rotate-mobile
Cronaca

"È una vergogna", dopo il Daspo i tifosi dell'Hellas chiedono giustizia

Il Consiglio di Stato ha ripristinato le sanzioni per 94 supporter gialloblù, rei di essersi recati a Varese senza biglietto. Il "reato" raccontato da un ragazzo che il 18 dicembre era all'Ossola

Il 23 giugno il Consiglio di Stato ha ripristinato i Daspo per i tifosi dell’Hellas Verona che si erano recati in trasferta a Varese il 18 dicembre 2011. Una decisione davvero indigesta per i supporter gialloblu, che a gran voce provano a farsi sentire per ottenere giustizia in merito ai provvedimenti presi dal Questore della città lombarda.      

C’è grande rammarico tra i tifosi della Curva Sud, la cui “colpa” consiste nell’essersi  recati quella mattina nei pressi dello stadio Ossola pur non disponendo del biglietto, ma senza alcun proposito bellicoso. “Il nostro obiettivo era quello di tentare di recuperare dei biglietti per entrare allo stadio e guardare la partita. Eravamo però consapevoli di quanto difficile sarebbe stato, e pronti ad aspettare fuori dai cancelli o ad ascoltare la radiocronaca in macchina”. Inizia così il racconto di un giovane tifoso che quel giorno era partito con i pochi supporter dell’Hellas che avevano potuto comprare i biglietti messi a disposizione dalla Questura e che ha voluto esprimere il suo punto di vista.

Eravamo tutti provvisti di Tessera del Tifoso e quindi abilitati alla trasferta – puntualizza il giovane che ha chiesto l’anonimato per non essere oggetto di “ritorsioni” –. Una volta fallito il tentativo di entrare siamo rimasti fuori dai cancelli a parlare con poliziotti e steward, mangiando qualcosa in compagnia, senza che ci fossero disordini di alcun tipo”.  All’apertura dei cancelli nei venti minuti finali i ragazzi della Curva rimasti fuori hanno potuto vedere gli ultimi sviluppi del match, dopo aver trascorso un pomeriggio comunque piacevole in cui avevano anche organizzato una partita di calcio nel parcheggio.

Qualche settimana dopo sono però stati colpiti dalle pesanti sanzioni della Questura varesina, “sanzioni che – spiega il tifoso dell’Hellas –, anche secondo gli avvocati pagati dalla Curva con una colletta, erano basate su dei castelli di carta, 94 Daspo tutti uguali con accuse inconsistenti”, commenta desolato il giovane veronese, che aggiunte: “Io stavo parlando assieme ad un amico e alla sua ragazza con un poliziotto: noi due siamo stati fermati per un anno, la ragazza per due. Inoltre ci è stata mossa l’accusa di aver intralciato la circolazione, che però era vietata nei pressi dello stadio da due ore prima a due ore dopo la partita”.

 Insomma secondo la tifoseria scaligera si tratterebbe di un atto di forza fine a sé stesso che invece di prevenire la violenza rischia di causare l’effetto opposto, esacerbando gli animi dei tifosi, soprattutto vista la disparità di trattamento tra i fatti di Varese e quelli incresciosi di Genova verificatisi lo scorso aprile, con la partita sospesa e i giocatori costretti a consegnare le maglie alla Curva rossoblu.  “La speranza – conclude amaro il giovane tifoso dell’Hellas Verona – è che nel processo di appello previsto per gennaio 2013 vengano riconosciuti a tutti noi tifosi almeno i danni che abbiamo subito per questa vicenda grottesca, dato che i provvedimenti saranno già per la maggior parte scaduti e non potranno quindi essere revocati”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"È una vergogna", dopo il Daspo i tifosi dell'Hellas chiedono giustizia

VeronaSera è in caricamento