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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Inceneritore a Ca' del Bue, capolinea al Tar: estinto il ricorso di Urbaser

La società spagnola ha preso atto non non poter più portare a termine il project financing stoppato da Agsm, mentre la Regione Veneto concede una deroga per il revamping

Una sentenza del Tar e un decreto della Regione Veneto. Due atti, due novità sull'impianto di trattamento dei rifiuti di Ca' del Bue. Impianto su cui il consigliere comunale Michele Bertucco non smette di vigilare.

L'atto più recente è di venerdì scorso, 22 aprile, e potrebbe essere la pietra tombale sulla possibilità di creare un inceneritore a Ca' del Bue. Una possibilità progettata dalla società spagnola Urbaser, la quale chiedeva di portare a termine il project financing stoppato da Agsm. Richiesta rimasta in sospeso per anni e a cui Urbaser ora ha definitivamente rinunciato. Il Tar ha dunque giudicato estinto il ricorso della ditta iberica ed ha chiuso la diatriba legale sull'inceneritore di Ca' del Bue.
«Da anni non si parlava più esplicitamente di riaccensione di Ca' del Bue - ha commentato il consigliere Bertucco - Tuttavia è sempre rimasto inattuato il bisogno di una riqualificazione complessiva dell’impianto. Tutti i progetti e le autorizzazioni finora rilasciate sono andate a toccare singole parti dell’impianto senza mai offrire una visione d'insieme di quello che dovrà essere in futuro Ca' del Bue e soprattutto senza mai escludere esplicitamente la possibilità o l'opportunità di riattivare i forni».

La seconda novità è della settimana scorsa ed è la pubblicazione del decreto regionale che concede la deroga al 2026 della realizzazione del progetto di "Revamping e valorizzazione delle sezioni di trattamento meccanico biologico di Ca' del Bue". Progetto presentato da a Agsm. «Si tratta di un bando di 34 milioni di euro, di cui 19 per la prima linea e 15 per la seconda in autorizzazione - ha spiegato Bertucco - Il Comune di Verona ha già rilasciato anche l’autorizzazione edilizia con il relativo permesso a costruire. Dopo 7 anni, però, Agsm non ha ancora chiarito quale sarà il destino dei vecchi forni: faranno ancora parte dell’impianto, come il progetto di “revamping” induce a pensare, oppure l'azienda ha altri progetti? La totale assenza di informazione in merito, e la totale mancanza di dialogo e di confronto sia con il consiglio comunale di Verona sia con con i Comuni limitrofi che riceverebbero l'impatto del "revamping" dei forni, induce a pensare che l'azienda stia semplicemente attendendo il momento migliore per mettere tutti davanti al fatto compiuto».

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