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Caso tricolore, l'ass. Zivelonghi si scusa con gli alpini. In Sala Maffeiana tributo per le 54mila ore di lavoro durante Covid

«Ciò che è successo non ha una spiegazione e vi chiedo scusa perché una città non può rispondere in questi modi e in questi tempi agli alpini», ha detto l'ass. alla Sicurezza del Comune di Verona, Stefania Zivelonghi, commentando la mancata illuminazione col tricolore dell'Arena per il 150° delle penne nere

Gli alpini guardano avanti, sempre. Tuttavia, a volte è necessario, e doverso, voltarsi indietro, guardare la strada percorsa e ringraziare coloro che hanno permesso di raggiungere traguardi e centrare obiettivi. È ciò che ha fatto ieri sera, nella sala Maffeiana del Teatro Filarmonico, l’Ana Verona con una serata dedicata al migliaio circa di volontari, alpini e protezione civile Ana, che ha messo a disposizione il proprio tempo a servizio della collettività durante i due anni di emergenza pandemica. Si tratta di «una mobilitazione che in due anni ha mosso 1.012 volontari per un totale di 7.095 turni e ben 54.937 ore di lavoro». Il tutto, ricorda l'Ana Verona, traslato in denaro «si tratta di un milione e mezzo di euro».

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Alla serata, durante la quale sono state consegnate ai capigruppo, e che saranno da loro portate poi a ciascun volontario, una spilla commemorativa forgiata per l’occasione dalla sede nazionale dell’Ana, hanno partecipato Andrea Da Broi, coordinatore nazionale della protezione civile, Luca Soppelsa, direttore dipartimento protezione civile della Regione Veneto, Armando Lorenzini, responsabile della protezione civile della Provincia, Filippo Carlucci, coordinatore della protezione civile dell’Ana Verona: volti che negli anni di pandemia, a vario titolo, hanno coordinato i volontari dell’Ana Verona nei molti interventi compiuti. Inoltre, in rappresentanza dei sindaci della provincia, il primo cittadino di Villafranca Roberto Dall’Oca. «Sono davvero orgoglioso e commosso di quanto fatto da questi alpini e dai volontari della protezione civile. Sono stati momenti terribili per tutti noi: queste persone non hanno avuto paura di mettersi subito a disposizione degli altri anche di fronte a un virus sconociuto», ha commentato il presidente dell’Ana Verona Luciano Bertagnoli.

Particolarmente sentite, e applaudite dagli alpini presenti, le parole che l’assessora alla Sicurezza, Legalità, Trasparenza del Comune di Verona, Stefania Zivelonghi, ha rivolto alla platea di penne nere, anche sulla questione delle restrizioni imposte dalla soprintendenza alla manifestazione dell’Ana Verona che, dunque, ha poi deciso ieri nel tardo pomeriggio, non senza un po' di rammarico, di annullare la "Cittadella Alpina" prevista per oggi e domani in piazza Bra. «Vi chiedo scusa a nome di una città che non è riuscita a dare ciò che avete chiesto. - ha detto l'ass. Stefania Zivelonghi - Il tempo che voi dedicate, con il cuore, non ha prezzo soprattutto in un momento così difficile come quello che abbiamo vissuto con la pandemia e come quello che stiamo attraversando ora. Non ho seguito personalmente i dettagli dell’accaduto, - ha precisato la stessa ass. Zivelonghi - ma ciò che è successo non ha una spiegazione e vi chiedo scusa perché una città non può rispondere in questi modi e in questi tempi agli alpini».

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Il programma del 150° delle Truppe Alpine prosegue questa sera alle 20 con l’accensione di Palazzo Barbieri e Gran Guardia di bianco, rosso e verde al quale parteciperà il sindaco Damiamo Tommasi. Alle 21, i festeggiamenti si spostano all’interno del Teatro Filarmonico per il concerto per il 150° anniversario di fondazione delle Truppe alpine con l’esibizione della Fanfara sezionale di Perzacco e del prestigioso Coro Areniano. La partecipazione al concerto è gratuita e libera, fino ad esaurimento posti. Domani alle 9 la cerimonia commemorativa si svolte al Sacrario Militare con la deposizione di una corona e l’onore ai caduti: a seguire, la sfilata delle Penne Nere in piazza Bra, accompagnata dalla fanfara sezionale di Caldiero e dalla banda musicale cittadina di Grezzana. Alle 10, la deposizione di una corona alla targa dedicata al 6° Reggimento alpini. Dopodiché, le celebrazioni si chiuderanno sulla scalinata di Palazzo Barbieri per gli interventi delle istituzioni e la messa, celebrata dal nuovo vescovo di Verona, monsignor Domenico Pompili.

Ieri sera, intanto, tra applausi e foto ricordo, coordinatori e rappresentanti della protezione civile locale e regionale hanno ricordato i duri mesi dell’emergenza Covid. Gli alpini sono rimasti in prima linea dall’inizio, con la sanificazione delle strade e degli spazi, la spesa a domicilio per anziani, fragili, positivi, distribuzione delle mascherine casa per casa, allestimento di ospedali e reparti Covid e ancora, nei centri tampone e negli hub vaccinali.

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«Tengo molto a queste divise gialle che sono sempre con me in trincea, una garanzia di impegno: non si tirano mai indietro e non hanno paura di nulla. Abbiamo tutti fatto del nostro meglio, di fronte a un qualcosa che non conoscevamo per nulla», il commento di Da Broi. «È stata l’emergenza più difficile di sempre, un fronte verso il quale non eravamo stati formati. Siamo preparati a intervenire in caso di calamità naturali: il 28 ottobre 2018, a poche ore dalla tempesta Vaja, il bellunese tra le zone più colpite era gremito di alpini, molti veronesi, già al lavoro. La pandemia è stata molto di più ma ha trovato le penne nere ancora una volta in prima linea», ha aggiunto Soppelsa. «Le emergenze cui facciamo fronte sono localizzate geograficamente, spesso lontane da casa, e determinate nel tempo. Ci siamo trovati invece a prestare servizio sul territorio per un lasso di tempo infinito. Ma c’eravamo», è stata la riflessione di Lorenzini, che ha ringraziato anche i volontari formatori della protezione civile dell’Ana, coloro i quali attraverso specifici corsi formano ogni anno le nuove leve.

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