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Condizioni di lavoro degli agenti ai seggi, Siulp a Palazzo Barbieri: «Replica inaccettabile»

Dopo la denuncia del sindacato era arrivata la replica del Comune di Verona, che non ha soddisfatto la segreteria scaligera dei rappresentanti dei lavoratori

«Reputiamo la replica con la quale il Comune di Verona ha cercato di minimizzare i disagi sofferti da un consistente numero di operatori della Polizia di Stato impiegati in servizio di vigilanza ai seggi elettorali dello scorso fine settimana incomprensibile nei toni, ed assolutamente inaccettabile nelle conclusioni».

Dopo aver sollevato il caso delle condizioni in cui alcuni agenti di Polizia si sarebbero trovati a dover lavorare ai seggi in occasione della recente tornata elettorale, la segreteria della Siulp Verona aveva ricevuto la risposta dell'amministrazione comunale, che sottolineava il corretto suo corretto operato.
Risposta che però non ha affatto soddisfatto il Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia, che a sua volta ha replicato. 

Le immagini delle condizioni di lavoro dei poliziotti ai seggi denunciate dal Siulp

«Incomprensibile innanzitutto perché nella nostra denuncia inoltrata al Prefetto di Verona non avevamo chiamato in causa nessun ente locale, e non c’era nessun elemento che consentisse di richiamare responsabilità dell’uno piuttosto che dell’altro municipio. Atteso dunque che excusatio non petita, e ribadito che scopo delle nostre doglianze era quello di rivendicare il diritto alla dignità, umana e professionale, di decine di nostri colleghi a cui, a Verona e non solo, è stato riservato un trattamento indecoroso e degradante, sconcerta la goffa e puerile tesi con la quale si vorrebbe negare l’evidenza restituita da eloquenti immagini che lasciano ben poco all’immaginazione. Scatti che sono solamente una parte dell’assai più corposo album riempito con le inquietanti riprese inviateci dai nostri colleghi.
Inaccettabile perché banalizzando la gravità dell’umiliazione inferta alle donne e agli uomini della Polizia di Stato, lascia trasparire l’insofferenza di certa parte degli amministratori nei confronti di chi si permette di metterne in discussione l’operato. L’insolente esibizione di una foto di comodo di un corredo appositamente scelto nei magazzini comunali, con la pretesa di far credere che il lamentato disagio dovesse essere derubricato ad un eccesso di sensibilità di qualche isolato poliziotto, è l’atto finale di questa imbarazzante sceneggiata con la quale altro non si è fatto se non acuire l’irritazione di quanti hanno patito in prima persona le conseguenze della conclamata incapacità gestionale da noi stigmatizzata.
Non mettiamo in discussione il fatto che da qualche parte ci siano anche forniture di lenzuola, materassi e cuscini qualitativamente decenti. Ma chi si ostina a negare la portata di quanto noi abbiamo documentato, e di quanto ancora avremo modo di documentare nel corso del prossimo incontro con il Prefetto di Verona, ci ricorda un po’ quel personaggio di un celebre film il quale, preso con le mani nel sacco, nell’invocare la sua innocenza a dispetto dell’evidenza, chiede a chi lo ha scoperto “Credi a me o credi ai tuoi occhi?”.
Le Poliziotte ed i Poliziotti di Verona che si sono rivolti al Siulp per tutelare la loro onorabilità auspicavano solamente che qualcuno si scusasse. Purtroppo una volta ancora si sono dovuti rendere conto di come questa sia un’opzione che chi ha responsabilità amministrative e politiche tende a non adottare.
Non possiamo, infine, esimerci dal riconoscere come solo grazie alla pronta attivazione della Questura di Verona, che ha organizzato il trasporto di materiale di casermaggio presso alcune delle sedi dei seggi in cui erano state segnalate le più gravi criticità. Mentre chi avrebbe dovuto farlo si è accontentato di prendere atto che “gli interessati avevano già risolto in altro modo».

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