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Limitazioni antismog dall'1 ottobre: rimane valida la deroga per i diesel Euro 4

Potranno circolare ma solo se non scatterà l'allerta inquinamento arancione o rossa, altrimenti si dovranno fermare insieme ai diesel Euro 5 e ai benzina Euro 2

Si è tenuto oggi, 26 agosto, in videoconferenza, il Tavolo tecnico zonale (Ttz) sulla qualità dell'aria convocato dalla Provincia di Verona. Sono intervenuti i rappresentanti del Palazzo Scaligero, dei Comuni, della Regione Veneto, di Arpav e dell'Ulss 9.
Tra i punti all'ordine del giorno, l'illustrazione del pacchetto di limitazioni ed incentivi pensato dalla Regione per contrastare l'inquinamento atmosferico.

I funzionari regionali hanno comunicato che anche quest'anno dall'1 ottobre al 30 aprile saranno in vigore tre gradi di allerta. Nel primo livello (allerta verde) resterà in vigore la deroga che permette la circolazione dei veicoli diesel di categoria Euro 4 nei comuni con più di 30mila abitanti e nell'agglomerato urbano. La sospensione del divieto agli Euro 4 diesel rimarrà in vigore per tutto il periodo dello stato di emergenza per Covid-19. Lo stop ai diesel Euro 4 scatta nel secondo grado di allerta (allerta arancio) e sarà esteso anche ai veicoli a benzina Euro 2 e diesel Euro 5 destinati al trasporto di persone. Nel terzo grado di allerta (allerta rossa) dovranno fermarsi anche i diesel Euro 5 per il trasporto merci.
In ambito agricolo e zootecnico, dal primo ottobre al 15 aprile in allerta superiore a verde, verrà vietato lo spandimento di liquami, fatto salvo mediante la tecnica a iniezione o con interramento immediato. La misura (che esclude i comuni dell'area alpina e prealpina, che comprende parte del Baldo e della Lessinia) non è una novità, essendo stata introdotta già per i passati mesi di marzo e aprile. Per l'acquisto dei mezzi per l'interramento, la Regione ha previsto un apposito fondo così come per la copertura delle vasche dei liquami. Incentivi anche per la rottamazione delle stufe a biomasse con efficienza inferiore a tre stelle, il cui uso sarà vietato in allerta verde, mentre non si potranno accendere anche quelle sotto le 4 stelle in allerta arancio e rossa.
C'è poi l'indicazione di abbassare di un grado il riscaldamento negli edifici in allerta arancio e rosso e di rendere strutturale lo smartworking fino al 50% nelle pubbliche amministrazioni per contenere il numero di veicoli circolanti.
Previste anche sette domeniche ecologiche nel periodo autunnale e invernale, con lo stop di tutti i veicoli, tranne quelli elettrici, nei comuni con oltre 30mila abitanti e in quelli dell'agglomerato urbano (14, oltre al capoluogo, in territorio scaligero). L'indicazione era di calendarizzarle con frequenza mensile da ottobre ad aprile. Su proposta della Provincia e del Comune di Verona si è aperto alla possibilità di programmarle anche con frequenza differente per non penalizzare le attività economiche nei periodi delle principali festività invernali.

«Da aprile ho continuato a inviare richieste e sollecitazioni in Regione perché anche per l’inverno 2021 venissero applicate le stesse regole dell'anno scorso - ha commentato l'assessore all'ambiente del Comune di Verona Ilaria Segala - Ciò in virtù del fatto che l'emergenza sanitaria non è finita e purtroppo dovremo fare i conti con limiti e restrizioni anche nel prossimo inverno, alla pari dell'anno scorso. La deroga al blocco degli Euro 4 è necessaria per la prossima stagione come lo è stata per l'inverno passato. Questo non significa trascurare il problema dello smog, ma in questo momento storico non possiamo permetterci di aggiungere altre difficoltà ai cittadini, già pesantemente gravati dalla lunga crisi economica. Per il miglioramento della qualità dell’aria stiamo già facendo molto, dall’aumento delle piste ciclabili per una mobilità sostenibile ai tanti investimenti per la riforestazione urbana. Oltre a numerose campagne di sensibilizzazione sui corretti stili di vita e per una cittadinanza sempre più attenta ai temi ambientali».

Durante il Ttz diversi rappresentanti dei Comuni hanno espresso perplessità sulle misure proposte. Resta comunque competenza e responsabilità di ciascun sindaco emettere le ordinanze che prescrivono i divieti.
Ma perplessità è stata espressa anche da alcune forze di opposizione del consiglio comunale di Verona. I consiglieri del Partito Democratico Federico Benini, Elisa La Paglia e Stefano Vallani hanno commentato: «Regione Veneto e Comune di Verona non sanno mettere in campo altra politica di contrasto all'inquinamento che non sia quella dei blocchi del traffico, già poco efficaci di per sé e resi ancora meno efficaci dalla tradizionalmente lunga lista di deroghe concesse a varie categorie di cittadini. Di questa situazione e di questa incapacità fanno le spese commercianti e artigiani ma anche semplici cittadini a cui viene preclusa la possibilità di usare mezzi di trasporto relativamente recenti come i diesel euro 4 o, in caso di allerta arancione, anche i diesel euro 5. È il prezzo ingiusto che viene fatto pagare a fronte della carenza di risposte strutturali al problema dell'inquinamento. Il Piano per la mobilità sostenibile di Verona non è ancora entrato in vigore dopo anni di discussioni e comunque rinvia al 2030 tutti gli interventi più importanti. E non si crede fino in fondo sul valore del trasporto pubblico».
Misure strutturali richieste anche dal consigliere di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco «a cominciare dai trasporti, che vanno resi più sostenibili non limitando la libertà di circolazione ma spostando traffico dalle strade alle ferrovie e dalle auto private ai mezzi pubblici - ha spiegato Bertucco - passando per le fonti domestiche con l'attuazione di una vera politica di riduzione di consumo di suolo e di preservazione delle aree verdi e agricole. Di tutto questo non c'è traccia nell'attuale dibattito degli enti locali».

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