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Verona Mountain Film Festival, le opere vincitrici dell'edizione 2019

Il concorso cinematografico è stato vinto dal film «En vol vers le 8000» di Antoine Girard e Jérémie Chenal. Per il concorso fotografico, la foto vincitrice è «Finestra sulla grande guerra» di Luca Bentoglio

Ieri, 9 marzo, in Gran Guardia a Verona si sono tenute le premiazioni della quarta edizione del Verona Mountain Film Festival. Queste le opere premiate e le motivazioni espresse durante la serata.

Il concorso cinematografico è stato vinto dal film «En vol vers le 8000» di Antoine Girard e Jérémie Chenal. «Per le immagini strepitose, da un’altitudine record per riprese, nel regno degli Ottomila. Il film però oltre ai panorami mozzafiato riesce a trasmettere allo spettatore l’emozione del volo, un’incredibile esperienza umana che grazie alle riprese può essere condivisa da tutti».

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Menzione speciale per «Grivola 2018» di Dario Tubaldo e Matteo Zanga. «Un film che riporta alla ribalta la pratica più entusiasmante dello sci in alta quota, dove lo scialpinismo può esprimersi ai più alti livelli tra tecnica e spettacolarità. Un invito allo spettatore sciatore a considerare che, oltre allo sci di pista, esiste una montagna vera che sa offrire grandi emozioni, se affrontata con la dovuta preparazione tecnica e atletica».
E menzione speciale anche per «Big Mountain» di Filippo Salvioni. «Il Monte Denali, per molti noto ancora con il vecchio nome di Mc Kinley, è il protagonista di quest’opera che riesce ad accomunare esperienze alpinistiche lontane molti decenni. Dall’impresa di Riccardo Cassin e compagni ai giovani Ragni di Lecco di oggi sono cambiate tecniche e attrezzature, ma resta intatto il fascino per l’avventura e l’alpinismo d’alta quota».

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Per il concorso fotografico "Spirit of the mountain", la fotografia vincitrice è «Finestra sulla grande guerra» di Luca Bentoglio. «Un semplice scatto attraverso una feritoia di avvistamento riesce a trasmettere con tutta la sua forza i ricordi di un tragico evento, ma anche la meraviglia delle Tre cime di Lavaredo. Una visione naturalistica che richiama il mascherino cinematografico, in una rievocazione monumentale dell'intimo, cavernoso, indissolubile rapporto fra fotografia e immagine filmica: come solo con lo sguardo della e dalla roccia è possibile osservare la natura profonda e la storia scolpita sulle montagne».
Il premio della commissione sostenibilità dell'università ddi Verona, invece, è andato alla foto «La Terra degli Dei» di Alessia Corbetta.

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