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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Dal Ministero dell'Interno e Anci, plauso e conferma per lo Sprar di Bosco Chiesanuova

«La scelta di aderire ad un programma di accoglienza ministeriale rivolta a minori non accompagnati che fuggono da miseria e violenze di ogni genere, nasce dal desiderio di dare risposte concrete alle esigenze di un’età delicata com’è quella giovanile», ha detto il sindaco Melotti

Arrivano il plauso e la conferma anche per il 2023 del finanziamento da parte del Ministero dell’Interno e di Anci al progetto “SAI” per l’accoglienza e l’integrazione di minori stranieri non accompagnati realizzato dallo Sprar di Bosco Chiesanuova.

Con la legge 189/2002, il Ministero dell’Interno ha istituito la struttura di coordinamento del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) – il Servizio Centrale del Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) – e ne ha affidato la gestione ad Anci. Lo Sprar è composto da una rete di enti locali che, attraverso il Fondo nazionale per le politiche e i servizi di asilo (Fnpsa), realizzano progetti di accoglienza integrata, non meramente assistenziali ma volti ad integrare le persone nel territorio attraverso l'ospitalità in piccoli centri e lo sviluppo di progetti personalizzati.
Il progetto di cui il Comune di Bosco Chiesanuova è capofila, ha una durata triennale 2021/2023, è attuato dalla Cooperativa Sociale Prassi e Ricerca Onlus e prevede l’accoglienza di un massimo di dieci minori stranieri non accompagnati nella struttura di comunità situata nella frazione di Corbiolo, all’interno dell’edificio dell’ex asilo.

L’equipe educativa (definita dal Ministero nel recente follow up sul progetto, “esperta, motivata, con esperienza nel settore e in grado di garantire la multidisciplinarietà richiesta”) è guidata dal Servizio di Assistenza Sociale del Comune di Bosco Chiesanuova, coadiuvato nell’operatività dall’assistente sociale, Alessia Girlanda, quotidianamente dedicata al progetto con oneri a carico del Ministero. Il report del monitoraggio realizzato dal Servizio Centrale del SAI ha messo in evidenza come la presa in carico dei minori sia stata appropriata e, soprattutto, ben individualizzata sulle esigenze dei singoli beneficiari così da metterli “al centro del sistema educativo, quale punto di forza che permette di declinare l’accoglienza all’autodeterminazione e all’autonomia degli accolti”, per usare le parole degli stessi esaminatori. Fondamentale per la buona riuscita del progetto è stato il coinvolgimento del Terzo Settore che a Bosco Chiesanuova è molto radicato, come descrive l’Assessore alle Politiche Sociali, Lorenza Corradi: «Senza la rete composta dalle associazioni di volontariato e sportive e la competenza specifica della Cooperativa Sociale Prassi e Ricerca Onlus tutto questo non sarebbe stato possibile, tanto più con il blocco delle assunzioni comunali. Il resto lo ha fatto la definizione di obiettivi chiari da perseguire per gli accolti, dalla padronanza della lingua italiana all’inserimento lavorativo, dalla socialità allo sport. Lo scopo è agganciare la permanenza del minore all’interno del progetto fino alla maturazione delle necessarie responsabilità e autonomia che gli consentano la definitiva uscita dall’accoglienza e l’ingresso nella società».

Andare indietro nel tempo è utile per comprendere l’approccio all’accoglienza esercitato dall’Amministrazione di Bosco Chiesanuova dal 2017, quando è nato lo Sprar. Prima, esisteva infatti, a 1600 metri di altitudine in Località Branchetto, un Cas (Centro di accoglienza straordinaria e transitoria imposto dalla Prefettura che ospitava una cinquantina di adulti stranieri): «La scelta di aderire ad un programma di accoglienza ministeriale rivolta a minori non accompagnati che fuggono da miseria e violenze di ogni genere, nasce dal desiderio di dare risposte concrete alle esigenze di un’età delicata com’è quella giovanile con la consapevolezza di avere gli spazi e le competenze per farlo bene — spiega il sindaco Claudio Melotti —. Inizialmente l’accoglienza da parte della nostra Comunità non è stata ottimale, ma il dialogo trasparente e le risposte offerte nel corso delle assemblee pubbliche che abbiamo organizzato al teatro di Corbiolo hanno dipanato i dubbi e, se non abbassato le difese, ridotto la belligeranza. Negli anni, questa si è confermata la formula di accoglienza corretta per il nostro territorio, in passato caratterizzato da continui arrivi, più difficili da gestire. Mentre oggi l’integrazione con questi ragazzi è abbastanza buona, soprattutto a Corbiolo».

Dopo cinque anni di attività dello Sprar, anche il risvolto per il territorio è interessante con ben 16 minori non accompagnati che hanno trovato lavoro e 7 lavoratori locali impiegati a tempo pieno nel progetto finanziato dallo Stato. Una gestione, quella dello Sprar, che seguita con pedissequa attenzione porta i suoi frutti: «Bosco Chiesanuova, comune con 3600 abitanti, dedica circa 300mila euro l’anno al sociale, compresi gli stipendi delle assistenti sociali, per aiutare le persone fragili e per dare servizi ai residenti. Penso si debba considerare il fenomeno migratorio come strutturale, date le enormi differenze economiche, sociali e di accesso alla cultura esistenti nel mondo. Perciò credo che, se tutti ci facessimo carico di dare un piccolo contributo com’è il 3x1000, insieme si potrebbero dare risposte serie in materia di integrazione. Piccoli numeri distribuiti tra tutti. Perché se il problema è strutturale, anche la risposta deve essere tale. In Italia e in Europa».

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