rotate-mobile
Attualità

Piano di sorveglianza Pfas, Guarda: «Valori troppo bassi». Regione: «In linea con quelli EFSA»

Pubblicata la delibera della Giunta veneta che instrada la collaborazione con l'ISS sul monitoraggio dell'inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche. Sul tema è intervenuta la consigliera di Europa Verde, cui ha risposto la Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria

«Rispetto a quanto indicato dagli scienziati, per la Giunta regionale la quantità di Pfas assimilabili senza danno raddoppia, anzi... è 4 volte più alta! Ho richiesto di aggiornare i parametri».
È stata pubblicata la delibera della Giunta veneta che instrada la collaborazione tra Regione del Veneto e Istituto Superiore di Sanità sulle azioni di sorveglianza e di monitoraggio dei Pfas.
Tema sul quale è intervenuta la consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda, che ha sollevato alcune questioni: «In presenza di una elevata concentrazione di Pfas nella dieta dei cittadini, aumentano i rischi per la salute di questi perchè aumentano i Pfas assorbiti dal corpo, un principio elementare divenuto mantra ormai da anni e anni. Sorprende quindi apprendere che, nonostante la bomba ecologica scoppiata proprio in Veneto e la preparazione vantata dalla Regione sul tema, sulla esposizione alle sostanze perfluoroalchiliche non si renda conto di riportare valori errati e si dimentichi di includere 2 tipologie di Pfas su 4!
Infatti, l'Ente Europeo per la sicurezza alimentare parlava molto chiaro nel 2020 indicando in 4,4 ng/kg bw per settimana il valore di Pfas assimilabili, limitati a 4 tipi: Pfoa, Pfos, Pfna e Pfhxs.
Nella recente delibera della Giunta regionale n. 706, dove si suggella il rapporto tra Regione e ISS nella sorveglianza dei Pfas, il valore assimilabile raddoppia, passando a 8 ng/Kg per settimana, e addirittura vale solo per Pfoa e Pfos
Guarda infine ha sottolineato: «Sono trascorsi 7 anni da quando la Regione avrebbe dovuto stendere un vero piano di sicurezza alimentare, ma l’attesa viene vanificata nel momento in cui i parametri presi in considerazione non corrispondono a quelli indicati dalle autorità europee con maggiore competenza sul tema. Per questo ho presentato una interrogazione in Consiglio regionale, per chiedere all’Assessore regionale alla Sanità se non intenda sottoporre a revisione i parametri indicati nell’accordo tra Regione e l’Istituto di Sanità. Basare su dati certi il valore che stabilisce quanti Pfas possiamo ingerire non è assolutamente secondario, da questo valore dipendono le azioni di prevenzione, ma anche la diagnosi sulla salute di chi purtroppo è stata a lungo esposto a questi veleni letali. Un errore, forse frutto di disattenzione, al quale bisogna porre urgente rimedio».

La Regione

Alle dichiarazioni e all'interrogazione della consigliera di Europa Verde, ha risposto la Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare, Veterinaria della Regione del Veneto, che ha precisato: «Dalla DGR 706/2022 si evince che i valori di riferimento sono quelli stabiliti dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) del 2020 e che le sostanze da valutare sono tutti i congeneri, nello specifico 14.
Vedi al sesto capoverso delle premesse: "Alla luce delle considerazioni dell'ISS, acquisite a protocollo regionale n. 273651 del 25 giugno 2019, la Regione del Veneto ha ritenuto di procedere all’elaborazione di due ulteriori piani di campionamento ed analisi con l'obiettivo, da un lato, di acquisire i dati relativi al livello di presenza delle dodici molecole Pfas, integrate da altre molecole di interesse emerse recentemente (quali GenX e cC6O4), nei prodotti alimentari e materiali a contatto con gli alimenti presenti sul mercato regionale e, dall'altro lato, di ottenere ulteriori dati analitici sui prodotti alimentari vegetali e animali campionati nella zona rossa e arancione".
E ancora a pagina 3 dell'Allegato A: "in tale contesto la Regione del Veneto intende affidare all'ISS l’elaborazione dei piani suddetti con uno specifico disegno di studio e l’analisi dei loro risultati, in particolare, da un lato, per valutare l’esposizione e caratterizzare il rischio alla luce del TWI (dose settimanale tollerabile) di gruppo identificato da EFSA nel 2020 e dall’altro per acquisire elementi di conoscenza sui fattori che presiedono al trasferimento di Pfas lungo le filiere agrozootecniche; la Regione del Veneto intende inoltre avvalersi del supporto tecnico-scientifico di ISS per l’individuazione delle eventuali misure di gestione del rischio che dovessero rendersi necessarie sulla base dei risultati ottenuti, nonché per la comunicazione del rischio alla popolazione e ai portatori di interessi".
E in aggiunta all’art. 2 della convenzione con ISS: "Art. 2 (Oggetto della Convenzione) Il presente Accordo ha ad oggetto le seguenti attività:

  • il disegno del “Piano di monitoraggio regionale dei Pfas sugli alimenti e sui materiali a contatto presenti sul mercato” e del “Piano di sorveglianza dei Pfas nei prodotti agroalimentari delle zone rossa e arancione”;
  • l’analisi dei risultati, con particolare riguardo, da un lato, alla valutazione dell’esposizione e alla caratterizzazione del rischio alla luce del TWI di gruppo identificato da EFSA nel 2020 ...".

La stretta collaborazione con l’ISS ci consente di proseguire nella valutazione e controllo della contaminazione da Pfas secondo quanto stabilito dai pareri EFSA ed aggiornare in tempo reale le attività conseguenti nell’ottica di salvaguardia della popolazione esposta».

«Perché non è stato assunto a riferimento il valore EFSA?»

La consigliera Guarda però incalza: «Apprendo della tempestiva replica da parte della Direzione del Dipartimento di prevenzione alla mia interrogazione, prendo atto della difesa, ma non posso che riconfermare quanto ho già espresso, poiché le autorità europee non confermano affatto quanto riportato in delibera. Infatti la Scientific Opinion EFSA 2020, a pagina 7, indica la somma PFOA+PFOS+PFNA+PHHxS per una dose massima giornaliera (TWI) pari a 4.4 ng/kg-settimana e, a quanto risulta dagli atti, l'ISS non ha presentato osservazioni a riguardo. Mentre nella DGR 706/2022 della Regione Veneto, secondo capoverso di pagina 2 dell’Allegato B è dato leggere quanto segue: “Nel 2020, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (European Food Safety Authority, EFSA) ha adottato un TWI di gruppo pari a 8 ng/kg p.c. per settimana per la somma di 4 molecole". Speriamo che anche la mia interrogazione in Consiglio regionale trovi un riscontro tanto celere , cosa che non è avvenuta per le precedenti interrogazioni riguardanti gli alimenti ed i dati non ancora forniti alle Mamme No Pfas, atti ispettivi in attesa di risposta da un anno».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Piano di sorveglianza Pfas, Guarda: «Valori troppo bassi». Regione: «In linea con quelli EFSA»

VeronaSera è in caricamento