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Bici contro il traffico da cantiere filobus. «E chi non ci può andare come fa?»

Baso, presidente dell'Automobile Club di Verona, non è contro le due ruote a pedali, ma chiede soluzioni per chi non può spostarsi se non in auto. E Padovani chiede di pensare anche agli esercenti del centro

Che siano così tanti da paralizzare la città, come denunciano i consiglieri di opposizione, o che siano meno del previsto, come riferito da Amt3, i disagi per il cantiere del filobus ci sono e nessuno può negarlo. Come non si può negare che il Comune di Verona, con navette, accorgimenti e con l'aiuto degli agenti della polizia locale, stia cercando di limitarli. Ed è sul come si possano limitare i disagi che in città si continua a discutere.

Uno dei suggerimenti ripetuti a più riprese per evitare gli incolonnamenti in auto è quello di non prendere l'auto. Un suggerimento ovviamente rivolto a chi ha un'alternativa valida nel trasporto pubblico locale o nella bicicletta. Un'alternativa stimolata dagli Amici della Bicicletta di Verona che hanno messo a disposizione delle mappe per spostarsi in città sulle due ruote a pedali.
«Beati quelli che possono andare in bici», ha però commentato il presidente dell'Automobile Club di Verona Adriano Baso, che non è contro l'uso della bicicletta, ma evidenzia come alcuni cittadini non abbiano la possibilità di scegliere alternative valide all'auto. «Tutte quelle persone che devono spostarsi per lavoro, anche fuori città o in un'altra città con orari non compatibili con i mezzi pubblici, come fanno? - ha aggiunto Baso - Oltre ai nostri 23mila soci, Aci deve tutelare le esigenze di tutti gli automobilisti veronesi. Si tratta di un altissimo numero di persone che devono lottare quotidianamente con il traffico. E mi auguro davvero che si possa trovare una soluzione al problema che trascenda le demagogie ecologiste e punti invece a soluzioni reali».

E in più ci sono i disagi indiretti al traffico. «Ad esempio i ristoratori del centro storico - ha affermato Marco Padovani, deputato veronese di Fratelli d'Italia - I lavoratori di Zai, Borgo Roma e dei quartieri limitrofi al cantiere, a causa di questa estenuante situazione traffico, non sono più invogliati ad andare a consumare in centro. Arrivare fino in Porta Nuova, recarsi dentro le mura, cercare parcheggio e sedersi al tavolo sarebbe una perdita di tempo troppo grande per chi ha solamente un’ora di pausa. E come i nostri ristoratori ci sono centinaia di esercenti del centro storico nella medesima situazione, dai negozi di abbigliamento, ai panifici, alle librerie. Se non verranno modificati questi provvedimenti, le persone tenderanno ad andare sempre più verso i grandi centri commerciali per ogni tipo di acquisto, e la situazione economica attuale non permette alle nostre attività di essere così fortemente penalizzate per un anno». Padovani ha dunque chiesto di trovare «provvedimenti viabilistici per facilitare l’accesso al centro e dare la possibilità a centinaia di esercizi commerciali di non perdere il fatturato, soprattutto in un periodo economicamente e finanziariamente delicato come questo».

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