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«Aumento di stipendio per il dg di Acque Veronesi». La replica: «Era più basso del precedente»

È il capogruppo del PD di Verona, Federico Benini, ad incalzare sulla retribuzione del direttore generale della partecipata, che ha però specificato come nei primi due anni fosse «stata ridotta sia nella parte fissa che nella parte variabile»

«Ci risiamo. Mentre le persone normali devono fare i salti mortali per far fronte ai risvolti economici della pandemia o, come nel caso delle case Agec di via Faliero che non hanno più acqua potabile in casa, agli effetti di decenni di incuria, c’è chi può aumentarsi allegramente lo stipendio».
Dopo il caso degli alti valori di ferro e piombo nell'acqua di alcune abitazioni Agec di via Marin Faliero, a Verona, il capogruppo in Consiglio comunale per il Partito Democratico, Federico Benini, mette questa volta nel mirimo lo stipendo di Silvio Peroni, dg di Acque Veronesi.

«È il caso del direttore generale di Acque Veronesi Silvio Peroni - incalza Benini -, che pure essendo in carica da soltanto due anni, lo scorso dicembre, nel pieno del secondo picco della pandemia, su proposta del Presidente del consiglio di amministrazione, il leghista Roberto Mantovanelli e con il voto unanime del cda compresa la rappresentante di Italia Viva, si è aumentato del 100% la parte variabile del compenso con effetto dal primo di gennaio 2021. E un fatto analogo è accaduto per Verona Mercato.
Stando a quanto riportato nella sezione trasparenza del sito acque Veronesi, Peroni, entrato in carica il primo marzo 2019, percepisce 120 mila euro all’anno lordi. Tale cifra viene integrata dalla parte variabile dello stipendio, che dovrebbe essere legata al raggiungimento degli obiettivi aziendali ma, come si sa come va, viene erogata praticamente sempre. Prima dell’aumento la parte variabile valeva il 20% del compenso lordo fisso. Dal primo gennaio il 20% è diventato un 40%. Si tratta di un aumento secco di 24 mila euro lordi, più o meno quanto percepiscono in un anno di lavoro due lavoratori precari che devono farseli bastare per mantenere la famiglia.
Al di là delle capacità e competenze del nuovo direttore generale, che qui non ci interessano, tale aumento è uno schiaffo alle difficoltà economiche delle famiglie veronesi , e quel che è peggio è che l’aumento non è rinvenibile nella sezione trasparenza del sito di Acque Veronesi.
Il Sindaco non ha niente da dire? Sboarina non è quello che avrebbe dovuto moralizzare le aziende partecipate? Dimenticavo: Acque Veronesi è feudo della Lega dove al Sindaco è vietato ficcare il nasco - conclude Benini -. Che cosa ha da dire dunque il Carroccio ai veronesi?».

La replica di Acque Veronesi

Non si è fatta attendere la replica di Acque Veronesi, che con una nota è intervenuta sui problemi relativi alla potabilità dell'acqua, per poi entrare nel merito dello stipendio del direttore generale. 

«Dire che esiste un’incertezza di fondo sulla potabilità dell’acqua è cosa grave ed equivale ad un procurato allarme e a tal proposito si ricorda che l’unico ente qualificato nel definire la potabilità dell’acqua è l’Ulss. Sul caso sollevato dal consigliere Benini al Saval, va chiarito che un possibile problema all’interno di alcuni appartamenti non riguarda l’acquedotto, in merito al quale Acque Veronesi rassicura tutti i cittadini rispetto alla potabilità dell’acqua. Dallo storico delle analisi effettuate non si evidenzia alcun tipo di problematica chimica per le acque prodotte dalla centrale che alimenta la zona interessata.
In merito al contratto del Direttore Generale, incarico a termine e della durata di tre anni, cogliamo volentieri l’occasione per sottolineare che per precisa volontà del Consiglio di Amministrazione, la retribuzione complessiva è stata ridotta rispetto al precedente contratto.
Nei primi due anni infatti tale retribuzione è stata ridotta sia nella parte fissa che nella parte variabile. Vista l'unanime soddisfazione del Consiglio di Amministrazione relativamente ai risultati ottenuti nei primi due anni e alle maggiori responsabilità assunte, si è ritenuto di riconoscere solamente nel terzo anno un adeguamento della parte variabile incentivante, che verrà eventualmente liquidata al raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2021, quindi non prima di Luglio 2022, e che in ogni caso manterrà l’importo complessivo del contratto inferiore a quello precedente. Quindi in merito al contratto in oggetto, l'azienda nei tre anni ha ottenuto un risparmio. Limitare l’adeguamento alla parte variabile inoltre è coerente con la volontà del Consiglio di Amministrazione di promuovere una nuova cultura aziendale, orientata a premiare i risultati a discapito delle vecchie rendite di posizione. È anche grazie a ciò che l’azienda ha potuto mettere a disposizione del territorio 200 mila euro per il fondo di solidarietà sociale, per le famiglie non in grado di pagare le bollette dell’acqua».

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