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Rosa Chemical a Sanremo, Morgante: «Spot per gender e sessualità fluida»

Attacco della deputata veronese alla kermesse canora: «Condensato della peggiore ideologia che mina l'identità dell'uomo e della donna». Il cantante: «Non è facile in Italia dire che esistono un altro tipo di amore e un altro tipo di sesso»

Martedì prossimo, 7 febbraio, comincia il 73esimo Festival di Sanremo. Per il quarto anno consecutivo, la kermesse canora sarà condotta dal direttore artistico Amadeus, che anche quest'anno è stato criticato per alcune scelte.
La polemica più altisonante è stata quella su di un video-messaggio che sarà trasmesso durante una delle serate. Anche a Sanremo, come già accaduto in altri festival culturali di rilievo internazionale, interverrà Volodymyr Zelensky, il presidente dell'Ucraina invasa dall'esercito russo. E sulla presenza di Zelensky al festival della canzone italiana, la politica si è divisa.
Meno rilevante, ma comunque accompagnata da un certo clamore, è stata la polemica partita dalla Camera dei Deputati, dove la parlamentare veronese Maddalena Morgante ha mostrato sconcerto per i temi che saranno affrontati da un artista in gara.

Rosa Chemical, nome d'arte di Manuel Franco Rocati, salirà sul palco del Teatro Ariston per cantare il brano che s'intitola Made in Italy. «Una canzone che serve ad eliminare gli stereotipi italiani sbagliati che ci sono in questo paese e che mette in primo piano l'amore, il sesso, la libertà, l'uguaglianza, il rispetto - ha spiegato l'artista - Nasce per dare parola a tutti quello che la pensano come me, per dar loro una voce». Ma per la deputata Morgante, il brano rischia di trasformare Sanremo in uno «spot in favore del gender e della sessualità fluida».
Una polemica che è arrivata al paradosso, visto che Morgante e Rosa Chemical si lamentano di due realtà che per loro sono dei dati di fatto ma che non possono coesistere. Per Morgante, infatti: «Nelle ultime edizioni, il festival si è trasformato in una vera e propria propaganda a senso unico, un vero condensato della peggiore ideologia che mina e vuole minare l'identità dell'uomo e della donna». Mentre per Rosa Chemical la sua non è una canzone facile «perché non è facile dire agli italiani che esiste un altro tipo di pensiero rispetto a quello che è radicato nella società. Non è facile dire a un italiano che esistono un altro tipo di amore e un altro tipo di sesso. E non è facile in Italia parlare di famiglia, visto che siamo radicati su valori molto vecchi anche se rispettabilissimi. Dire che c'è qualcosa di diverso, nella nostra società, è spesso considerato sbagliato». Ed è evidente che non possono avere ragione entrambi.

Morgante, comunque, ha poi precisato che con il suo intervento non aveva intenzione di censurare Rosa Chemical o di bloccare la sua partecipazione al Festival di Sanremo. La deputata di Fratelli d'Italia chiedeva solo di valutare l'opportunità di far esibire il cantante nella cosiddetta "fascia protetta", ovvero in orari in cui anche i più giovani guardano la televisione.
Ma nonostante la precisazione, la deputata ha ricevuto diverse repliche, tra cui quella di Sinistra Italiana, sottoscritta da Luca Perini per Sinistra Italiana Verona e da Marco De Pasquale Sinistra Italiana Veneto. «Le dichiarazioni della deputata Morgante sul tema dell’identità di genere sono, come minimo, l’occasione per consigliarle la lettura di un manuale di psicologia e l’invito, visto il ruolo che ricopre, ad aver più rispetto verso persone e temi che probabilmente non conosce o rispetto ai quali non vuole informarsi - hanno dichiarato Perini e De Pasquale - L'identità di genere è il sentimento intimo e profondo di appartenenza e riconoscimento di un genere. L’identità, infatti, è qualcosa di complesso, che si scopre e si costruisce anche man mano che cresciamo. Nessuna di queste condizioni è patologica. Un discorso specifico va fatto per la disforia di genere che, fino a qualche anno fa, veniva chiamato disturbo dell’identità di genere: la disforia di genere va diagnosticata, ma non si parla di disturbo perché non è la disforia a dover essere trattata, bensì la sofferenza psicologica che la persona prova a causa della disforia. Non riconoscere i cambiamenti, le appartenenze, le identità e le tendenze sociali altrui, sminuendo e discriminando le persone con modalità di vera e propria gogna mediatica è, questo sì, sintomo di ignoranza. Bene, invece, che si parli di questi temi, anche sulle reti dello Stato, visto che viviamo in un paese democratico che ripudia ogni forma di fascismo e oscurantismo: il problema, semmai, è di chi ne ha nostalgia».

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