Superbeton alza bandiera bianca, smantellato stabilimento di Via del Vegron
Bertucco: «Si conclude battaglia durata oltre cinque anni, che ha visto impegnati Legambiente e i cittadini del comitato di Montorio contro i rumori e la esalazioni odorose riconducibili all'impianto di produzione di conglomerati bituminosi»
Dopo sentenze, revoche ed ordinanze, Superbeton si è arresa. L'azienda, già da qualche anno, aveva sospeso l'attività produttiva nello stabilimento di Via del Vegron, a Montorio. Ora però quell'impianto sarà smantellato. Le procedure, come comunicato dalla stessa azienda, cominceranno lunedì prossimo, 6 febbraio.
«Si conclude finalmente una battaglia durata oltre cinque anni, che ha visto impegnati Legambiente e i cittadini del comitato di Montorio contro i rumori e la esalazioni odorose riconducibili all'impianto di produzione di conglomerati bituminosi», ha commentato l'assessore Michele Bertucco, il quale negli anni scorsi come consigliere comunale ha sostenuto le ragioni dei residenti di Montorio. Ragioni espresse con numerose segnalazioni e con manifestazioni che hanno spinto il Comune e la Provincia di Verona a prendere provvedimenti. Questi provvedimenti di sospensione dell'attività sono stati impugnati da Superbeton, la quale è uscita sconfitta nelle aule di tribunale.
«Una vicenda di ordinario degrado ambientale nata dalla leggerezza con cui Regione Veneto e Provincia di Verona concedono autorizzazioni sulle cave dismesse, che anziché ritornare alla collettività sanate e riqualificate, vengono adibite ad ogni genere di attività - ha aggiunto Bertucco - In questo caso il titolo autorizzativo risaliva all'8 novembre 2017 e la prima diffida su segnalazione dei cittadini arrivò appena quattro mesi dopo: l'1 marzo 2018. A questa ne seguirono altre e dopo una serie intricata di chiusure, revoche, sequestri si arrivò al definitivo accertamento delle esalazioni nocive, ai provvedimenti definitivi di revoca delle autorizzazioni e oggi allo smantellamento del’impianto. Finalmente i cittadini di Montorio possono tornare a stare tranquilli sotto questo aspetto, e dimenticare anche le querele temerarie intentate dalla ditta con richieste di risarcimento milionarie. La difesa del territorio e dell’ambiente non è un reato, al contrario è un diritto e anche un dovere».