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Contro la «pizza al coronavirus», campagna social per i cibi italiani

Si moltiplicano video e post promossi da Coldiretti anche in risposta al video satirico francese

Rimbalza sui social la campagna #mangiaitaliano promossa da Coldiretti a difesa della reputazione del Made in Italy nel mondo. Nelle stalle, nei mercati, in agriturismo ovunque, giovani, donne e operatori lanciano il messaggio con video e post per combattere la disinformazione, gli attacchi strumentali e la concorrenza sleale basati sul coronavirus.

Produttori e consumatori usano i vari social network per tutelare il patrimonio enogastronomico tricolore, in risposta anche al video satirico sulla «pizza italiana al coronavirus» andato in onda su un canale televisivo francese. Come La Prosciutteria, franchising enogastronomico presente anche in piazza Erbe a Verona, che ha pubblicato su Facebook un video in cui mostrava un uomo e una ragazza in partenza per la Francia, con un canestro di prodotti alimentari italiani e anche un bidet.

Ma Coldiretti denuncia anche che in alcuni Paesi stranieri si richiedono anche certificazioni sanitarie su vini e cibi provenienti dalla Lombardia e dal Veneto, pur essendo stato dimostrato che il coronavirus non si trasmette attraverso il cibo. E ci sono state anche disdette per forniture alimentari provenienti da tutta Italia, sotto la spinta di una diffidenza spesso alimentata da fake news.

L'emergenza coronavirus, con le difficoltà produttive, logistiche e commerciali ed i pesanti danni di immagine, sta mettendo a rischio l'intera filiera agroalimentare, dai campi agli scaffali fino alla ristorazione, secondo Coldiretti. Senza dimenticare, gli effetti del crollo del turismo che è sempre stato un elemento di traino del Made in Italy agroalimentare all’estero, amplificato dallo stop forzato alle fiere che sono un momento importante di promozione.

L'obiettivo di #mangiaitaliano è far conoscere i primati del Made in Italy. L'agricoltura italiana, oggi, è la più green d’Europa, con 297 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, 5.155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole bio, 40mila aziende agricole impegnare nel custodire semi o piante a rischio di estinzione e il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,8%) contro l’1,3% della media Ue o il 5,5% dei prodotti extracomunitari.

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