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Martedì, 23 Aprile 2024
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"Aida" e polemiche, soprano Tamara Wilson: «Non mi trucco la faccia di nero. È razzismo»

Il gran rifiuto del soprano statunitense arriva a pochi giorni dalla sua prevista apparizione in Arena a Verona per interpretare, domenica 28 luglio, il ruolo di Aida nell'opera di Verdi

«Non voglio essere una ruota nell'ingranaggio del razzismo istituzionalizzato»: esplode il caso "politico" dietro le quinte (mica tanto "dietro" in tempi di social-mania) del 97° festival lirico areniano a Verona. Il soprano statunitense Tamara Wilson ha manifestato così il suo rifiuto circa il "colorarsi" il volto di nero per interpretare il ruolo della principessa etiope Aida fatta schiava in una spedizione militare dagli Egizi, in vista della sua ultima apparizione nella rappresentazione dell'opera di Giuseppe Verdi in programma domenica sul palco dell'Arena. Alla base del gran rifiuto (accennato dall'artista al makeup della prima performance, ribadito via Instagram per la seconda recita e confermato con vigore per la terza), un motivo tanto semplice quanto oggetto di polemiche e, purtroppo, fraintendimenti (spesso capziosi, non è Verdi il problema per la Wilson, è chiaro suvvia...) su diversi quotidiani nazionali italiani: il non essere complice di una consuetudine giudicata razzista. Quale? Quella che in gergo si chiama "blackface" e che ha una storia piuttosto, tristemente, consolidata nel mondo dello spettacolo.

Si tratta appunto di una tipologia di makeup che trasforma il volto di un bianco in quello di un "negro", di un "colored man", un "uomo di colore" come si dice in italiano per sembrare politicamente corretti, al fine di fargli interpretare in una messinscena teatrale, lirica, di cabaret o persino cinematografica, il ruolo di, per l'appunto, un nero. Negli Stati Uniti d'America, nazione dove tale consuetudine si è vastamente diffusa nel XIX secolo e dalla quale appunto proviene il soprano Tamara Wilson, ci è voluto un certo Martin Luther King perché i preconcetti razzisti e svilenti di tali pratiche "artistiche" venissero pubblicamente denunciati negli anni '60 del Novecento.

Oggi si è probabilmente perso il contatto con questo tipo di dinamiche sociali, ma il caso "Tamara Wilson", e soprattutto le critiche ricevute sui social dal soprano statuinitense (non sono tuttavia mancati anche i complimenti per il coraggio), dimostra come il problema non sia forse del tutto esaurito. A testimonianza di ciò si potrebbbe far riferimento, in ambito cinematografico, al celebre film di David Wark Griffith del 1915 Nascita di una nazione nel quale appunto i ruoli dei neri erano interpretati da bianchi in blackface e perciò oggetto nel tempo di accuse di razzismo. Accuse di cui proprio nel 2018 il regista Spike Lee ha voluto e, forse definitivamente saputo con sopraffina arguzia, rendere giustizia con il suo BlacKkKlansman.

Ma torniamo ora alla lirica e al soprano Tamara Wilson. Cosa ha detto esattamente? Più o meno, parafrasando liberamente, questo: non mi va di farmi dipingere la faccia di nero, perché l'industria per cui lavoro dovrebbe avere cura di assumere gente nera per i ruoli dei neri, e se non ci sono abbastanza soprani di colore perché una donna nera possa diventare un soprano abbastanza valido da riuscire ad interpretare il personaggio di Aida all'Arena di Verona, ebbene, allora significa che ancora oggi nel 2019 abbiamo un problema globale di razzismo. E se proprio volete che sia io a cantare Aida, allora la canto indossando la mia pelle bianca...

Le parole di Tamara Wilson sono state ovviamente diverse da quelle qui sopra esposte, ma quest'ultime abbiamo la presunzione di credere riassumano bene il suo pensiero. Così si è infatti espressa letteralmente il soprano statunitense: «Mi aspetto che in tanti non condivideranno la mia presa di posizione, - si legge in un post su Instagram - ma devo vivere con me stessa fino alla fine dei miei giorni. Ho parlato con alcuni colleghi, che non credono che rappresentare Aida in questo modo sia razzista. Pensano che presentarla bianca voglia dire cancellare un forte personaggio femminile di colore e capisco perfettamente». Tamara Wilson ha poi però aggiunto: «Ma conosco anche colleghi che non vogliono che la loro pelle diventi parte del costume, perché questo non aiuta la nostra industria ad abbracciare la diversità. Non c'è un giusto o sbagliato perché è una visione personale. Vorrei vedere più persone di colore lavorare nel dietro le quinte dell'opera, sul palco e nell'amministrazione. Spero che la mia voce aiuti ad aprire un dialogo e a promuovere un cambiamento». 

Al momento non vi è stata una presa di posizione ufficiale e pubblica da parte di Fondazione Arena, mentre secondo alcune indiscrezioni filtrate sui giornali la sovrintendente Cecilia Gasdia sarebbe intenzionata a mantenere una linea rigida nei confronti del soprano in rivolta Tamara Wilson, anche per la sua terza interpretazione prevista il 28 luglio. Dopo la prima serata, il 24 luglio Tamara Wilson aveva reso pubblica la sua irritazione (anche nei confronti di se stessa per aver comunque accettato di sottostare al blackface), ma nella seconda serata le sue proteste erano state solo parzialmente accolte: «Ho vinto la battaglia, ma perso la guerra. - aveva dichiarato il soprano il 25 luglio su Instagram - Ho ottenuto che il makeup fosse schiarito, quindi ero ancora più scura della mia pelle naturale, ma non era il puro nero dipinto dell'inizio. Forse cambierà per il terzo show. Io continuerò a lottare».

Il soprano Tamara Wilson, nel suo ultimo post su Instagram datato sempre 25 luglio, è quindi voluta ritornare sull'argomento in vista del terzo show, senza nascondersi nemmeno sotto il profilo "contrattuale", esplicitando come la propria presa di posizione sia quantomai consapevole anche per il suo futuro professionale: «Ho tre contratti nei prossimi due anni per cantare Aida, nessuna di queste produzioni impiega blackface. Non intraprenderò più nessuna rappresentazione di Aida dopo ciò. Avrei potuto lasciare questa produzione silenziosamente, dopo le mie tre performances, ci saranno altri soprani al makeup quando io lascerò. Per la mia propria coscienza, non potevo farlo».

La cronologia Instagram della polemica nel caso "Tamara Wilson" e il blackface per l'Aida in Arena

​Il primo post Instagram di Tamara Wilson
​Il secondo post Instagram di Tamara Wilson
​Il terzo post Instagram di Tamara Wilson

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