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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rivoluzione Ztl e piano della sosta, politica divisa e interesse delle associazioni di categoria

Se a Palazzo Barbieri le opinioni di maggioranza e opposizione non coincidono, Confcommercio e Confesercenti vedono un'opportunità nel piano presentato nei giorni scorsi, purché le attività vengano sostenute dai servizi annunciati nel programma

C'è entusiasmo nella maggioranza di Palazzo Barbieri per il nuovo piano urbano della sosta annunciato nei giorni scorsi dal Comune di Verona, che rivede quello oramai datato 1999 e propone una vera e propria rivoluzione che non riguarderà solamente il centro storico, ma anche i quartieri.

«Il nuovo Piano della sosta, assieme alla riconfigurazione del sistema del trasporto pubblico e al nuovo impulso dato al completamento della rete ciclabile cittadina gettano le basi per una città più vivibile e a misura di persone, meno dipendente dal mezzo motorizzato individuale». A dirlo è la segretaria cittadina del Partito Democratico Alessia Rotta, il capogruppo in consiglio comunale Fabio Segattini e il presidente della commissione consiliare mobilità Michele Bresaola, i quali proseguono: «La scelta di graduare le novità e dare ai cittadini il tempo di assimilarle o di contribuire a modificarle, risponde ad un preciso percorso intrapreso con coraggio dall’amministrazione comunale. Nel metodo e nei contenuti, Verona finalmente si avvicina alle ormai numerose buone pratiche europee e italiane in fatto di riconversione in senso sostenibile della mobilità».

Piano Urbano della sosta - Obiettivi

Il Comune di Verona infatti aveva spiegato che l'attuazione del piano «avverrà per step e seguirà di fatto le fasi del filobus, la prima da qui alla fine del cantiere di via Città di Nimes, e la seconda da primavera 2024 alla messa in strada dell’opera». 
Tra le novità più significative ricordiamo l’estensione della sosta a pagamento in alcune aree limitrofe al centro storico e cioè a quartieri di Borgo Trento, Valdonega e Ponte Crencano che di fatto vengono equiparati a San Zeno, Cittadella e Veronetta. Ma anche la definizione delle aree di parcheggio dei monopattini, prima all’interno della Ztl e poi nelle zone dove si registrano più soste. Quindi la pedonalizzazione di alcune piazze della città antica come piazza Duomo, piazza Santa Anastasia e Piazza San Zeno, l’introduzione dei varchi elettronici a Santo Stefano (quartiere già normato oggi dalla Ztl ma solo con cartellonistica stradale), e ancora la chiusura dei varchi Ztl h24, la creazione di nuovi stalli sosta per i residenti ad esempio in stradone Porta Palio, la regolamentazione del city logistic, la revisione dei permessi Ztl, adeguamento tariffario gradiente, che aumenta cioè più ci si avvicina al centro storico.

«L'uso dei parcheggi esterni al centro e lo sviluppo delle forme di mobilità alternative - proseguono gli esponenti dem - consentirà maggiore scelta negli spostamenti in ingresso e, di conseguenza, migliore vivibilità per i residenti e le attività del centro città.
La liberazione di piazze e strade dalla sosta, spesso selvaggia, e la pedonalizzazione di alcune vie permetterà di restituire valore e rispetto al patrimonio artistico cittadino e sicurezza e spazio ai pedoni, in parallelo con l'eliminazione delle barriere architettoniche previste dal PEBA che l'amministrazione sta portando avanti con convinzione.
La razionalizzazione dei monopattini in centro storico, inoltre, diminuirà i conflitti e migliorerà le potenzialità di questi mezzi di mobilità sostenibile.
Tutto ciò consentirà di tornare a vivere i quartieri come stanno dimostrando gli esperimenti di urbanismo tattico in corso e quelli che prossimamente si terranno a Santa Lucia e Cadidavid. Un primo passo importante e integrato verso una città più europea», concludono dal PD.

Piano Urbano della sosta - Strategia

«Finalmente si cambia. Finalmente potremo dire addio a quell'orrendo aspetto delle nostre vie cittadine invase dalle auto parcheggiate dappertutto», questa la soddisfazione dei consiglieri comunali di Traguardi Giacomo Cona e Pietro Trincanato, insieme alla capogruppo Beatrice Verzè.
«Con il nuovo piano urbano della sosta - proseguono i tre esponenti del movimento - siamo convinti di aver fatto decisi passi in avanti verso un miglioramento della viabilità in centro storico, una questione che tiene banco da anni e per la quale nessuna delle amministrazioni che si sono succedute finora è stata in grado di individuare soluzioni efficaci.
Gli obiettivi sono chiari: garantire maggiore sicurezza, dare più spazio ai pedoni e alle bici, riordinare la sosta dei monopattini, valorizzare il lavoro degli esercenti, migliorare la qualità dell'aria, il decoro e la fruibilità. Il tutto a vantaggio dei residenti, dei commercianti, dei turisti e di tutti i frequentatori. E forti del fatto che il piano urbano della sosta si inserisce all'interno di un pianificazione generale tesa a cambiare il volto di Verona dal punto di vista della mobilità, contiamo di restituire ai cittadini e alle cittadine una città più vivibile, meno inquinata e con spazi urbani riqualificati.
I primi benefici di una gestione seria e strategica di questi aspetti sono stati sotto gli occhi di tutti nei giorni scorsi, durante il Vinitaly, quando per la prima volta da molti anni a questa parte non si sono registrati forti disagi sulle strade, nonostante l'imponente afflusso di traffico che la manifestazione ha portato con sé».

Piano Urbano della sosta - Fasi di attuazione

Dubbi sono stati espressi invece dalla capogruppo di Fare con Tosi in consiglio comunale, Patrizia Bisinella, al momento della presentazione. Al centro dell'intervento le possibili ricadute sulle attività commerciali e sui quartieri, in merito alla chiusura della Zona a Traffico Limitato: «Meno male che c’è la volontà dell’amministrazione di aprire un tavolo di lavoro sulla proposta del piano della sosta, questo tavolo deve coinvolgere non solo chi vive in centro e nei quartieri, ma anche chi ci lavora e paga le tasse. Tutti noi ameremmo camminare in piazze pedonali, ma i dati ci parlano di negozianti costretti a chiudere per il calo dei visitatori e di uno shopping sempre più spostato verso i centri commerciali. Chiudere la ZTL significa non valorizzare il centro storico, bensì depauperarlo, privandolo della vita e della quotidianità dei cittadini veronesi. Rischiamo di trovarci non più una città, ma un museo a cielo aperto, frequentato solo da sparuti residenti e qualche turista. Senza contare l’impatto incredibile che una proposta di questo tipo avrebbe sui quartieri limitrofi al centro, già di fatto invasi da automobili nelle sere e nel fine settimana e soffocati dal traffico di chi cerca parcheggio. Prima di pensare alle chiusure bisogna mettere a terra le infrastrutture intese come parcheggi scambiatori, mezzi sostitutivi efficaci, incentivi reali alla mobilità sostenibile. Prima di tutto ciò e con di mezzo anche i cantieri impattanti del filobus, è prematuro e dannoso lanciare proposte che hanno come unico risultato la generazione di allarmismo tra chi il centro lo fa vivere ogni giorno grazie alla sua attività. Come Fare con Tosi saremo protagonisti del dibattito tra la gente, nelle circoscrizioni e ovviamente nella sala consiliare». Ancora più critico sulle colonne de L'Arena l'ex assessore al Commercio del Comune di Verona, in quota Lega Nicolò Zavarise, secondo il quale si tratta di «pura follia» che senza una serie di iniziative farà morire il centro storico: «Purtroppo si concretizza ciò che era stato annunciato in campagna elettorale». 

«Il nuovo e rivoluzionario piano della mobilità annunciato dall’amministrazione Tommasi? È utopia, pura utopia! Che può trasformarsi in una folle strategia se non ci sono prima le condizioni essenziali». Questo il pensiero del consigliere comunale di Forza Italia, Alberto Bozza
«I parcheggi scambiatori, i nuovi parcheggi, e la possibilità di arrivare in centro storico e nei quartieri che stanno alla cintura con mezzi pubblici o percorsi veloci. Senza il travaso dal mezzo privato al mezzo pubblico favorito dai nuovi parcheggi in primis neanche si parte. La logica Traforo-Filóbus e parcheggi scambiatori aveva questo scopo. Ma chi oggi governa la città l’ha sempre osteggiata. Pedonalizzare alcune vie del centro sono favorevole, anzi abbiamo anche auspicato alcune soluzioni alla precedente amministrazione, ma pedonalizzare una parte ampia della città mi pare un tantino esagerato. Conseguenze in assenza di questo? L’assalto al posto auto nei già sofferenti quartieri di Borgo Trento, Valdonega, Santo Stefano, San Zeno, Veronetta. E aumentare gli stalli blu e le tariffe, in queste condizioni, serve solo a fare cassa per il Comune, non a risolvere la vivibilità di questi quartieri. Il centro storico? Rischiano di essere danneggiate le attività commerciali. Mi spiego, se un cittadino che vuole fare shopping non arriva facilmente in centro per mancanza di facilità di parcheggio o per la sosta troppo cara se ne va in qualche centro commerciali dove l’offerta del parcheggio è più comoda e a costo zero. Insomma una proposta spot che nasce zoppa e che va poi in contrasto con la filosofia che tanto Tommasi ci ha insegnato in campagna elettorale e al suo insediamento: “il confronto e il coinvolgimento nelle scelte da prendere e che riguardano i cittadini veronesi”. È dov’è finito questo nuovo metodo, chi l’ha visto? Prima si annuncia sui giornali e poi forse se ne discute con gli altri, nel frattempo si creano tensioni e si crea conflittualità tra chi abita la città e chi ci lavora».

Guardano con interesse a questa rivoluzione le associazioni di categoria, che vedono in essa un'opportunità purché vengano garantiti i servizi necessari per raggiungere e le sue attività, sia per quanto riguarda i visitatori, sia per i lavoratori. Aspetti sottolineati sulla stampa locale da Confcommercio e da Confesercenti, i quali hanno ricordato la necessità del carico-scarico merci in prossimità degli esercizi e sottolineato l'esigenza di un confronto costante con gli assessori interessati dal progetto: per i primi in ogni caso i tempi sarebbero maturi per ovviare ad una «situazione non più sostenibile», mentre i secondi hanno specificato che se i serivizi saranno garantiti, la città si potrebbe rivelare più accogliente. Un plauso al piano è arrivato dal comitato di residenti VeroCentro, purché venga attuato in tutti i suoi punti. 

La discussione dunque verte soprattutto intorno alle possibili ripercussioni sulle attività del centro storico, per le quali vengono le associazioni di categoria chiedoni iniziative utili a permetterne il lavoro. 

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