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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Acque Veronesi lancia un Piano della Sicurezza e nuovi interventi in pianura

Il Psa ha l'obiettivo di tracciare un nuovo e più estensivo iter procedurale basato sull’analisi del rischio per la qualità dell’acqua potabile, prendendo in considerazione tutti i fattori potenzialmente pericolosi per la preziosa risorsa

Piano della Sicurezza dell’Acqua”, questo il titolo del convegno organizzato da Acque Veronesi tenutosilunedì 18 dicembre presso la sala convegni della Gran Guardia di Verona. All’incontro hanno partecipato semplici cittadini, amministratori e rappresentanti di ordini ed Enti. Tra i relatori il direttore generale della società consortile Francesco Berton, il consigliere di amministrazione Paola Briani, Linda Chioffi dirigente del Servizio Igiene e Alimenti dell’Ulss 9, il direttore del reparto Igiene delle Acque dell’Istituto Superiore di Sanità Luca Lucentini, Nicola Dell’Acqua. I lavori sono stati moderati da Luciano Franchini, direttore generale del Consiglio di Bacino Verona. Ha portato i saluti dell’amministrazione comunale di Verona l’assessore all’Ambiente Ilaria Segala.

L’obiettivo è quello di tracciare un nuovo e più estensivo iter procedurale basato sull’analisi del rischio (risk-based approach) per la qualità dell’acqua potabile, prendendo in considerazione tutti i fattori potenzialmente pericolosi per la preziosa risorsa (contaminanti emergenti, rischi riconducibili ad eventi climatici), in tutte le fasi di gestione del servizio; in sostanza si tratta di applicare un sistema di controllo che comprenda l’ambiente circostante alle fonti dell’acqua, gli impianti di prelievo e trattamento della stessa e le infrastrutture per la sua distribuzione alle utenze, mettendo a fattor comune le conoscenze e le informazioni di tutte le diverse autorità pubbliche preposte alla tutela dell’ambiente e della salute.

“Un importante focus ed un momento di approfondimento sulle novità amministrative introdotte dalla Direttiva europea 2015/1787, recentemente recepita dal nostro Paese – ha commentato il consigliere di Acque Veronese Briani -. Le nuove norme prevedono un apposito piano di salvaguardia della risorsa idrica, una valutazione su una sua corretta gestione e soprattutto attente analisi sulla sicurezza e sulla salubrità dell’acqua in tutti i suoi processi di distribuzione, dalla captazione in falda fino all’erogazione dal rubinetto. Il progetto prevede lo sviluppo e l’implementazione di un vero e proprio piano di sicurezza (Psa) attraverso l’applicazione di un modello internazionale di analisi di rischi. Verranno quindi potenziate ed aggiornate le misure di prevenzione per garantire nel tempo un’elevata qualità delle acque distribuite da Acque Veronesi - conclude Briani - Sarà infine ottimizzata la 'filiera di conoscenze' ed il coordinamento tra il Comune di Verona, l’ente gestore, l’Ulss, l’Arpav, l’Istituto Superiore di Sanità e la Regione Veneto, con vantaggi e benefici per la collettività in termini di controlli, salubrità e sicurezza delle risorse idriche”.

“La tutela delle acque potabili ha una rilevanza strategica sulla salute pubblica e sul benessere della popolazione – ha detto nel suo intervento la dottoressa Chioffi delll’Ulss 9 –. Il nuovo modello sposta l’attenzione da un approccio retrospettivo ad un sistema di prevenzione e controllo. Tale approccio introdotto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con l’obiettivo primario di proteggere la salute umana, è affermato anche nel recente DM 14 giugno 2017 che richiama le relative linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità-Ministero della Salute. Nella valutazione del rischio e nelle successive azioni di controllo, sono fondamentali le conoscenze integrate sui pericoli di contaminazione lungo l’intera filiera idro-potabile come ad esempio gli elementi geogenici in contatto con l’acquifero, gli sversamenti d’inquinanti, gli scarichi illeciti, la presenza di discariche o di siti inquinati, al fine di garantire che la salute umana sia protetta dagli effetti nocivi di eventuali contaminazioni delle acque come stabilito dalla normativa in materia di acque destinate al consumo umano”.

Per l’assessore Ilaria Segala “l’acqua è un bene vitale che deve essere salvaguardato. Ben vengano quindi normative che vanno nella direzione di promuovere una corretta gestione di questa risorsa e di regolamentare in modo più puntuale la verifica della sua salubrità. Il Piano della Sicurezza, in questo senso, rappresenta un elemento indispensabile per il controllo dell’intero ciclo delle acque, finalizzato a garantirne i livelli di sicurezza”.

NUOVI INTERVENTI - La società consortile che gestisce il servizio idrico integrato in 77 Comuni della provincia scaligera, presieduta da Niko Cordioli, inoltre interviene a San Pietro di Morubio e a Bonavicina. Saranno infatti adeguate e potenziate le reti fognarie e depurative dei due paesi della pianura veronese allacciando tra l’altro la frazione di Martella, fino ad oggi sprovvista di impianti comunali. Il progetto prevede di convogliare le acque reflue dell’abitato di Bonavicina al depuratore di San Pietro di Morubio. Attualmente la frazione di Bonavicina colletta i reflui in una Imhoff con scarico nella Fossa del Vescovo. Sarà quindi realizzato un by pass della vasca Imhoff Bonavicina, facendo sì che i reflui vengano rilanciati all’impianto esistente in località Martella mediante una condotta in pressione della lunghezza di circa 1500 metri. Contestualmente sarà ottimizzata e adeguata l’infrastruttura di Martella attraverso la posa di una nuova vasca di accumulo in calcestruzzo, in adiacenza a quella esistente che viene utilizzata da vasca volano e l’installazione di pompe con potenza maggiore in grado di recapitare sia i reflui della frazione di Bonavicina, che quelli della zona industriale. La condotta in progetto verrà posata in adiacenza alla rete a gravità che costeggia per circa 283 metri la Fossa del Vescovo, per poi proseguire in Via Garibaldi, Via Bosco e raggiungere infine la zona artigianale industriale Martella. Sarà infine adeguato e migliorato il sistema che regola i quadri elettrici che alimentano le strutture e la gestione del telecontrollo degli impianti.
La realizzazione di una nuova rete di fognatura di tipo nera andrà a migliorare e tutelare sensibilmente sia il sistema della falde acquifere, sia quello depurativo della zona, eliminando e sostituendo le reti attuali che presentano lesioni e criticità dovute al tempo e all’usura – ha spiegato Cordioli – I lavori sono iniziati a settembre, termineranno in questi giorni e avranno un costo complessivo di 345 mila euro”.

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