rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Attualità

Figli di coppie arcobaleno, provvedimenti e proteste attorno al vuoto legislativo

Registrati in un altro Comune, i riconoscimenti anagrafici di figli di coppie gay unite civilmente sono stati accolti a Sommacampagna e Mozzecane. Riconoscimenti che il ministro Piantedosi vorrebbe bloccare

In pochi giorni, tre diverse iniziative su tematiche tra loro connesse hanno fatto montare la protesta contro il Governo Meloni e contro la maggioranza parlamentare che lo sostiene. Il provvedimento per eclatante è stata la circolare ai prefetti del ministro dell'interno Matteo Piantedosi, con cui si chiede ai sindaci di non trascrivere gli atti di nascita dei figli e delle figlie delle coppie dello stesso sesso. Una circolare contro cui si è tenuta una manifestazione di protesta a Milano.
In commissione al Senato, poi, è stata approvata una risoluzione contro il certificato europeo di filiazione, che consentirebbe ai figli e alle figlie delle famiglie arcobaleno il riconoscimento dei diritti in tutta l'Unione Europea.
E sempre in Parlamento è stata presentata da Fratelli d'Italia la proposta di rendere universale il reato della maternità surrogata. Reato che viene perseguito in Italia, ma non in tutti gli altri Paesi. E così, per avere un figlio, alcune coppie decidono di andare all'estero, dove la gestazione per altri (o utero in affitto) è legale. Ma nel caso in cui venisse approvata la legge avanzata dal partito della premier Giorgia Meloni, anche queste coppie sarebbero incriminabili.

Tre disposizioni che riguardano tutto il territorio nazionale e quindi anche la provincia di Verona. Anche il prefetto scaligero Donato Cafagna infatti ha ricordato quanto riportato nella circolare del ministro Piantedosi, ovvero la sentenza della Corte di Cassazione sul riconoscimento in Italia dei genitori di bimbi nati all'estero con la pratica della gestazione per altri. Secondo questa sentenza, l'unico genitore di questi figli riconosciuto in Italia è quello biologico, mentre il compagno o la compagna del genitore biologico può vedersi riconoscere lo status di genitore solo attraverso l'adozione. Questa è la via legale percorribile in Italia, nell'attesa che si colmi quel vuoto normativo attualmente presente nella legislazione nazionale. Vuoto normativo che ha permesso ad alcuni sindaci, come Beppe Sala a Milano e Sergio Giordani a Padova, di intervenire riconoscendo entrambi i componenti delle coppie omosessuali unite civilmente come genitori dei figli nati all'estero con maternità surrogata. Ed è proprio per fermare questi riconoscimenti da parte dei sindaci che il ministro Piantedosi ha diffuso la sua circolare.

Questioni apparentemente burocratiche, ma che invece hanno a che fare con la vita quotidiana di famiglie e soprattutto di bambini. E per questo che tutte le forze politiche, al netto delle differenze ideologiche, sembrano concordare sul fatto che sia necessario un intervento legislativo, che faccia chiarezza e che soprattutto cancelli le discriminazioni tra i figli di coppie etero e i figli di coppie omosessuali.
Intervento che aiuterebbe anche i sindaci, come nel caso dei primi cittadini veronesi Fabrizio Bertolaso e Mauro Martelli. Bertolaso a Sommacampagna e Martelli a Mozzecane, per un cambio di residenza, si sono trovati nella scomoda situazione di dove accogliere una registrazione anagrafica fatta in un altro Comune. Registrazione che risulta essere una di quelle che il ministro Piantedosi intende bloccare, ma che di fatto c'è e tecnicamente è in vigore. E per questo i due sindaci, pur appartenenti ad aree politiche diverse, hanno preso la stessa decisione ed hanno accettato la registrazione.

L'argomento, comunque, è divisivo, sia tra la popolazione che tra i partiti. E le sfumature di opinioni sono tante. Le più nette, a livello regionale, le hanno espresse Più Europa da una parte e il Popolo della Famiglia dall'altra. «Non è tollerabile in un paese europeo che ancora esista una categoria di bambini che per volontà dello Stato rischiano di essere non riconoscibili - ha scritto Corrado Cortese, portavoce di Più Europa Veneto - E chiediamo ai sindaci di dire alla cittadinanza cosa pensano e agiscano di conseguenza su questo tema, come chi ha seguito l'esempio di Beppe Sala. Crediamo sia un diritto delle cittadine e dei cittadini, sapere se i propri sindaci seguano i partiti di governo sul terreno della discriminazione o è per i diritti di tutti e quindi anche dei bambini e delle bambine delle famiglie arcobaleno».
Per Massimiliano Zannini, coordinatore regionale de Il Popolo della Famiglia Veneto, è invece giusto il blocco del riconoscimento anagrafico di figli da parte di coppie dello stesso sesso. «Non c'è alcuna disparità di trattamento verso i bambini - sostiene Zannini - In Italia tutti i minori hanno gli stessi identici diritti senza alcuna discriminazione. Chiunque abbia fatto ricorso all'utero in affitto ha commesso un reato. Eppure non solo questi soggetti non vengono incriminati, ma hanno pure la faccia tosta di battere i piedi per terra pretendendo il riconoscimento all’anagrafe di un titolo genitoriale puramente ideologico».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Figli di coppie arcobaleno, provvedimenti e proteste attorno al vuoto legislativo

VeronaSera è in caricamento