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Cronaca Centro storico / Piazza Bra

Incontri, insulti e boicottaggi. Sui migranti è polemica continua nel veronese

Giazza, Roncolevà e Concamarise sono i luoghi in cui ultimamente si è concentrata la protesta contro i profughi. Ma c'è anche chi si schiera a favore dell'accoglienza

Tregua per il momento a Verona, ma ancora forti polemiche nel resto della provincia. È sempre caldo il fronte dell'accoglienza nel territorio scaligero.

Il prefetto Salvatore Mulas che ha incontrato il sindaco di Verona Federico Sboarina. "Una visita proficua", l'ha definita il primo cittadino dopo che fra i due c'era stato un momento di tensione per l'arrivo di un gruppo di richiedenti asilo a San Zeno, nei giorni immediatamente successivi all'elezione di Sboarina.

Ma al di fuori delle porte di Verona i toni sono molto meno distesi rispetto a quelli utilizzati da Sboarina dopo l'incontro con il prefetto. Il consigliere regionale Valdegamberi ritiene legittime anche "azioni contro la legge" in nome dell'autotutela dei cittadini di Giazza, nel comune di Selva di Progno, dove è alloggiato un altro gruppo di profughi. A Roncolevà, frazione di Trevenzuolo, continua il presidio permanente anti-migranti proprio vicino ad una struttura che ospita alcuni richiedenti asilo. Struttura che pare sia stata presa anche a sassate da alcuni manifestanti, che avrebbero anche ripetutamente insultato sia i migranti ospitati e sia gli operatori della cooperativa che li gestisce. Mentre a Concamarise, in un incontro pubblico davanti al Comune, il sindaco Cristiano Zuliani ha parlato di "invasione programmata" e ha chiesto ai cittadini di fare attenzione ai movimenti intorno agli immobili disabitati. Immobili che le cooperative che si occupano della gestione dei migranti potrebbero prendere in affitto.

Ma un vento contrario a chi manifesta contro l'accoglienza soffia anche nella provincia di Verona, dove alcuni gruppi tra cui Assemblea 17 Dicembre hanno lanciato una campagna di boicottaggio di Squassabia. "Il feroce presidio permanente alla casa che ospita una ventina di richiedenti asilo a Roncolevà non corre il rischio di essere sgomberato perché occupa uno spazio privato, il parcheggio dell'azienda Squassabia mobili, messo a disposizione dai titolari - scrive Assemblea 17 Dicembre - I presidianti si alternano giorno e notte lanciando insulti ai profughi e agli operatori della cooperativa, accecandoli con fari e attentando alle proprietà con lanci di pietre ed altro. Claudio Squassabia, anziché occuparsi della qualità dei mobili e di procacciare clienti, trascorre il suo tempo a pedinare i richiedenti asilo e ad insultare chi non partecipa alla crociata". Queste le motivazioni alla base del boicottaggio partito contro la ditta Squassabia.

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