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Anche il veronese Andrea Battistoni tra i vincitori del Premio Masi

Questa edizione del'evento vede trionfare nelle diverse categorie, oltre al giovanissimo maestro d'orchestra scaligero, Kuki Gallmann, Giovanni Radossi, Gian Antonio Stella e l’Institute of Masters of Wine

Dalla musica classica italiana e il suo appeal sui giovani al ruolo del giornalismo autentico e di denuncia; dalla salvaguardia della cultura italiana e veneta in Istria alla tutela etico ambientale dell’Africa, fino al “sapere” del vino e dei valori che tradizionalmente esprime. Sono questi gli ambiti, legati da un fil rouge culturale, che individuano i cinque vincitori delle tre categorie della XXXI edizione del Premio Masi. Il 29 settembre prossimo Kuki Gallmann, Andrea Battistoni, Giovanni Radossi, Gian Antonio Stella e l’Institute of Masters of Wine apporranno la loro firma sulla botte di Amarone a loro riservata, nel segno di una civiltà veneta aperta al mondo. L’annuncio è stato dato oggi dalla Fondazione Masi che ha reso note le motivazioni del prestigioso riconoscimento che da oltre trent’anni celebra la vitalità della cultura, espressione del genio e della creatività quotidiana di persone e istituzioni impegnate ad affermare e a promuovere i valori fondanti e universali della civiltà, concorrendo al progresso della società.

Tra i personaggi che hanno contribuito a diffondere un messaggio di cultura nel mondo, generando comprensione tra i popoli che si sviluppa in solidarietà, progresso civile e pace, la Fondazione Masi ha individuato in Kuki Gallmann la protagonista della sezione Grosso d’Oro Veneziano del XXXI Premio Masi. Scrittrice naturalizzata keniota ma di origine veneta, la Gallmann si è distinta per “il suo coraggioso e incessante impegno per la salvaguardia della natura, della fauna e più in generale dell’ecosistema dell’Africa alla ricerca di un’armoniosa convivenza tra uomo, animali e natura ”. 
Sarà invece l’Institute of Masters of Wine, l’autorevole istituzione londinese (297 membri selezionati in tutto il mondo) che forma i più qualificati ed influenti esperti internazionali di vino, ad aggiudicarsi il Premio Internazionale Masi per la Civiltà del Vino, categoria riservata ai protagonisti dello sviluppo vitivinicolo e ideali interpreti della civiltà del vino, per “l’attività di formazione e di educazione realizzata in tutto il mondo, cooperando, così, alla divulgazione dei valori del vino, espressione della cultura degli uomini e dei territori che lo producono”. 
Sul podio del XXXI Premio Masi per la Civiltà Veneta, riconoscimento riservato alle personalità venete di origine o di adozione che hanno contribuito a affermare e trasmettere i valori civili e universali delle Venezie, ci saranno: Andrea Battistoni, veronese, classe 1987, a soli 25 anni tra i grandi direttori d’orchestra del mondo e “giovanissimo promotore di un nuovo presupposto culturale che vede nella rifondazione dell’educazione musicale in Italia, la spinta necessaria per una rinascita virtuosa”; Giovanni Radossi (Rovigno–Istria), direttore e fondatore del Centro di Ricerche Storiche della Comunità Nazionale Italiana di Rovigno per “aver contribuito in maniera determinante a salvare la memoria della cultura e della lingua italiana e veneta in Istria” e Gian Antonio Stella (Asolo, Treviso) una delle più autorevoli firme della stampa italiana e scrittore, “testimone e protagonista di un giornalismo autentico, inteso come strumento indispensabile per la crescita della società; con le sue inchieste ha messo a nudo i vizi nazionali nella prospettiva di un nuovo riformismo”. 


Per Isabella Bossi Fedrigotti, presidente della Fondazione Masi: “In un momento di smarrimento diffuso di valori reso evidente dalla crisi economica globale, il Premio Masi, attraverso le storie di ordinaria eccellenza dei suoi premiati, intende recuperare e riaffermare la centralità del ruolo della cultura nel processo di ripresa, anche economica, del nostro Paese. Oggi più che mai la cultura può generare un nuovo scatto di orgoglio, in grado di alimentare l’ingegno, l’estro creativo e le attitudini di cui siamo ancora capaci. La XXXI edizione del Premio Masi vuole quindi essere uno stimolo per i tanti talenti italiani, giovani e meno giovani, a ripartire proprio da quel patrimonio universale fatto di arte e mestieri che tutto il mondo ci invidia”. 
E se l’eccellenza del Made in Italy culturale continua ad alimentare l’appeal verso il nostro Paese è anche grazie al vino che, per Sandro Boscaini, vicepresidente della Fondazione Masi, presidente di Masi Agricola e ideatore del Premio: “Gioca un ruolo fondamentale avendo, con la cultura, un legame indissolubile a partire proprio dall’origine etimologica: infatti cultura significa coltivare. L’intuizione di questo Premio nasce proprio dalla consapevolezza che il vino - e per noi soprattutto l’Amarone – narra e svela la storia, la tradizione, la passione e l’identità di un popolo e del suo territorio, divenendo custode della memoria di una civiltà antica ma sempre in evoluzione. Un filo conduttore – questo – che lega gli oltre 150 interpreti che in questi trent’anni sono stati premiati con l’Amarone Masi”.

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