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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Attualità Nogara / Via Fontana

Sciopero a oltranza nella logistica della Coca Cola, chiesto incontro in Prefettura

Vertenza in stallo tra datori di lavoro e dipendenti della cooperativa che si occupa della logistica, i quali continueranno a protestare finché «non verranno prese le misure necessarie a mantenere un ambiente di lavori consono»

È continuato per tutta la giornata di ieri, 14 settembre, e continuerà anche oggi lo sciopero ad oltranza di 43 lavoratori e lavoratrici della Copernico, cooperativa che si occupa della logistica nello stabilimento della Coca Cola a Nogara. «Noi vogliamo lavorare, ma non a queste condizioni. Vogliamo rispetto e dignità da parte di tutti», hanno dichiarato i dipendenti affiancati dal sindacato Filt Cgil, il quale ha inoltrato una richiesta di incontro urgente alla Prefettura di Verona.

sciopero coca cola nogara 14.09.22-1-2
(Lavoratori e lavoratrici in sciopero)

La protesta è portata avanti dal gruppo di lavoratori più anziani «che a differenza degli stagionali e dei precari possono permettersi di fare valere i propri diritti e che intendono esercitarli fino in fondo», hanno dichiarato Alessandro Poles, segretario Filt Cgil Verona, e Luis Everton da Silva, aderente allo stesso sindacato.
E la causa scatenante è stata il reintegro di un ex caporeparto demansionato, il cui comportamento è giudicato troppo aggressivo dai colleghi, i quali non si sentono sicuri a lavorare con lui. «Risulta francamente incomprensibile la posizione della cooperativa Copernico, di Kuehne Nagel, la multinazionale della logistica che è la vera titolare dell'appalto, e della stessa Coca Cola, che sembrano poco sensibili all'ambiente di lavoro, dove serve più rispetto e dignità - hanno aggiunto Poles ed Everton da Silva - Nel cantiere risulterebbero almeno sei denunce per aggressioni fisiche o verbali, l’ultima delle quali ha costretto un delegato sindacale Filt Cgil a ricorrere alle cure dei sanitari. La vertenza è in uno stallo preoccupante, con lavoratori e lavoratrici che si rifiutano di entrare fintanto che non verranno prese le misure necessarie a mantenere un ambiente consono, mentre la controparte aziendale si è irrigidita nelle sue posizioni, rifiutandosi di venire incontro alle richieste dei dipendenti».

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