Università di Verona coinvolta in un progetto contro resistenza agli antibiotici
L'ateneo scaligero è partner di Primavera. Con Evelina Tacconelli, direttrice della sezione di malattie infettive, indagherà sul possibile utilizzo degli anticorpi monoclonali per contrastare l'Amr (antibiotico resistenza)
Con un gruppo di lavoro guidato dalla professoressa Evelina Tacconelli, l'università di Verona parteciperà ad un progetto finanziato dall'Europa con 9 milioni di euro finalizzato al contrasto dell'Amr (antibiotico resistenza) attraverso gli anticorpi monoclonali.
L'antibiotico resistenza è la capacità dei batteri di sviluppare meccanismi di resistenza ai farmaci progettati per combattere le infezioni. L'Amr è attualmente considerata dall'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) una delle dieci principali minacce alla salute umana. E l’Italia è al momento il Paese europeo con il numero più alto di morti per antibiotico resistenza.
Con il progetto Primavera (Predicting the impact of monoclonal antibodies and vaccines on antimicrobial resistance), a cui partecipa l'ateneo di Verona con la sezione di malattie infettive guidata da Evelina Tacconelli, si vuole studiare il ruolo che potrebbero svolgere gli anticorpi monoclonali nella lotta contro l’antibiotico resistenza. I vaccini e gli anticorpi monoclonali (mAbs) sono molecole prodotte in laboratorio che imitano la capacità del sistema immunitario di combattere patogeni nocivi, come i virus, e il loro ruolo potrebbe essere vitale nella lotta contro l'antibiotico resistenza. E questo perché, a differenza degli antibiotici, non sono soggetti alla naturale perdita di efficacia.
Attualmente, non sono disponibili dati completi che possano orientare le decisioni sull'uso più efficiente di vaccini e mAbs nella lotta contro l'Amr. Questo ha scoraggiato gli investimenti nello sviluppo di vaccini e mAbs che contrastano i patogeni resistenti, acuendo il problema della resistenza agli antibiotici. Il progetto Primavera, che prevede una collaborazione di istituti pubblici e privati a livello internazionale, ha l’obiettivo di sviluppare una piattaforma web open-source che permetta di combinare le informazioni provenienti da modelli matematici con dati epidemiologici completi (cioè che includono sia dati sanitari che economici). Questa piattaforma consentirà di orientare politiche sanitarie in merito alla produzione di specifici vaccini e mAbs, e permetterà di informare l'allocazione strategica delle risorse necessarie.
Il progetto avrà la durata di 5 anni ed è finanziato per 9 milioni di euro tramite l’Innovative Medicines Initiative 2 (Imi2). Sono coinvolti 19 partner tra i Paesi dell’Ue, Regno Unito e Russia, 16 istituzioni accademiche e stakeholders del settore farmaceutico. E il coordinamento è affidato alla European Vaccine Inititive (Germania), con il supporto di Marc Bonten, University of Medical Center Utrecht (Paesi Bassi), e Gsk.
L’ateneo di Verona è partner del progetto, con Evelina Tacconelli, direttrice della sezione di malattie infettive come principal investigator. Il team scaligero sarà coinvolto nelle attività del Work Package 1 (Burden of disease due to AMR) e del Work Package 3 (Data gathering).