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Vito Giacino si pente e ottiene l'affidamento in prova ai servizi sociali

Fa discutere però la tipologia dei servizi sociali che l'ex vicesindaco dovrà compiere. Racconterà, infatti, la sua storia nelle scuole, per mostrare agli alunni cosa succede a chi viene meno ai propri doveri

L'ex vicesindaco di Verona Vito Giacino ha ottenuto l'affidamento in prova ai servizi sociali come pena alternativa alla condanna per concussione, confermata anche dalla Cassazione, il terzo e ultimo grado di giudizio. E ci sono voluti tutti i gradi di giudizio per modificare l'atteggiamento di Giacino, il quale si era sempre dichiarato non colpevole. Ora, come scrivono Alessio Corazza e Silvia Maria Dubois sul Corriere di Verona, davanti al Tribunale di Sorveglianza, l'ex assessore tosiano ha ammesso le proprie responsabilità e si è detto pentito. Pentito per quelle finte consulenze chieste al costruttore Alessandro Leardini, il quale doveva pagare altrimenti le pratiche burocratiche che riguardavano i suoi lavori sarebbero state rallentate in Comune.

Ciò che fa discutere è la tipologia dei servizi sociali che Vito Giacino dovrà compiere. L'ex vicesindaco di Verona dovrà raccontare la sua storia nelle scuole, un modo per mostrare agli alunni cosa succede a chi viene meno ai propri doveri e infrange la legge. Corazza e Dubois, sul Corriere, riportano la posizione dell'assessore regionale all'istruzione Elena Donazzan, contraria a questo genere di pena alternativa. Donazzan ha dichiarato che i giovani hanno bisogno di esempi positivi e non dell'esempio negativa di Giacino, il quale, seconda l'assessore regionale, potrebbe rendersi utile anche con altri servizi sociali, senza entrare nelle scuole. Perché, dice Donazzan: "Le nostre scuole non hanno bisogno dei Giacino".

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