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Zaia fa il punto sul Covid-19: «I tamponi rapidi si faranno dal medico di base»

Il presidente della Regione Veneto fa il punto sull'emergenza sanitaria in corso

Dalla sede della Protezione Civile di Marghera il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ha fatto il punto sull'emergenza sanitaria in atto, fornendo i dati aggiornati e spiegando la nuova ordinanza che riguarda l'esecuzione di tamponi rapidi da parte dei medici di base. Sempre Zaia ha rinnovato poi le raccomandazioni alla popolazione veneta, chiedendo di rispettare le norme anti Covid e di fare il sacrificio di rinunciare alla festa di Halloween. 

I dati

Sono 2.328.514 i tamponi eseguiti, 56.953 i casi positivi totali, di cui 2697 emersi nelle ultime ore. 18007 persone si trovano in isolamento. 908 sono i ricoverati in area non critica, 127 quelli in terapia intensiva, 2401 sono i decessi di persone colpite dal coronavirus. 4750 i pazienti dimessi. «Almeno il 70% dei positivi ha meno di 65 anni - ha poi spiegato Zaia - le fasce meno interessate sono quelle alte e molto basse di età. Le fasce meno colpite sono quelle molto basse e molto alte: bambini piccoli e anziani»

Fase 3 e Halloween

Il Presidente della Regione ha poi confermato l'entrata in vigore della cosidetta Fase 3: «Abbiamo superato i 900 ricoveri nelle aree non critiche, mentre la terapia intensiva è ancora sotto i 150. Abbiamo l'obbligo di avere ospedali liberi dal virus, quindi stiamo riaprendo i Covid Hospital per fare un passaggio graduale. C'è una sorta di carico in ospedale che però non ha un'impennata. Speriamo che questa avventura non duri molto: subiranno un rallentamento gli interventi non urgenti, ritardi che speriamo di limitare». 
Zaia poi ha rinnovato le proprie raccomandazioni ai veneti, chiedendo di indossare la mascherina correttamente e di assumere comportamenti responsabili. Il Governatore inoltre ha dedicato un pensiero anche a chi nega il problema Covid e alla festa di Halloween: «Non vogliamo nascondere nulla: pubblichiamo due bollettini al giorno proprio per dare tutte le informazioni. Spero che stasera dolcetto o scherzetto non funzioni. Chiedo dunque ai genitori di non lasciare che i bambini vadano in giro per le case, perché anche se asintomatici possono essere potenti diffusori del virus toccando le caramelle e suonando campanelli. Dico ai cittadini veneti di fare una vita normale ma dobbiamo fare tutti dei piccoli sacrifici: riduciamo al minimo le frequentazioni. Il contagio è spesso anche tra familiari: sono molti i casi di contagi dopo le "rimpatriate" in famiglia. Quelli che negano l'esistenza del virus o le sue conseguenze li porterei a fare un giro per le corsie ospedaliere...». 

Medici di base e tamponi rapidi

«Il medico di base diventa ufficiale di sanità pubblica, faranno i tamponi rapidi ai loro assistiti che presenteranno sintomatologi». È questo il riassunto della nuova ordinanza firmata dal Presidente del Veneto, dopo l'accordo raggiunto con la categoria. I tamponi rapidi non andranno a pesare sulle tasche del cittadino e il medico di base sarà obbligato ad aderire, salvo non abbia uno spazio adeguato nello suo studio: «Spero che in caso di necessità i comuni possano mettere a disposizione degli spazi adatti e di raggiungere un accordo di questo tipo anche con i pediatri. La Regione stessa metterà a disposizione i tamponi e sarà obbligatorio per i medici aderire: verseremo 18 euro per ogni tampone in studio e 12 euro per quelli effettuati fuori, mentre il cittadino non dovrà pagare nulla. In questo momento non si poteva fare altrimenti». 

Restrizioni e didattica

«Potrebbero arrivare nuovi provvedimenti nei prossimi giorni per limitare i contagi», ha detto Zaia, mentre per quanto riguarda le scuole ha aggiunto: «La didattica a distanza al 75% risolve in parte il problema dei trasporti pubblici, ma per il futuro occorrono finanziamenti».  

La situazione nelle terapie intensive

Sui ricoveri ospedalieri è intervenuto il dottor Paolo Rosi, direttore della Uoc Centrale operativa Suem 118 del Veneto: «Noi stiamo occupando il 14% delle Terapie intensive - ha dichiarato - L'andamento è costante. Lo 0,04 % dei positivi va in Terapia intensiva, uno ogni 225 positivi».

Per quanto riguarda invece l'età dei paziente in Terapia intensiva: «Il 30% è sotto i 50 anni, un altro va dai 50 e 60 anni, un altro 30% ha un'età tra i 70-80, mentre gli ultraottantenni sono una percentuale molto bassa». Numeri in contro tendenza rispetto a marzo, i pazienti oggi sono più giovani rispetto della prima ondata, la degenza è più breve: «Perchè si capisce di più il virus e questo consente di orientarsi meglio nella terapia», sottolinea Rosi e c'è una riduzione della mortalità.

L'altra faccia della medaglia è relativa alle criticità che la sanità veneta si trova ad affrontare ovvero alla carenza del personale: nello specifico mancano pneumologi, infermieri e rianimatori.

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