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Siccità, Zaia scrive a Draghi e a Curcio: «Sia dichiarato lo Stato di emergenza»

Precipitazioni in Veneto inferiori del 58% rispetto agli apporti medi del periodo. Lettera del presidente della Regione al presidente del Consiglio e al capo della protezione civile

Ieri, 21 aprile, il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha inviato una lettera al presidente del Consiglio Mario Draghi e al capo della protezione civile Fabrizio Curcio per richiedere di valutare la dichiarazione dello "Stato di emergenza" per siccità. Un provvedimento che avrebbe lo scopo di definire le migliori modalità di gestione della crisi idrica a livello sovraregionale. E sarebbe, al tempo stesso, finalizzato a fornire un adeguato sostegno economico per assicurare l'attuazione degli interventi urgentemente necessari per garantire la pubblica incolumità, il ripristino dei danni subiti dal patrimonio pubblico e privato e le normali condizioni di vita della popolazione.

LA LETTERA DI ZAIA E I DATI SULLA SICCITÀ

Nella lettera, il governatore fa riferimento ad una documentazione che rileva la condizione diffusa di sofferenza idrica e sottolinea come, nel Veneto, la situazione è tale che per un riequilibrio del deficit pluviometrico accumulato fino a marzo sarebbe necessaria una precipitazione equivalente a 3 volte quella registrata nel mese successivo. Alla fine di marzo, infatti, le precipitazioni in Veneto sono risultate inferiori del 58% agli apporti medi del periodo. Nel mese di aprile, la precipitazione media registrata è di 23 millimetri, a fronte di quella del periodo negli anni precedenti che è di 94 millimetri.
Il presidente della Regione ha illustrato al presidente del Consiglio anche alcuni dettagli sulla portata dei fiumi veneti, segnalando come tra i bacini in maggiore difficoltà ci siano il Po e l’Adige e facendo notare come la scarsità idrica è resa ancor più forte dalla circostanza che la gestione di alcuni invasi sia avvenuta sulla base di dinamiche legate prevalentemente ad aspetti economici della produzione idroelettrica che non a quelli di una gestione complessiva della risorsa idrica.

L'eventuale ordinanza regionale è sospesa in attesa di una valutazione del governo, della protezione civile e dell'autorità di bacino. Intanto, però, i consorzi di bonifica veneti plaudono all'iniziativa di Zaia. «La strada intrapresa del presidente della Regione è l'unica soluzione possibile per dare una risposta immediata alla crisi in atto - ha dichiarato il presidente di Anbi Veneto Francesco Cazzaro - Nel frattempo i Consorzi di Bonifica, efficientando al meglio la distribuzione nelle campagne della poca risorsa idrica disponibile, stanno cercando di limitare i danni per l’agricoltura che, in mancanza di precipitazioni significative potrebbero essere enormi. E ragionando al di là dell'emergenza, è chiaro che serve un piano strategico per l'irrigazione per costruire una grande rete di invasi che si articoli su più livelli: dal riutilizzo delle cave dismesse, ai bacini di pianura, alla realizzazione di laghetti interaziendali, alla ricerca di ulteriori forme di invaso come la possibilità di bacinizzare fiumi e canali utilizzando, ove possibile, specchi d’acqua anche per il posizionamento di pannelli galleggianti per la produzione di energia solare».

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