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Sopralluoghi al carcere di Montorio: «Ambiente di lavoro difficile»

Prima i delegati dell'Fns Cisl e poi il senatore leghista Tosato hanno visitato la casa circondariale, evidenziando le difficoltà quotidiane degli uomini e delle donne della polizia penitenziaria

Due visite in meno di un mese per verificare le condizioni interne al carcere veronese di Montorio. La prima è stata fatta da alcuni rappresentanti dell'Fns, il sindacato della Cisl che rappresenta i lavoratori che operano nell'ambito della sicurezza. E dopo tre settimane il senatore veronese della Lega Paolo Tosato ha raccolto l'invito dell'Uspp (Unione dei sindacati di polizia penitenziaria) ed anche lui ha svolto un sopralluogo nella casa circondariale.

I sindacalisti dell'Fns hanno trovato un carcere «in buone condizioni, curato nelle parti murarie e con un diffuso livello di pulizia in ogni sua area. un istituto con un numero importante di detenuti e detenute presenti e con vari progetti in corso per ampliare le molteplici attività interne che fanno di Verona una indubbia positiva realtà penitenziaria». Dunque, la valutazione è complessivamente positiva, vista anche le scarse capacità economiche a disposizione.
I problemi, comunque, non mancano ed i principali riguardano le condizioni di lavoro di un personale la cui dotazione organica non può definirsi adeguata. «Nella sezione di isolamento - aggiunge Fns Cisl - al personale manca una chiara postazione di lavoro, non disponendo neanche di un bagno adiacente. Si è poi visitata la sezione osservazione psichiatrica, la sesta sezione ed i relativi spazi di sorveglianza passeggi. L'attività qui viene svolta anche attraverso la vigilanza con l'utilizzo di monitor di piccole dimensioni, strumenti ormai vecchi che dopo poche ore di lavoro appesantiscono palesemente la vista degli operatori. Su questo servirebbe intervenire con la sostituzione degli apparati con nuovi e più efficienti strumenti. E la popolazione detenuta in tale sezione risulta di non facile gestione, con maggiori rischi per il personale in certe fasi d'intervento che si rendono necessarie. Inoltre la postazione degli addetti manca di una uscita indipendente visto che alla stessa si accede passando dal corridoio della sezione stessa. La sorveglianza dei passeggi della sesta sezione manca invece di una adeguata postazione, con una scrivania posta direttamente nel corridoio, senza riscaldamento e climatizzazione, senza impianto di controllo visivo degli spazi destinati ai detenuti».
La visita dei delegati di Fns Cisl è proseguita poi nell'area esterna porticata, utilizzata come deposito di materiali di scarto. L'area è adiacente a tre box passeggi e ai cancelli di ingresso di due sezioni. «Questi cancelli di ingresso sono tutti gestiti manualmente e mancano impianti di video sorveglianza - scrivono i sindacalisti nella loro relazione finale - Cosa diversa riguarda invece la sorveglianza dei passeggi dove le telecamere esistono e funzionano ma dove le postazioni di controllo per il personale sono state previste in alcuni box climatizzati ma dai quali si deve uscire tra i detenuti perché manca qualsiasi minimo impianto di automatizzazione dei cancelli».

Nell'istituto abbiamo visitato anche le aree dove si sviluppano molteplici attività lavorative con i detenuti, tramite una cooperativa che ci risulta occupare stabilmente oltre 100 detenuti - concludono i rappresentanti di Fns Cisl - In alcune di queste aree serve però adeguare la gestione degli spazi ed il relativo sistema di sicurezza con uscite d'emergenza, porte tagliafuoco ed un sistema di allarme. Queste aree non hanno poi un adeguato sbarramento per effettuare i necessari controlli dei detenuti ammessi al lavoro; inoltre le attività sono organizzate su un'area molto vasta e frastagliata dove talvolta risulta addetto alla sorveglianza una sola unità di polizia penitenziaria.
Serve poi valutare la situazione relativa al reparto femminile dislocato in un area distante dagli accessi di tutte le attività dell'istituto e che costringe il personale a lunghi spostamenti attraversando ampia parte esterna agli edifici, nell'intercinta, con percorsi a piedi che devono essere fatti in orari diurni e notturni, senza copertura alcuna.
Anche i tempi per i cambi tra i diversi turni o anche per la semplice consumazione dei pasti determinano tempi che condizionano il servizio. Questi aspetti possono risolversi dotando il reparto femminile di mezzi anche di tipo elettrico che sicuramente richiederebbero minor impegno sia economico che di attività burocratiche che servirebbero se si volesse realizzare una pensilina lungo i tragitti di cui detto.
Presso il reparto femminile segnaliamo poi la situazione della postazione prevista per il controllo del cortile passeggi, che dispone di un'area coperta ed una scoperta, dove le detenute fruiscono di ampi spazi mentre invece l'operatore è chiuso in un box neanche molto sicuro, dotato di vetri non infrangibili, box al quale si accede dallo spazio comune dove tutte le detenute contemporaneamente trascorro ore in attività ricreativa e di socializzazione.
Torniamo infine a segnalare la situazione dell'area colloqui detenuti, dove tre sale in cui si prevede il controllo visivo nell'incontro dei detenuti con i familiari vedono la postazione destinata a due unità di polizia penitenziaria insistere in un corridoio largo circa un metro e che le costringe a vigilare contemporaneamente in diverse direzioni visto che detto corridoio si trova al centro di sale diverse tra loro. I vetri attraverso i quali gli addetti controllano i colloqui non sono oscurati e quindi tutti gli occupanti le sale colloqui vedono ogni spostamento ed ogni operazione di controllo. Anche qui l'investimento per intervenire su detti vetri non rappresenta certamente un ingente impegno economico. In questa parte, poi, è organizzata anche la sala avvocati, dove però un solo addetto deve rilasciare i permessi per i colloqui con i legali, rispondere al telefono, ricevere mail per le prenotazioni, gestire le udienze con i magistrati, aprendo le stanze per i colloqui e rendendone adeguata registrazione. Anche in questo caso riteniamo serva rimodulare certi aspetti organizzativi, perché chi viene addetto a tali servizi sicuramente svolge servizi con responsabilità e stress elevati.

Anche il senatore Tosato, dopo la visita, ha chiesto maggiori attenzioni per gli uomini e le donne della polizia penitenziaria che lavorano a Montorio. «Ogni settimana gli agenti subiscono aggressioni fisiche e verbali e hanno pochi mezzi per mantenere l’ordine e garantire la propria sicurezza e quella degli altri detenuti - ha commentato Tosato - Anche gli agenti di polizia penitenziaria garantiscono e tutelano la nostra sicurezza in ambienti di lavoro difficili soprattutto da un punto di vista mentale ed emotivo. A loro va tutta la nostra solidarietà, la nostra gratitudine».

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