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L'appello degli ingegneri di Verona: digitalizzare e snellire le pratiche per il Superbonus

Andrea Falsirollo, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona, ha inviato una lettera a sindaco e giunta di Palazzo Barbieri per chiedere di agevolare le procedure di accesso agli atti indispensabili all’utilizzo del Superbonus

«Se l’edilizia è in buona salute tutta l’economia ne giova». È questo l’incipit della lettera inviata dal presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Verona, Andrea Falsirollo, a sindaco e giunta del Comune di Verona, per rilanciare l’appello di snellire e agevolare le procedure di accesso agli atti indispensabili all’utilizzo del Superbonus.

I tempi stringono – entro il 30 giugno del 2022 scade la possibilità di sfruttare il Bonus 110 - e la soluzione ideale, come ribadito anche in questi giorni da alcuni ingegneri iscritti all’Ordine, è la digitalizzazione delle pratiche che, al momento, vengo rilasciate dopo più di 5 mesi dalla richiesta.
«L’iter del Superbonus, provvedimento geniale per rilanciare il settore, è complesso e, per essere attuato, richiede il coinvolgimento degli uffici comunali sia per l’accesso agli atti che per i titoli autorizzativi necessari per procedere con gli interventi - evidenzia Falsirollo -. Paghiamo le conseguenze di un problema già sollevato in passato e, con una simile lentezza burocratica sta passando il messaggio che è meglio non lavorare nel Comune di Verona, tanto che molti nostri iscritti prediligono altri comuni della provincia».

Oltre a chiedere di investire subito in dispositivi per la digitalizzazione delle pratiche, visto che al momento sono a disposizione solamente due scanner, e al più presto in una ditta esterna specializzata, nella lettera si suggerisce anche di velocizzare la modalità di richiesta di accesso agli atti.

«Il Comune dispone di un portale SIGI con l’elenco delle pratiche, a disposizione dei professionisti. A metà dicembre però è stato chiesto al nostro Ordine di raccogliere le richieste di accreditamento degli iscritti e farle pervenire in formato cartaceo alle strutture comunali, per poi ritirare le password, sempre cartacee, e poterle finalmente consegnare a mano agli iscritti - spiega Falsirollo -. Ci sembra una procedura ottocentesca, da risolvere in modalità più attuali. Inoltre, il fatto che la “gestione” del portale SIGI sia stata in qualche modo delegata agli Ordini professionali ci ha dato la conferma che l’Edilizia privata è considerata un ambito di scarsa rilevanza».

Da un confronto con altre città capoluogo del Veneto le tempistiche di Verona risultano essere attualmente le peggiori in quanto si attestano tra i 5 e i 6 mesi mentre se si guarda al Veneto il benchmark è detenuto da Padova che riesce ad evadere in 1 mese. Uscendo dai confini veneti, la vicina Bologna risponde in addirittura in tempo reale.

«Aver messo a disposizione il portale “SIGI” non risolverà il problema delle tempistiche di ottenimento dell’atto richiesto perché il problema si sposterà su altri fronti. Poi il problema si allargherà all’evasione delle pratiche di sanatoria e ai titoli autorizzativi», scrive ancora Falsirollo nella missiva, facendo notare che «se l’ufficio tecnico riuscisse ad evadere tempestivamente le pratiche, potrebbe avere almeno 350 mila euro al mese ovvero più di 4 milioni di euro all’anno».

Visto il sottodimensionamento degli Uffici dell’Edilizia Privata, si auspica anche nello sblocco del concorso per le nuove risorse tecniche, sempre ricorrendo alla modalità digitale.

«Esiste anche la possibilità di potenziare gli uffici tecnici comunali mediante assunzioni, a tempo determinato e a tempo parziale e per la durata massima di un anno, istituendo una corsia preferenziale dedicata all’evasione delle pratiche superbonus 110%», prosegue il presidente dell’Ordine degli Ingegneri, evidenziando soluzioni non particolarmente onerose da mettere subito in campo, ridando fiducia al settore edilizio e al contempo rilanciando l’economia, l’edilizia, i professionisti, le aziende, e favorendo l’efficienza energetica con un risvolto positivo sull’ambiente.

«Da subito si potrebbe quanto meno ripristinare il numero di tecnici precedentemente presenti in ufficio (ora in buona parte in smart working) per gestire il flusso delle pratiche di sanatoria ed edilizie che verranno presentate per ottenere la detrazione fiscale - conclude -. Le maggiori entrate economiche derivanti dalle sanatorie indispensabili al conseguimento del beneficio fiscale del Superbonus consentirebbero la copertura economica per la digitalizzazione dell’intero archivio delle pratiche edilizie con la conseguenza di garantire il buon esito delle richieste e attrarre ulteriori investimenti nel settore dell’edilizia privata».

Digitalizzazione

Sulla questione della digitalizzazione delle pratiche, che ha visto l'accordo tra il Comune di Verona e il Collegio dei Geometri è intervenuto Tommaso Ferrari, consigliere comunale del Movimento civico Traguardi, per sottolineare quanto questo debba rivelarsi come il primo passo di un percorso che porti Palazzo Barbieri a velocizzare tali iter. 

«È lodevole l'iniziativa di collaborazione tra Comune e Collegio dei Geometri per velocizzare la digitalizzazione delle pratiche dell’Edilizia privata, aumentate anche a seguito del superbonus del 110%, e la disponibilità dei geometri a prestare aiuto gratuito alla collettività è un segnale importante della generosità dei professionisti veronesi. Ma è chiaro a tutti che la digitalizzazione della pubblica amministrazione, che a Verona è terribilmente indietro, non può essere affidata al servizio gratuito e volontario. In un mondo dominato da smart cities e applicativi digitali, questa collaborazione rischia di essere solo una foglia di fico per nascondere l’inadeguatezza dell’amministrazione.
Lo stress degli uffici legato al “Superbonus del 110%” è solo una parte del problema: nei fatti, è dall’inizio dell’emergenza che i professionisti e i tecnici veronesi lamentano tempi di attesa insostenibili per le pratiche edilizie, anche le più banali. E questo anche perché il sistema è ancora fortemente ancorato sulla documentazione cartacea, alla faccia della smaterializzazione dei documenti. Per questo l’iniziativa è tardiva, e difficilmente risolverà il problema.
Nel 2021 pensare di affrontare le lungaggini con volontari e un paio di scanner è assurdo e velleitario, anche perché il vero tallone d’Achille del sistema resta l’accesso agli atti, come architetti, ingegneri e molti altri professionisti ben sanno: in altri Comuni il servizio è offerto in tempo reale, da noi possono volerci anche cinque mesi, molto di più anche degli altri capoluoghi veneti. È inammissibile!
Lo diciamo da tempo: è ora che Verona intraprenda un serio percorso di digitalizzazione dei suoi servizi e dei suoi uffici pubblici, coinvolgendo gli attori che sul territorio già si occupano di nuove tecnologie, a partire dall’Università. Serve istituire una collaborazione con il nostro Ateneo per elaborare insieme procedure all’avanguardia che rivoluzionino i servizi al cittadino, abbandonando la logica assurda del cartaceo che diventa digitale, ma imponendo un percorso che porti in tempi brevi alla totale digitalizzazione delle pratiche.
Ma occorrerebbe anche integrare i nostri uffici pubblici con personale più giovane, che completi la pianta organica portando con sé competenze e capacità al passo coi tempi. In attesa di un concorso vero e proprio, anche un ricorso intelligente ai bandi europei o al Servizio Civile Nazionale, dove il Comune risulta colpevolmente assente, possono essere una soluzione».

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