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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico aiutati dal tennis

Svelati i risultati del progetto "Tennis e autismo", ideato e organizzato dall'associazione Ippocampo. Professor Zoccante del Centro Regionale per l'Autismo: «Migliorate prestazioni motorie e organizzazione della persona»

Una rete che divide il campo da gioco e allo stesso tempo unisce chi si sfida impugnando una racchetta. Il 9 aprile scorso è iniziato il progetto "Tennis e autismo", ideato e organizzato dall'associazione Ippocampo, insieme a Vk Events e ad altri partner. Attraverso lo sport, Ippocampo ha voluto aiutare bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico. E aiutando loro, ha cercato di sostenere anche le attività di ricerca del Centro Regionale per l'Autismo, diretto dal professor Leonardo Zoccante.

Il progetto è stato finanziato da Agsm-Aim ed è stato ospitato e supportato nel Circolo Tennis Scaligero di Verona. E i risultati di otto mesi di test sono stati recentemente presentati dalla presidente di Ippocampo Alice Lonardi e dagli altri partecipanti. «Ippocampo è nata nel 2021 in sostegno delle famiglie che devono fare i conti con i disturbi dello spettro autistico - ha detto Lonardi - Grazie alla collaborazione con Vk Events e agli spazi che Circolo Tennis Scaligero Verona ci ha messo a disposizione abbiamo effettuato questo test su sei ragazzi selezionati dall'equipe del professor Zoccante, che è anche il coordinatore del comitato scientifico di Ippocampo. I risultati sono stati assolutamente eccellenti a testimonianza di come una disciplina come il tennis può essere davvero importante per i ragazzi affetti da disturbi dello spettro autistico ma anche per la comunità e per le famiglie che gravitano attorno a loro. Il progetto continuerà, anzi, a dire il vero è già iniziata una nuova tappa. A seguito di questa prima fase e delle prime dieci lezioni, è stata costituita una borsa di studio grazie alla quale Ippocampo sosterrà una serie di ragazzi nel percorso di scuola tennis all'interno del circolo. A tal proposito un ragazzo sta frequentando la scuola tennis insieme a ragazzi normotipici, facendo un'ora di lezione insieme ad altri ragazzi più un'ora di atletica insieme ad un altro gruppo».
Maggiori dettagli sui risultati sono stati poi forniti dal professor Leonardo Zoccante: «Tramite il tennis abbiamo favorito lo sviluppo delle competenze in sei ragazzi con disturbo dello spettro autistico eseguendo una valutazione iniziale e una valutazione finale dopo dieci sedute. I risultati hanno evidenziato un miglioramento sulle prestazioni motorie ma soprattutto hanno evidenziato un miglioramento sull'organizzazione della persona: il ragazzo arrivava accompagnato dalla sua famiglia e poi procedeva nell'attività con l’istruttore. Il tennis ha favorito i ragazzi con autismo perché è uno sport che permette alla persona di avere visibile tutte le sequenze che avvengono nell'ambito dell'attività sportiva. Inoltre, ha favorito l’empatia organizzativa e motoria, favorita anche dal contesto in cui si è svolta. Seduta dopo seduta abbiamo constatato quella che si può definire una competenza di sincronizzazione sociale. Ora l’asticella si alza ulteriormente: infatti vorremmo che questo progetto si ampliasse ulteriormente e potesse coinvolgere una ventina di ragazzi».
Una sfida raccolta dal maestro di tennis Filippo Tasinato: «Questo progetto ha fatto crescere sia me che i ragazzi. Già dalla seconda lezione vedevo che i ragazzi rispondevano abbastanza bene come capita solitamente ai ragazzi normotipici». Ed anche Carlo Piccoli di Vk Events si è sentito arricchito dall'esperienza: «Questa iniziativa ha fatto bene ai ragazzi, alle famiglie ma anche a tutti noi che, a vario titolo, abbiamo collaborato. Sarebbe interessante che alcuni dei ragazzi che sono già avviati verso la strada del professionismo passassero qualche ora in campo con i ragazzi con disturbi dello spettro autistico. Sarebbe per loro un importante momento di crescita a livello umano». E Fabrizio Motta del Circolo Tennis ha concluso: «Questo progetto ci ha fatto vedere il tennis sotto un altro aspetto e vorremmo continuare a guardarlo così. Il tennis non è solamente competere. Questo sport sviluppa una serie di abilità, di competenze e di interazioni con il nostro corpo, e con il nostro cervello in particolare, che tante volte diamo per scontate».

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