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Zaia dice basta al numero chiuso in università per accedere a medicina: «La selezione deve avvenire sul campo»

«Da tempo sostengo l’abolizione del numero chiuso», afferma Zaia. La ministra dell'università e della ricerca Cristina Messa tuttavia spiega: «Il numero chiuso è necessario, per mantenere alta la qualità»

«È giusto che questo dibattito si traduca in realtà: non possiamo continuare a selezionare i nuovi medici pensando che dei ragazzi di 18 anni siano scelti e valutati con dei test». Con queste parole il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, interviene nel dibattito che, in queste ore, vede varie prese di posizione in merito al numero chiuso alle facoltà di Medicina e all’ipotesi di una sua abolizione.

«È bene che quei ragazzi - afferma ancora il governatore Luca Zaia - abbiano invece la possibilità di iniziare il loro percorso di studi, di capire cosa significhi lavorare in corsia e in una sala operatoria e quali siano le implicazioni di affrontare l’attività professionale nel suo contesto. Da tempo sostengo l’abolizione del numero chiuso; la selezione deve avvenire sul campo e non con una serie di test, effettuati in maniera asettica e per nulla obiettiva», ha concluso il presidente del Veneto.

La ministra dell'Università e della Ricerca, Cristina Messa, secondo quanto riportato dall'Ansa, ha tuttavia spiegato che «dall'anno accademico 2022-2023 ci sarà già un grande cambiamento per accedere alla facoltà di medicina: non più una sola data, ma un percorso che consenta ai ragazzi dalla IV superiore di prepararsi, autovalutarsi e poter tentare più volte nel corso dell'anno il test». La stessa ministra avrebbe poi aggiunto: «Il numero chiuso è necessario, per mantenere alta la qualità, sia nel caso di una selezione all'ingresso sia nel caso di "sbarramento" al secondo anno di università, come accade in Francia».

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