Tentativo di adescare una 13enne in chat: carabiniere indagato dopo il servizio in TV
È un 37enne originario della zona di Forlì e in servizio a Castel d'Azzano, l'uomo finito al centro della bufera dopo la puntata de Le Iene del 13 ottobre: privato di tesserino e pistola d'ordinanza, ora è indagato
La stessa sera in cui è andato in onda il servizio de Le Iene, i suoi colleghi si sono fatti consegnare da lui pistola d'ordinanza e tesserino, dopo il via libera del Pm di turno. M.Z., carabiniere 37enne della compagnia di Villafranca in servizio a Castel d'Azzano ed originario della zona di Forlì, è stato smascherato dalla iena Veronica Ruggeri con la complicità della famiglia di una 13enne, che l'uomo avrebbe cercato di adescare tramite un social network utilizzando l'immagine di un giovane di Novara deceduto a causa di un batterio.
I militari si sono recati a casa sua ed in caserma, quando era circa l'una di notte, per le perquisizioni del caso, mentre l'uomo mercoledì è stato condotto all'ospedale di Padova per accertamenti clinici. Una volta concluso l'iter dovrebbe venire aperto un fascicolo e denunciato per i reati ipotizzati dal magistrato, oltre a quelli della Procura militare e della Corte dei Conti (in quanto impiegato pubblico). La denuncia della famiglia sarebbe partita prima del servizio andato in onda il 13 ottobre, che è stato girato alla metà di luglio.
La vicenda
Il tutto avrebbe preso il via ancora durante il periodo di lockdown, nel mese di marzo, quando la ragazzina sarebbe stata contattata da quello che pensava essere un 15enne. Dopo le prime frasi, i primi cenni d'intesa, le conversazioni si sarebbero fatte più spinte, con espressioni sessualmente più esplicite e richieste di foto di lei nuda. I due avrebbero parlato anche di una fuga della giovane, con la promessa da parte del finto 15enne della possibilità di alloggiare da un amico carabiniere in cambio di sesso.
Conversazioni che avrebbero destabilizzato la giovane, al punto che il padre (vedovo da poco) si è accorto che qualcosa non andava e ha deciso di controllare il suo smartphone alla ricerca di indizi. E sul dispositivo mobile il genitore avrebbe trovato quelle chat a sfondo sessuale, notando però un linguaggio inusuale per 15enne. A quel punto l'uomo si sarebbe rivolto alla zia della ragazzina, che ha deciso di fare le sue veci per capire chi si nascondesse dietro quel profilo. Tra messaggi sessualmente sempre più espliciti, video porno e richieste sempre più spinte, alla fine la donna ha deciso di tendere la trappola dicendo che sarebbe scappata di casa, dietro la promessa di un alloggio offerto da un amico carabiniere del 15enne, in cambio di un rapporto sessuale.
I due allora si sono dati appuntamento al molo di Peschiera del Garda, dove nessun minorenne si è presentato all'appuntamento: da una parte infatti c'era M.Z., che invece della giovane si è trovato davanti alla zia e alla troupe de Le Iene.
L'uomo a quel punto ha cercato di difendersi, senza cercare la fuga. «Ho cercato di capire di cosa avesse bisogno questa ragazza. Era giusto per vedere fino a dove voleva arrivare», ha detto, nel tentativo di far pensare che la sua reale intenzione fosse quasi quella di mettere in guardia dai pericoli che si possono nascondere in cellulare. Incalzato, prima ha definito «provocazioni» i messaggi inviati, dicendo però: «Troverò un modo di contattare qualcuno per vedere dove sono le mie debolezze, dov’è che sbaglio. Perché ho capito che ho dei problemi se voi continuate a dire questa cosa».