rotate-mobile
Attualità Centro storico / Piazza Bra

Il grande annuncio ad Amarone Opera Prima: «Messa a riposo uve della Valpolicella, candidatura a patrimonio Unesco»

Una tecnica che da oltre 1.500 anni identifica la comunità della Valpolicella e che ora ambisce al riconoscimento di patrimonio immateriale Unesco: «Ora confidiamo nelle istituzioni»

«Completato il dossier per la presentazione della candidatura della tecnica della messa a riposo delle uve della Valpolicella a patrimonio immateriale dell’Unesco». L’annuncio ufficiale è stato dato sabato 4 febbraio in apertura di Amarone Opera Prima, la due giorni del Consorzio vini Valpolicella per celebrare il millesimo 2018 dell’iconico Rosso veronese. «Dieci le pagine redatte dal comitato scientifico, - si legge in una nota dell Consorzio - che sintetizzano il lavoro di studio, analisi, raccolta di documenti e materiale video fotografico anche di archivio. Così come sono dieci gli anni di attesa di una comunità fortemente determinata a insignire il secolare appassimento come patrimonio immateriale dell’umanità. Un obiettivo che, se sarà centrato, riconoscerà alla Valpolicella anche il primato di iscrizione di una pratica di vinificazione negli elenchi tutelati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura».

Fulcro del dossier, in base a quanto si apprende, sono i «quattro capisaldi identitari che secondo il comitato scientifico, composto da enologi, giuristi e antropologi, asseverano l’istanza della Valpolicella». In questo territorio, infatti, la secolare tecnica della messa a riposo delle uve della Valpolicella, pratica che decreta l’unicità dell’Amarone e del Recioto, garantisce, cita il dossier, una «funzione educativa, ambientale, di riscatto sociale e di inclusione» e, ovviamente, anche «una funzione enologica», perché «senza questa tecnica i vini del territorio non esisterebbero». Tra i punti di forza, individuati anche l’estensione territoriale dell’appassimento praticato da «8mila persone» nei 19 Comuni della denominazione.

Uva - Vigneto Uva Vino - foto ufficio stampa Amarone Opera Prima

Per Pier Luigi Petrillo, coordinatore del comitato scientifico, professore e direttore della cattedra Unesco sui Patrimoni culturali immateriali dell’Università Unitelma Sapienza di Roma: «Il dossier evidenzia che si tratta di una tecnica che rispecchia la storia sociale, politica, economica di questo territorio e ne manifesta la sua evoluzione. Il profondo radicamento culturale e identitario definisce la stessa architettura rurale della Valpolicella: un saper fare che da oltre 1.500 anni identifica questa comunità». 

Il presidente del Consorzio vini Valpolicella, Christian Marchesini, ha aggiunto: «Il traguardo di oggi è il risultato di un grande lavoro di squadra che ha messo a fattor comune la valorizzazione della Valpolicella e la sua vocazione all’eccellenza. Una unità di intenti e di visione che ha riscontrato l’appoggio anche delle istituzioni, a partire dalla Regione Veneto e dal suo presidente, Luca Zaia. Ora confidiamo che i ministeri deputati a decidere la presentazione della candidatura sappiano riconoscere il valore antropologico e socioeconomico di questa tecnica. Non dimentichiamo, infatti, che la denominazione genera un fatturato di oltre 600 milioni di euro l’anno».

La chiusura del dossier ufficiale segue le quattro call to action promosse dal Comitato promotore (Consorzio vini Valpolicella nel ruolo di coordinatore, Sovrano nobilissimo ordine dell’antico recioto, Consiglio del Palio del Recioto e dell’Amarone e Associazione Strade della vite e del vino della Valpolicella) nel corso del 2022. Il documento verrà ora trasmesso al ministero della Cultura, a quello dell’Agricoltura e alla Commissione nazionale per l’Unesco, l’organismo interministeriale coordinato dal ministero degli esteri cui spetta il compito di scegliere, entro il 30 marzo, l’unica candidatura italiana da inviare a Parigi per la valutazione. 

Cos'è il Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella 

Oltre 2.400 aziende tra viticoltori, vinificatori e imbottigliatori su un territorio di produzione che si estende in 19 Comuni della provincia di Verona, dalla Valpolicella fino alla città scaligera che detiene il primato del vigneto urbano più grande dello Stivale, 8.600 ettari di vigneto e un giro d’affari di oltre 600 milioni di euro, di cui più della metà riferiti alle performance dell’Amarone. È l’istantanea del Consorzio per la tutela dei vini Valpolicella che, con oltre l’80% di rappresentatività, tutela e promuove la denominazione in Italia e nel mondo. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il grande annuncio ad Amarone Opera Prima: «Messa a riposo uve della Valpolicella, candidatura a patrimonio Unesco»

VeronaSera è in caricamento