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Torna il mercato dell'antiquariato di Verona, ma con una nuova gestione

Finora, Verona Antiquaria era stata organizzata dall'associazione Retròbottega, che aveva vinto anche il bando dell'anno scorso che le riaffidava l'evento. Su quel bando, l'associazione Non Ho L'Età ha fatto ricorso al Tar ed ha vinto

Domani, 14 novembre, tornerà il mercato dell'antiquariato nel quartiere San Zeno di Verona. L'evento si terrà solo per questo novembre nella seconda domenica del mese e non nella prima. Uno spostamento deciso dal sindaco Federico Sboarina con un'ordinanza motivata dal fatto che domenica scorsa a San Zeno è stato recuperato il Carnevale che quest'anno non si era potuto festeggiare regolarmente a causa dell'emergenza Covid.

Ma la data non sarà l'unica novità di questo mercato dell'antiquariato. Dopo 7 anni, la manifestazione cambia gestione. E non senza polemica. Dal 2014, infatti, Verona Antiquaria era stata organizzata dall'associazione culturale Retròbottega. Associazione che aveva vinto anche il bando che nel 2020 le aveva riassegnato la gestione dell'evento. A quel bando aveva partecipato anche l'associazione Non Ho l'Età, la quale gestisce anche il mercato dell'antiquariato di Vicenza. Non Ho l'Età ha fatto ricorso al Tar, obiettando che Retròbottega non sia un'associazione riconosciuta in atto pubblico. Il tribunale ha accolto il ricorso e quindi da domani il mercato dell'antiquariato di Verona sarà gestito da Non Ho l'Età.

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(Verona Antiquaria)

«Non gestiremo più Veronantiquaria non per demerito, non per mala gestione, non per incuranza ma solo ed esclusivamente per un cavillo burocratico di dubbia rilevanza», ha commentato l'associazione, rivendicando un «lavoro appassionato, instancabile, indefesso per la realizzazione, lo sviluppo e la crescita di quello che oggi è il più frequentato, amato e seguito evento di antiquariato del Veneto. -Evento nato con 80 espositori e nel corso del tempo passato con sforzo e duro lavoro a 260 espositori».
Per Retròbottega, la sentenza del Tar è «discutibile» perché «l'idoneità professionale e i meriti» di questa associazione sarebbero stati dimostrati «per 7 anni sul campo», ricevendo «soddisfazione del quartiere e del Comune».
«La Corte Europea esprime plurime sentenze in favore della nostra posizione - ha aggiunto Retròbottega - Le associazioni culturali possono concorrere ad avvisi pubblici anche se non sono riconosciute con atto pubblico, poiché diversamente sarebbe un grave atto discriminatorio». Ed anche per questo motivo l'associazione è fiduciosa in una sentenza a lei favorevole nell'appello al Consiglio di Stato.

Per Non Ho l'Età, invece, la decisione del Tar è giusta perché nei bandi in cui sono previsti rischi di natura economica è necessario il riconoscimento in atto pubblico delle associazioni partecipanti.

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