoranti aperti nei centri delle città di quindici (si legge quindici) Regioni d'Italia divenute zona gialla, si sono puntualmente verificati assembramenti, proprio loro i famigeratissimi. Eppure con candore il ministro Francesco Boccia questa mattina, lunedì 14 dicembre, dal suo luminoso profilo Facebook commenta: «Le foto delle folle di ieri sono ingiustificabili, da irresponsabili. Comprendo la voglia di uscire, ma basta entrare in un ospedale per capire in che condizioni ci troviamo. Con questi numeri ogni giorno dovrebbe essere lutto nazionale, altro che assembramenti». 

Ordunque in tal situazione controversa e deprimente ci si avvia verso le festività, con i soliti dubbi irrisolti e le scarse certezze sin qui racimolate tra decreti, FAQ, indiscrezioni, sussurri e grida. Il Dpcm del 3 dicembre consente che a circolare anche a Natale, Santo Stefano e primo dell'anno siano le persone di metropoli come Milano o Roma, purché il popolo si sposti all'interno del Comune, cioè in queste situazioni territori comunque enormi e densamente abitati, mentre nei paeselli di provincia sarebbe vietato fare anche pochi chilometri per raggiungere familiari che abitano di là di un confine tanto inapparente quanto scomodo. Se inizialmente per sopprimere tale palese ingiustizia si era, come detto, pensato di allargare le libertà e parificare il "diritto al Natale" di ciascuno, cittadini o villici che fossero, oggi l'orientamento dell'esecutivo nazionale parrebbe al contrario essere quello di procedere ad un livellamento egualitario di senso opposto. Si stringe, di più e per tutti, l'Italia delle festività potrebbe essere interamente zona arancione, o tutt'al più rossa. Questi infatti i tre scenari che parrebbero allo studio da oggi:

  • Zona arancione in tutta Italia a partire dal 24 dicembre 2020 fino all'1 gennaio 2021, di conseguenza tornerebbero ad essere chiusi ovunque anche i bar e i ristoranti che potrebbero fare solo asporto fino alle ore 22 e domicilio senza limiti. Gli spostamenti tra Comuni sono poi vietati in zona arancione, salvo le deroghe per lavoro, necessità e salute (o anche motivi di studio).
  • Zona arancione in tutta Italia, ma rafforzata: l'intero Paese finirebbe in zona aracione dal 24 dicembre al 6 gennaio, ma rispetto alla precedente ipotesi vi sarebbe anche il rafforzamento del "coprifuoco" che, invece di iniziare come già avviene pure in zona gialla alle ore 22 per terminare alle 5 del mattino dopo, inaugurerebbe ogni giorno dalle 20 o forse addirittura alle 18.
  • Zona rossa in tutta Italia, ma solo durante i giorni prefestivi e quelli festivi, quindi ad esempio il sabato e la domenica, ma ugualmente già da venerdì 24 fino al 27 dicembre per quel che riguarda il weekend di Natale, così come dal 31 dicembre fino a domenica 3 gennaio 2021 ed infine il martedì 5 e mercoledì 6 gennaio 2021. In tali giorni non solo bar e ristoranti dovrebbero chiudere, ma anche gli esercizi commerciali di vendita al dettaglio (salvo quelli indicati come necessari nell'allegato 23 del Dpcm). Sugli spostamenti delle persone fisiche la situazione sarebbe rigidissima: vietato uscire di casa salvo comprovare esigenze lavorative, motivi di salute e situazioni di necessità, essendo che in zona rossa la mobilità anche all'interno del proprio stesso Comune di riferimento è soggetta a restrizione. Possibilità di fare attività motoria, ma solo «in prossimità della propria abitazione». 

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