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Esami antidroga nelle scuole: docenti contrari, ma Sboarina tira dritto

I professori riuniti nel Coordinamento Scuola Verona: «Pensare che si possa prevenire l'uso di sostanze attraverso la paura è sbagliato oltre che controproducente». Ma il sindaco non indietreggia

Maggiori ispezioni nelle scuole medie e superiori di Verona della polizia locale, anche con i cani antidroga, e test sulle urine degli studenti che volontariamente o con il consenso dei genitori si vorranno sottoporre ad esami antidroga. Sono questi i principali contenuti del protocollo attivato da Comune di Verona, Ulss 9 Scaligera ed Ufficio Scolastico per prevenire il consumo di sostanze stupefacenti tra i giovani. Un protocollo annunciato a fine gennaio e che subito ha fatto discutere perché per la prima volta si introducono i test antidroga nelle scuole. Una novità che ha trovato la contrarietà degli studenti, ma anche i professori riuniti nel Coordinamento Scuola Verona hanno espresso il loro parere negativo, motivandolo in una nota dettagliata.

Riteniamo che la scuola deve essere e rimanere un luogo di crescita, accoglienza, ascolto e dialogo verso tutti gli studenti senza alcuna distinzione e non un luogo dove mettere in atto azioni repressive e di controllo - scrivono i docenti del Coordinamento - Pensare che si possa prevenire l'uso di sostanze attraverso la paura è sbagliato oltre che controproducente. Il problema delle dipendenze dovrebbe essere affrontato in un'ottica di informazione per un accrescimento della consapevolezza e della costruzione di sé; in tal senso gli insegnanti e la scuola si sono negli anni presi carico di molte problematiche sociali e delle necessità dei giovani offrendo interventi di tipo educativo e formativo. I controlli attraverso la polizia locale o i test antidroga del servizio sanitario, non fanno altro che allontanare i ragazzi dal mondo dell'istruzione e dalla figura dell'insegnante e vanno quindi in senso contrario alle azioni messe in atto per combattere la dispersione scolastica. Rifiutiamo quindi il coinvolgimento dei docenti nei controlli perché, tra l'altro, ciò causerebbe la perdita di quel rapporto di fiducia e rispetto che si instaura tra insegnanti e studenti, base per costruire dialogo e ascolto e perchè non ci vogliamo prestare alla strumentalizzazione politica dei problemi sociali.

Il sindaco di Verona Federico Sboarina, però, non indietreggia. «Non posso che essere favorevole ai test antidroga nelle scuole e mi auguro che il protocollo sia da tutti valutato come un aiuto nella battaglia alla droga, uno strumento in più a tutela della salute dei nostri giovani». Queste le sue parole, riportata su L'Arena nell'intervista di Camilla Ferro.
In questa intervista, Sboarina ha spiegato che gli studenti che dovessero risultare positivi agli esami antidroga non saranno abbandonati a loro stessi, ma saranno sostenuti attraverso un percorso sanitario. Inoltre, questi casi positivi saranno comunicati solo alle famiglie.

«Ci sarà la presa in carico degli studenti veronesi trovati positivi da parte del servizio dipendenze», scrive Andrea Nardi, ex consigliere della quarta circoscrizione ed esponente di Movimento Scaligero. Nelle parole di Nardi, però, soggiace una critica, dato che lui si sta battendo per cambiare l'attuale sistema di gestione delle tossicodipendenze attraverso l'unico centro Sert di Verona, quello di via Germania alle Golosine. Per Andrea Nardi, il protocollo che introduce test antidroga nelle scuole aumenterà il numero di fruitori del Sert. «Ci saranno ancora più persone con problemi di droga nel cuore del quartiere», scrive Nardi, il quale ha organizzato per sabato prossimo, 15 febbraio, un corteo di protesta. La partenza è prevista alle 10.30 da piazza Brodolini. Da lì, i manifestanti percorreranno quelle che per il Movimento Scaligero sono «le vie maggiormente colpite dal degrado giornaliero».

sboarina manda gli studenti al sert

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