Covid, Veneto in area "rosso scuro" per l'Europa. Zaia: «Dati fuorvianti»
Se questa classificazione fosse confermata, ai cittadini veneti sarebbero imposti tampone e quarantena per i viaggi all'estero. Il presidente regionale: «Dati che non c'entrano assolutamente niente con la realtà»
«Immagino che l'Ecdc parta dalla considerazione che i dati italiani siano uniformi. Questo è un errore di fondo che porta a dati fuorvianti. Bisogna ribadire per l’ennesima volta che il numero di positivi a settimana su centomila abitanti dipende dalle positività che si trovano facendo tamponi. Basta applicare la proprietà transitiva, ma anche stavolta non è stato fatto, secondo la quale chi fa tanti tamponi trova tanti positivi, chi ne fa meno, ne trova meno. In Veneto arriviamo a farne circa 65mila al giorno, in altre regioni se ne fanno magari un decimo. È quindi ovvio che non si possono mettere a confronto regioni che fanno tanti tamponi e altre che non ne fanno». In questo modo il presidente del Veneto Luca Zaia ha commentato la notizia della simulazione sui dati raccolti dall'Ecdc (centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) al 17 gennaio. I dati sono stati resi noti ieri, 25 gennaio, dal commissario europeo Didier Reynders, ed inserirebbero Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e provincia di Bolzano in una fascia di rischio Covid dal colore «rosso scuro». Si tratta di una fascia nuova e, se questa classificazione fosse confermata, imporrebbe ai cittadini veneti tampone e quarantena per viaggiare in altri paesi europei.
«Noi - ha aggiunto Zaia - abbiamo sempre avuto una percentuale di positivi sui tamponi eseguiti giornalmente non superiore all'8%, e in questi ultimi 20 giorni tale percentuale si è attestata tra il 2% e il 4%. Quindi tutti, a ogni livello, devono parlare sulla base di dati omogenei, perché altrimenti, come in questo caso, scaturiscono dati fuorvianti, che non c'entrano assolutamente niente con la realtà».
Le rilevazioni del Veneto parlerebbero, infatti, chiaro, con 201 casi di positività al coronavirus su 100.000 su base settimanale, come mostrato anche dall'ultimo report dell'Istituto superiore della sanità e del Ministero della salute.