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"Giovani, sentinelle della legalità" affrontano il tema della sicurezza a Verona

L'iniziativa della studentesse della classe 3a B del “Luigi Einaudi”, le ha portate a perlustrare alcune delle zone più sensibili della città e a sottoporre un questionario a tutti gli alunni dell’Istituto: il lavoro è finito poi sulla scrivania dell'assessora Zivelonghi

La politica a volte riesce ancora ad ispirare ragazzi e ragazze, come è successo nella nostra città. Un recente esempio, che arriva da palazzo Barbieri, riguarda l’assessora alla Sicurezza e alla Legalità Stefania Zivelonghi e le studentesse della classe 3a B dell’Istituto tecnico economico “Luigi Einaudi” di Verona.
Ad ispirarle sarebbe stato l’incontro a gennaio al Teatro Camploy con l’assessora durante il convegno “Dentro il domani. Quando per il minore la pena diventa un’opportunità”, che le avrebbe stimolate non solo a prestare maggiore attenzione nei confronti di ragazzi che vivono una realtà più complicata e diversa dalla loro, ma anche a pensare alla politica come qualcosa di vicino a loro e verso la quale possono esercitare un ruolo importante come cittadinanza attiva.
E infatti hanno sentito il bisogno di cominciare a fare la propria parte, in che modo? Partendo ad analizzare la realtà che le circonda. Hanno così messo in piedi un progetto specifico che le ha viste vestire i panni delle "sentinelle della legalità" ed esplorare il territorio alla ricerca delle principali criticità e delle possibili soluzioni.

Un’attività vissuta fuori dalle aule ma condivisa con il corpo docente a partire dalla dirigente scolastica Carla Vertuani e i docenti Pellizzari, Benati Fezzi e Ganzarolli, che ha portato le studentesse a perlustrare alcune delle zone più sensibili come la stazione di Porta Nuova e alcuni aree verdi, la quale è stata completata con un questionario online somministrato a tutti gli alunni dell’Istituto per avere più dati possibili a disposizione. Il lavoro, dal titolo "Giovani, sentinelle della legalità", si ispira a "La città che vorrei’, mutuando un’iniziativa promossa proprio dall’assessora Zivelonghi “Il quartiere che vorrei”, un ciclo di incontri sul territorio per ascoltare esigenze, paure e sogni di cittadine e cittadini, promossa nell’autunno scorso.

I risultati del lavoro sono già sulla scrivania dell’assessora, che nei giorni scorsi si è recata all’istituto per incontrare le studentesse e farsi raccontare da loro le motivazioni e ciò che si portano a casa da questa esperienza, che è partita dalla legalità per spaziare all’importanza della cittadinanza attiva.
Nel sondaggio sono state coinvolte tutte le classi dell’istituto, più di 550 le risposte arrivate, di cui 423 da studentesse e 129 da studenti.
Quanto al grado di sicurezza della città di Verona attraverso un voto da 1 a 10, gli studenti hanno in gran parte risposto 7. Sono stati toccati i temi delle situazioni di disagio in cui si sono sentiti poco sicuri, atti vandalici, degrado, abbandono di rifiuti e spaccio di droga e, sul fronte dei rimedi: illuminazione e disponibilità di spazi sicuri e puliti, di aree verdi, di luoghi di socializzazione e di svago e di luoghi di cultura e studio pomeridiani.
I giovani chiedono centri giovanili con sale studio e attività di svago e propongono di convertire sale ricreative che non vengono più utilizzate o ambienti dismessi che potrebbero essere riattivati per creare dei luoghi di incontro, svago e cultura. E per fare ciò propongono un’alleanza tra società laica, parrocchie e naturalmente il Comune.

All’assessora è stato donato il libro di poesie sulla legalità di Piero Nissin "Per un paese civile", in memoria di Giuseppe Impastato, giornalista, conduttore radiofonico e attivista italiano ucciso da Cosa Nostra il 9 maggio 1978.

«L'esperienza di questa classe è straordinaria - commenta l’assessora Zovelonghi -. Le studentesse hanno affrontato il tema della sicurezza con metodo scientifico: raccolto evidenze, elaborato dati e proposto soluzioni. Nella sintesi degli esiti raggiunti hanno evidenziato la percezione di città abbastanza sicura e colto una generalmente diffusa mancanza di educazione di una parte della cittadinanza nel rispettare la cosa pubblica, sia a livello di pulizia che a livello di degrado e sfregio dei beni di tutti.
Emerge inoltre con chiarezza la forte esigenza di spazi aggregativi e sicuri per giovani. Il loro è davvero un ottimo esempio di cittadinanza attiva che merita tutta la nostra attenzione: l'esempio concreto di una gioventù sensibile, attenta e propositiva».

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