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Gioco d'azzardo, Orietta Salemi d'accordo con la nuova legge regionale

La vicecapogruppo veronese del Partito Democratico chiede che la proposta arrivi presto in consiglio regionale per l'approvazione definitiva. "La speranza è che ora ci sia un cambio di marcia da parte della Regione"

Sul tema del gioco d'azzardo finalmente qualcosa sembra muoversi, ma ora non c'è un minuto da perdere: il provvedimento arrivi in fretta in aula per il voto.

La vicecapogruppo veronese del Partito Democratico in consiglio regionale Orietta Salemi si dichiara "assolutamente favorevole" al nuovo provvedimento regionale "Emergenza Azzardo", approvato dalla giunta ed ora pronto per essere approvato definitivamente in consiglio. Il disegno di legge è stato presentato dall'assessore regionale alle politiche sociali Manuela Lanzarin, che lo ha rilanciato in occasione dell'anteprima del "Libro Blu" dell'Agenzia nazionale delle Dogane e dei Monopoli. L'anteprima ha anticipato alcuni dati sui volumi del gioco d'azzardo in Veneto, mostrado che in provincia di Verona la spesa nelle macchinette nel 2017 è stata di 1.114 euro pro-capite. "Una cifra dietro alla quale si celano disagi e sofferenze morali e materiali, oltre ad attestare la problematica di costi sociali altissimi", ha commentato Salemi. 

C'è da dire che finalmente l'assessore Lanzarin dà seguito alla legge regionale 6 del 2015, che all'articolo 20 prevedeva, tra il resto, di intervenire sugli esercizi commerciali e i luoghi di intrattenimento per contenere il proliferare di spazi destinati a ospitare macchinette per il gioco - ha aggiunto la consigliera del PD - L'applicazione di questo articolo sconta però un grave ritardo più volte da noi denunciato. La speranza è che ora ci sia un cambio di marcia da parte della Regione. L'approvazione di questa legge potrà dare una mano ai Comuni che da anni sono impegnati in questa battaglia con ordinanze e delibere, ma che spesso hanno subito ricorsi perché mancava una legge sovraordinata che li tutelasse. Per tanto tempo ci si è nascosti dietro un rimpallo di competenze tra Regione e Stato e nel frattempo il fenomeno del gioco d'azzardo patologico è cresciuto ed è diventato una piaga sociale e culturale.

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