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«Annuncite», suggerimenti e repliche: botta e risposta tra PD e Comune di Verona sulla TAV

D'Arienzo e Benini mettono nel mirino il comunicato di Palazzo Barbieri sulla Verona - Brennero, Vallani indica alcuni problemi che sorgeranno nella zona Est di Verona con l'avanzare dei lavori: a tutti risponde l’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala

Critiche, puntualizzazioni e suggerimenti dall'opposizione. Repliche picchate e spiegazioni dalla maggioranza. 
Ad accendere il dibattito politico in città questa volta è la TAV, che nei giorni scorsi ha visto andare avanti la fase di progettazione della linea Verona - Brennero, mentre nella zona Est già si stanno svolgendo i lavori per la tratta che porta a Vicenza. 

D'Arienzo e Benini sulla Verona - Brennero

Nei giorni scorsi un comunicato del Comune di Verona dava notizia dell'imminente progetto definitivo per quanto riguarda un lotto della linea che condurrà verso il nord del Paese, ma secondo il senatore del Partito Democratico Vincenzo D'Arienzo e il capogruppo comunale del PD Federico Benini, si tratterebbe principalmente di «annuncite», mentre non sarebbe ancora affrontata a dovere la questione relativa agli espropri. 
«I continui annunci dell’Assessore Segala sul percorso TAV Verona-Pescantina (IV lotto funzionale della TAV Verona-Brennero) sono un’inutile ripetizione di quanto già conosciamo… dal 2013». Inizia così la nota diffusa dai due esponenti dem, che poi proseguono: «Nove anni fa l’interramento della linea storica, quella dell’alta velocità nella zona di Via Fava, del Chievo, via del Fortino e La Sorte e, conseguentemente, la creazione di aree verdi e piste ciclabili sulle aree lasciate libere dai binari fu deciso con un Protocollo d’Intesa tra il Comune di Verona e Rete Ferroviaria Italiana. Presentarlo come un successo attuale e personale con inutili e roboanti annunci non serve ad altro che alla propria campagna elettorale.
Nulla, però, è stato ancora detto sugli espropriandi. Pare che saranno interpellati solo da febbraio prossimo. La verità, però, è che il Comune di Verona è dal 2018 che conosce bene quali sono gli immobili da espropriare, perché le schede tecniche del progetto preliminare presentato quell’anno contengono i terreni e gli immobili che saranno oggetto di espropri. Impossibile non vederle, considerato che con la delibera di Giunta 2020/273 del 2 settembre 2020 di approvazione dell'atto integrativo del Protocollo stipulato tra Comune e Rete Ferroviaria Italiana nel maggio 2013, il Comune integrava proprio le ipotesi progettuali che RFI aveva presentato nel settembre 2018. Una svista? Il Protocollo del 2013, però, prevede anche che il Comune avrebbe dovuto individuare un terreno del patrimonio comunale con caratteristiche analoghe alle zone interessate dai lavori ove ricostruire le nuove abitazioni per le famiglie che saranno espropriate. Come mai si accorge solo adesso degli espropriandi? In otto anni si sarebbe potuto fare tanto. È necessario che il Comune si assuma la responsabilità di avviare subito un tavolo con le ferrovie per regolare con un accordo di programma i rapporti patrimoniali in gioco e volgerli a beneficio della comunità, in modo da non lasciare da soli i veronesi coinvolti dagli espropri.
Ancora più clamoroso l’intento di prendere spunto da Trento per nominare il garante dei cittadini. Ma come, è sempre lo stesso Protocollo del 2013 che stabilisce la creazione di un Osservatorio/infopoint di informazione e di regolazione dei rapporti con i cittadini. Dove è stato fatto di norma ha portato con sé anche la nomina di un Garante. Ma quale Trento, possibile che il Comune non conosca il Protocollo che ha firmato? Una situazione incomprensibile che si spiega solo con la necessità di promuovere la propria immagine per la campagna elettorale».

I cantieri a Verona Est

Sempre del Partito Democratico di Verona, il consigliere comunale Stefano Vallani indica invece i problemi che possono sorgere nella zona Est di Verona a causa dei lavori per l'Alta velocità. 
«Al di là dell’accelerata sui lavori della Tav grazie ai fondi Pnrr - recita la nota -, qui ad Est di Verona, luogo di cantiere, c’è tuttavia preoccupazione per il silenzio dell’amministrazione comunale sull’argomento. Preoccupa la situazione viabilistica che sarà pesantemente modificata dai cantieri. Nel dettaglio, abbiamo analizzato i principali problemi legati alla cantierizzazione, intendiamo sollecitare gli Assessorati competenti al fine di agire per ridurre l’impatto che i lavori della prima fase potranno avere sulla quotidianità dei nostri quartieri.

  1. SOTTOPASSO PORTO SAN PANCRAZIO – VIA PORTO SAN MICHELE - I lavori per l’allungamento del sottopasso di via Porto San Michele dovranno considerare la difficile situazione viabilistica del Porto San Pancrazio e quindi prevedere l’avvio dei lavori in contemporanea con la limitazione al traffico di via Unità d’Italia con via del Capitel. Inoltre si fa presente che via Galilei è una strada a doppio senso, ma molto stretta su cui è impossibile eliminare la sosta su strada e per questo motivo difficilmente utilizzabile dai mezzi pesanti.
  2. LAVORI SU VIA UNITA’ D’ITALIA / VIA DEL CAPITEL - Propedeutica all’esecuzione di questi lavori, l’amministrazione Comunale di Verona dovrebbe provvedere a realizzare in tempo la rotatoria prevista con l’iniziativa del piano degli interventi per la realizzazione di un supermercato, su Corso Venezia con via Quattro Stagioni, al fine di consentire a chi deve andare in Borgo Trieste un’alternativa all’asse di via Unità d’Italia via del Capitel dove non sarà più consentita la svolta a sinistra e verranno ridotte le corsie.
  3. SOTTOPASSO BERNINI BURI - Dovranno essere ridotti i tempi della eventuale chiusura, attualmente individuati in 5 mesi, cercando la soluzione migliore che possa consentire i sensi unici alternati da semaforo durante la maggior parte del tempo dei lavori previsti. Inoltre chiediamo che non vengano svolti in contemporanea i lavori su Via Serenelli che deve rimanere libera fino a quando non saranno conclusi i lavori del sottopasso. La vecchia strada, dalla chiesa di San Rocco, può essere utilizzata solo in un senso di marcia ovvero da San Michele verso Molini e non viceversa e non ha le caratteristiche idonee per essere definita come deviazione a doppio senso di marcia. Ricordiamo che questo sottopasso rappresenta la via più idonea per circa 2.500 residenti, attività economiche e aziende del territorio per raggiungere il quartiere e la Città. È inoltre l’accesso idoneo utilizzato dal trasporto pubblico. Per il periodo di necessaria chiusura, dovrà essere garantito il trasporto pubblico per gli studenti e lavoratori.
  4. VIA SERENELLI - I lavori di via Serenelli, luogo in cui vi è grande convento delle Sorelle della Misericordia che è anche luogo ospedaliero e casa di riposo, devono svolgersi solo quanto terminati quelli relativi al sottopasso di via Bernini Buri e con la conclusione dell’allargamento di via Pontara Sandri verso Case Nuove e anche dei lavori relativi al collegamento con la rotatoria di Verona Est prima del raccordo autostradale. Questo consentirebbe comunque di poter usufruire di una nuova viabilità a supplire delle temporanea chiusura di via Serenelli. Non può essere via Fiorane l’alternativa. Una strada di campagna, larga meno di 3 metri, con curve a gomito, non può essere una valida soluzione.

Riteniamo, infine, che questi possano essere gli elementi che dovranno essere affrontati e tenuti presenti per cercare di ridurre il più possibile i problemi ai residenti i quali sono consapevoli di dover subire qualche disagio, cittadini che non hanno bisogno del “garante dei cittadini”, ma cosa più importante sarebbe affrontare con velocità i problemi e preparsi per tempo a dare le risposte che gli stessi cittadini attendono.
Chiediamo con urgenza all’Amministrazione Comunale, e quindi agli assessorati alla mobilità e ai lavori pubblici che si attivino fin d’ora con i funzionari e i tecnici per affrontare gli studi viabilistici e di coordinamento dei futuri interventi dei lavori perché è necessario quanto prima agire con una dettagliata programmazione ed evitare ogni improvvisazione che può invece creare solo disagio al cittadino. Nel frattempo rimaniamo ancora in attesa di conoscere, nel dettaglio, il nodo Verona (da Porta Nuova a Porta Vescovo) del quale ancora non si hanno le progettazioni definitive».

Le parole dell'assessore Segala

«Prosegue la saga D’Arienzo e Benini, affetti da "annuncite" a vuoto. Non so dove abbiano visto o letto "roboanti" dichiarazioni sulla Tav, quello che è sotto gli occhi di tutti è che, mentre noi, passo dopo passo, informiamo la città sul procedere di questa grande opera strategica, loro diffondono notizie non vere, creando confusione. Solo qualche giorno fa abbiamo ricevuto da Rfi, per la prima volta, il tracciato esatto delle trincee e gallerie di San Massimo e Parona. Darne notizia ai veronesi ci sembrava doveroso. Mentre è falso che ci sono dal 2018 le schede tecniche degli immobili da espropriare».
Così l’assessore alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala replica al senatore Vincenzo D’Arienzo e al capogruppo del Pd in Consiglio comunale Federico Benini.
«Un senatore, che è anche membro di una commissione tecnica, dovrebbe sapere che senza lo studio di prefattibilità, in arrivo da Rfi il prossimo mese, non possiamo sapere chi e come verrà espropriato – prosegue Segala -. Non è vero, quindi, che il Comune dal 2018 è in possesso di questo dato e delle relative schede tecniche. Uno svarione dietro l’altro. D’Arienzo, inoltre, non sa o non vuol sapere che, nel 2020, è stata Rfi a togliere dal protocollo che sia il Comune a trovare le aree per gli espropriati perché questa soluzione nel resto d’Italia si è dimostrata un fallimento. Dagli strafalcioni ai granchi colossali. Senatore e consigliere, insieme, per portare avanti la loro "annuncite" fanno finta di non saper distinguere tra un infopoint e un garante, equiparandoli. Ebbene, sveliamo loro che il primo è un punto informazioni che verrà allestito da Rfi, mentre il secondo è un tecnico comunale che metteremo a disposizione per essere ancora più vicini ai cittadini, soprattutto agli espropriandi, ed essere presenti sul territorio coinvolto dall’opera».

Sulla nota firmata da Vallani l'assessore aggiunge: «Per quanto riguarda i suggerimenti del consigliere Stefano Vallani, come abbiamo già detto, qualsiasi spunto che arriva da chi vive il territorio è prezioso e ben accetto. Ma sono idee e alternative alle quali stiamo già lavorando per ridurre al massimo l’impatto del cantiere di questa grande opera sui nostri quartieri. Abbiamo anche già fatto alcuni incontri per approfondire le questioni che toccheranno da vicino i veronesi, l’ultimo al Pestrino con le scuole e il consorzio incaricato dei lavori Iricav Due. Ci è stato detto che nel dettaglio delle soluzioni viabilistiche si potrà andare quando sarà stata individuata la ditta esecutrice».

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