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Scuole superiori veronesi: 35.775 gli iscritti. L'aumento maggiore al Cangrande

All'istituto tecnico di Verona sono quasi 200 gli studenti in più rispetto all'anno scorso. Per far posto a tutti, la Provincia ha trovato una soluzione transitoria nella succursale del Galileo Galilei di Via Carlo Alberto

Mercoledì scorso, 7 settembre, il presidente della Provincia di Verona Manuel Scalzotto ha approvato il provvedimento di assegnazione degli spazi scolastici agli istituti superiori. Spazi ricavati nei 52 edifici su cui la Provincia ha competenza e in cui studieranno 35.775 ragazzi e ragazze iscritti alle scuole secondarie di secondo grado.

Il numero delle iscrizioni era noto già da aprile, quando il Ministero dell'istruzione lo ha comunicato all'ente di Palazzo Scaligero. Un numero in crescita rispetto ai 35.290 studenti dell'anno scolastico precedente (+485 studenti).
La crescita è simile a quella registrata tra il 2020 e il 2021 e quella più significativa di quest'anno riguarda il capoluogo. Verona accoglierà il numero più alto di istituti e di studenti rispetto agli altri cinque ambiti scolastici della provincia veronese (Valpolicella, Lago, Villafranca, San Bonifacio e Legnago).

Nel dettaglio sono 270 gli studenti in più in città, buona parte dovuti all'incremento del Cangrande (+195 iscritti) riconducibile soprattutto a un nuovo indirizzo recentemente attivato.
Proprio l'istituto Cangrande ha comunicato alla Provincia di non aver del tutto previsto una quantità così elevata di iscritti e così sono state cercate delle soluzioni per poterli sistemare. La Provincia di Verona ha infine individuato e allestito un intero piano della succursale del Galileo Galilei di Via Carlo Alberto per accogliere parte delle classi del Cangrande, con spazi in prospettiva sufficienti anche per un'eventuale crescita nel successivo anno scolastico. Una riorganizzazione transitoria decisa dal presidente Scalzotto insieme al suo vice David Di Michele, ai tecnici provinciali, alla dirigente del Cangrande e al provveditore Sebastian Amelio. «Ci eravamo confrontati altre volte ma ritengo sia stato finalmente chiarito che questa è una soluzione transitoria, e l’indirizzo generale della Provincia è quello di contenere nel tempo le sezioni staccate - ha spiegato Di Michele - Lo spostamento di alcune classi in Via Carlo Alberto è dovuto a una crescita del tutto imprevista e a noi ufficialmente resa nota soltanto ad aprile che ci ha costretti a individuare una soluzione in tempi davvero stretti per un numero così elevato di studenti».
Sempre a Verona cresce di cinque classi il Marconi, mentre calano le classi del Galilei (-3), del Berti (-2) e del Montanari (-2).

L'ambito della Valpolicella fa segnare un calo, sebbene modesto: 29 iscritti in meno ma con lo stesso numero di classi dell’anno precedente. A crescere di una classe è il Levi (+34 iscritti), per il quale durante il 2022 verranno completati i lavori per la realizzazione di cinque aule nell'ex porticato.

Lieve decrescita anche nell’ambito scolastico del Lago, con meno 42 iscritti e due classi. Alla contrazione di tre classi del Carnacina tra Bardolino e Valeggio, si contrappone la crescita del Marie Curie di Garda (+48 iscritti). Variazioni che, da quest’anno, hanno portato a istituire nell’edificio che ospita il Carnacina di Bardolino una nuova succursale del Curie per due classi.

Crescono, invece, gli ambiti di Villafranca e San Bonifacio. Il primo di 132 studenti e due classi, in particolare per il buon andamento dell’Anti, del Medi e dello Stefani-Bentegodi per i quali la Provincia ha già a bilancio un progetto di ampliamento. A calare, nel Villafranchese, il Bolisani (meno due classi e 35 studenti).
A San Bonifacio, l’incremento più significativo di iscritti è quello del Guarino Veronese (+69 studenti) mentre risultano in leggera flessione al Dal Cero (-15 iscritti) che comunque guadagna una classe tra i diversi indirizzi offerti. Appena in calo, a Caldiero, la succursale dello Stefani-Bentegodi (-13 iscritti).

Infine, nell’ambito del legnaghese, exploit atteso al Da Vinci di Cerea (più sette classi anche per l’attivazione di un nuovo indirizzo), più una classe per il Minghetti e il Silva-Ricci, mentre il Cotta e il Medici ne "perdono" rispettivamente una e due. Quest’ultimo istituto, venute meno le aule messe a disposizione alla scuola media Cavalcaselle per lavori di ristrutturazione da parte del Comune, potrà usufruire entro l’anno degli spazi per la didattica ricavati nell’ex palestrina dalla Provincia.

Il Palazzo Scaligero, per riorganizzare gli spazi in base alle iscrizioni e fornire gli arredi per la ripartenza delle lezioni, ha investito negli scorsi mesi circa 400mila euro. Inoltre, Scalzotto ha inserito nel provvedimento approvato mercoledì una comunicazione evidenziando la disponibilità dell'ente, nel contesto della grave crisi energetica in atto e nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica, a un confronto con le istituzioni scolastiche scaligere e gli altri soggetti interessati al fine di promuovere un dialogo che permetta di individuare soluzioni, quali ad esempio la settimana corta, che consentano in futuro di mitigare gli effetti dell’emergenza in corso.

Sempre sul tema dell’efficientamento energetico, il presidente ha approvato nei giorni scorsi i progetti esecutivi per la sostituzione integrale dei serramenti del Galilei di Via San Giacomo, del Fermi di Piazzale Guardini, del Ferraris di Via del Pontiere e del Bolisani di Isola della Scala. Seguiranno altri provvedimenti identici per il Cangrande in Corso Porta Nuova e per il Calabrese-Levi di San Pietro in Cariano. Un investimento, per contenere i consumi e migliorare la qualità della permanenza in classe, pari a 10,25 milioni di euro, di cui 9,56 ottenuti partecipando ai bandi previsti dal Pnrr.
«Abbiamo intercettato oltre 23 milioni di euro del Pnrr per gli istituti superiori veronesi - ha ricordato il presidente Scalzotto - per un investimento totale, attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che sfiora i 25 milioni. I primi interventi sono già iniziati e riguardano l’efficientamento energetico, l’antisismica, opere di messa in sicurezza, ampliamenti e nuovi edifici. Il 2022 registra perciò una decisa accelerazione della Provincia verso la riqualificazione delle strutture scolastiche, in favore del personale e, soprattutto, dei nostri studenti».
Nei giorni scorsi, i temi della crisi energetica sono stati anche oggetto di un incontro tra il presidente della Provincia e il provveditore Sebastian Amelio, che ha commentato: «Un confronto assolutamente utile per farsi trovare preparati e pronti ad assumere decisioni qualora risultassero necessarie nel prossimo futuro. Un dialogo, ormai consolidato tra le istituzioni, che ha già dato il via ad azioni reali, concrete: Provincia e Ufficio Scolastico Provinciale, ciascuno per quanto di propria competenza, hanno avviato monitoraggi per raccogliere dati sugli edifici oggetto di progetti per l’efficientamento energetico e sulle scuole che hanno adottato la settimana corta o stanno programmando di farlo. Informazioni senz’altro strategiche per le scelte che potremmo essere chiamati a prendere nei prossimi mesi».
«L’esperienza difficile della scuola nella pandemia ci ha spinto a suggerire un confronto tra enti che ci permetta di arrivare preparati a eventuali cambi di rotta dovuti alla crisi energetica - ha affermato il vicepresidente della Provincia con delega all'edilizia scolastica - La Provincia intende così favorire un tavolo per coordinare coloro che dovranno trovare soluzioni adeguate, nel pieno rispetto dell’autonomia e dei principi costituzionali».

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